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21
febbraio

PIPPO BAUDO E LA SCIAGURA DI DOVER CELEBRARE I SUCCESSI ALTRUI

Pippo Baudo o la disgrazie del tradito e mazziato.  E’ l’escluso di lusso degli ultimi due Festival ma deve anche ingerire pentoloni di bicarbonato la domenica mattina, per il secondo anno di seguito, per mostrarsi tranquillo e smagliante nella celebrazione del successo altrui. Bonolis prima e Clerici dopo. Due edizioni di grande successo, è il caso di dirlo, anche per il rinnovamento rispetto alla classica ricetta Baudo, tutta fatta di vallette mora-bionda e artisti della tv di Carosello.

Che a lui non andassero giù i talent lo si era capito bene, ma adesso è proprio la kermesse canora, che lo ha incoronato per anni come presentatore di garanzia, a non potergli andare più giù. La rivoluzione si è consumata e al povero Pippo non resta che poter lanciare qualche frecciatina neoclassica del day after. Fa quasi tenerezza racchiuso sui gradini a pontificare sull’incomparabilità delle edizioni, sfruttando a proprio favore un’argomentazione bonolisiana, ma non centrando proprio il contesto.

Prova persino a farci rimpiangere i suoi tempi, quasi ormai fosse puro amarcord il suo passaggio all’Ariston sottolineando come un merito assoluto il fatto di sottotitolare Nino D’Angelo quando il direttore artistico era lui. Si stava meglio quando si stava peggio, sembra questo il suo disperato messaggio. Baudo tollera davvero poco il suo ‘esilio’ da Sanremo e risulta più di una volta stralunato in questo dies horribilis: fa persino la gaffe di scambiare Daniele Soragni per un naufrago della Ventura, e poi non contento ignora che il reality cui avrebbe dovuto prendere parte il giornalista , La Tribù, doveva svolgersi a settembre e non si è più fatto.




21
febbraio

IL FESTIVAL DELLA CELEBRAZIONE DELLA MOLE ANTONELLIANA E DEL TALENT SHOW

Mi stupisco di me stesso. Non solo, difatti, canticchio qualche motivetto sanremese, ma ho persino acquistato qualche brano della sessantesima kermesse canora. Roba impensabile, se mi fossi dovuto fermare al primo ascolto di martedi 16. Ma tutt’altro genere di ascolto – quello pubblicato mercoledi mattina da Auditel – mi ha spinto a fare qualche riflessione in più e a capire le ragioni di un Festival di Sanremo che è riuscito nell’inimmaginabile impresa di bissare – e superare – i successi dell’edizione 2009 targata Bonolis.

Certo, il Festival numero 60 è stato lontano anni luce dall’evento che - chi vi scrive - si augurerebbe di veder realizzato nella città dei fiori, ma sono due gli aspetti che hanno contraddistinto positivamente quest’edizione da record: il primo risiede certamente nella voglia di serenità dell’italica penisola, soddisfatta appieno da una conduzione semplice, senza sovrastrutture. Ma al riguardo sono già stati spesi fiumi di parole, tanto per rimanere in tema. Sul secondo, invece, occorre soffermarsi maggiormente visto che, pur essendo stato sottolineato più volte dallo staff festivaliero (Costanzo, Mazzi e Clerici in primis), non è stato dato spazio adeguato lì dove sarebbe stato opportuno.

Gli artisti e la musica di questa edizione del Festival di Sanremo, infatti, sono espressione di quel nuovo modo di vedere lo showbiz che – piaccia o no - è prepotentemente entrato nelle case degli italiani con la prima edizione del Grande Fratello e che vede nella partecipazione attiva del pubblico la sua massima espressione. Un’interferenza autorizzata e un’ingerenza popolare destinata a modificare i meccanismi dello showbiz.

E a poco valgono le spietatissime pagelle dei giornalisti più in voga al Festival di Sanremo, quelli che per intenderci guardano quasi con disgusto alla conquista del palco dell’Ariston da parte dei “reduci da talent”.  I palati raffinati sono destinati giocoforza a cozzare con l’imperante volere popolare che – ora come non mai – decreta vincitori e vinti di qualsivoglia espressione dell’artisticità nostrana non limitandosi più a decretare, quasi in sordina, il successo o meno di un programma, telecomando alla mano. E probabilmente anche un aggiornamento degli organi di informazione sarebbe opportuno. Mi ha stupito ciò che scriveva solo due giorni fa Marinella Venegoni per La Stampa quando, parlando di un Festival anormale, era pronta a sentenziare:

Bei tempi, quando un mese prima ascoltavi le canzoni del Sanremone e riuscivi subito a capire almeno la terna dei favoriti, e spesso indovinavi pure il vincitore. Ora non può più essere così.


18
febbraio

MAURIZIO COSTANZO A DM: SONO AL FESTIVAL DI SANREMO GRAZIE A LUCIO PRESTA E MARIA.

Mai premessa fu tanto necessaria. Nella mia carriera di blogger, infatti, non mi aveva nemmeno sfiorato il sol pensiero che un giorno mi sarei ritrovato faccia a faccia col numero uno del talk show nostrano. Figuriamoci, poi, se avessi immaginato di intervistarlo. E’ servito un suo input affinchè “osassi” farmi avanti. E certamente sarà difficile, se non impossibile, trasmettere tutto ciò che ho potuto - e continuo a - imparare da Maurizio Costanzo nei nostri incontri al Parioli. Ciò che cercherò di fare, invece, è farvi conoscere l’altro lato di una stessa medaglia, puntando l’accento su quell’aspetto intimistico ed interiore - sempre parecchio nascosto – che negli ultimi tempi si affaccia prepotentemente in ogni manifestazione ”costanziana”. L’ho incontrato per voi proprio in quel Teatro Parioli in Roma che ha fatto la storia della TV e, carico e sorridente, si è raccontato in un’intervista monografica in cui – forse per la prima volta – parla in qualità di marito, papà e nonno. Senza trascurare, ovviamente, tutti i nuovi impegni professionali per i quali è palesemente entusiasta e che gli stanno regalando una seconda giovinezza all’interno di una carriera straordiaria. Maria De Filippi, Uomini e Donne, l’amore, i figli, i nipoti, il Grande Fratello, i big del giornalismo italiano e ancora aneddotti, tartarughe, la sua dieta personalmente ideata, lo smoking che indosserà sul palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo e il suo disegno che vorrebbe vederlo protagonista dell’ammiraglia della RAI nella prossima stagione tv. Tutto questo e tanto altro, in una delle interviste più ricche mai apparse su questo blog.

II Parte (per la prima parte clicca qui)

Lei si ricorda sempre tutto. Che valore dà alla memoria?

Enorme, a patto che non sia dominante e se non mi ricordo diventa una tragedia. Pensi che Vaime ed io quando lavoriamo, se non ci ricordiamo qualcosa, possiamo perdere anche ore per far tornare alla mente ciò che non ci ricordiamo.

Cos’è per lei la diversità?

Cultura. Una cultura acquisita. Ho sempre difeso i diversi; diversità sessuale, di pelle, di religione. Quando arrivarono gli albanesi a Bari riempii tre pullman e feci una puntata del Costanzo Show con la platea piena di albanesi.  La diversità è la cultura, l’accrescimento. Sono furibondo per Rosarno.

C’è una diversità che non le piace?

La stupidità. Woody Allen disse: “Una persona intelligente può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile”.

Questa visione intimistica delle cose la influenzerà anche per i futuri impegni professionali?

Si. Non a caso il mio primo impegno, partito sabato 30 gennaio, dopo Ballando con le Stelle, si chiama Memorie da Bianco e Nero. Io sarò autore, la conduzione sarà di Enrico Vaime. Tutte le puntate, 40 minuti, andranno anche su Rai International e sto trattando con Rai Trade per farne un DVD e con Rai Eri per farne un libro.

Trarre il massimo profitto da quello che fa…

Ottimizzazione delle cose direi.

In Rai come si trova?

Ho trovato ai livelli intermedi una RAI meravigliosa.

Per livelli intermedi intende anche un direttore di Rete?





16
febbraio

MAURIZIO COSTANZO TIENE A “BATTESIMO” IL NUOVO DAVIDEMAGGIO.IT

Emozione, proprio così. E l’emozione non è suscitata solo dal quarto compleanno di questo blog. Ho pensato, infatti, di cercare per l’occasione un padrino o una madrina che potesse tenere a battesimo la nuova versione di DavideMaggio.it sulla quale state finalmente navigando. Sapevo che non sarebbe stata impresa facile, ma ho deciso di provarci anche per dare soddisfazione a Voi che quotidiamente leggete DM e che, con ogni probabilità, avrete necessità – e perchè no, forse anche voglia – di toccare con mano tutto ciò che si cela dietro davidemaggio.it. Ho scelto di puntare in alto, ma non avrei mai immaginato di poter avere su queste pagine colui che il prestigioso Variety ha definito Italy’s most prominent TV personality. L’aver chiesto, poi, a questa personalità di poter “tenere a battesimo” il nuovo blog ha per me un valore aggiunto. Si dice, difatti, che una persona sia la somma di tutti coloro che ha incontrato nel corso della propria vita e credo di non sbagliare affermando che Maurizio Costanzo sia una delle menti più eccelse che abbia incontrato nel mio breve cammino televisivo. Proprio per questo, al più famoso anchorman italiano mi lega una stima e un’ammirazione che non solo fanno si che io lo ritenga una sorta di “padre spirituale” ma mi rendono orgoglioso di averlo qui in questa circostanza; cosa che mi permette di condividere con Voi uno dei miei più stimolanti traguardi personali e professionali.

Davide Maggio è un giovane e intraprendente frequentatore di blog. Credo si dica che è un blogger. Ha, dei giornalisti bravi, la tenacia. Le prime volte cedi all’intervista per stanchezza, però non ti penti del cedimento perchè riporta quello che hai detto, non distorce, non inventa. Ti puoi fidare insomma, il che non è poco. Aggiungo un’altra qualità: l’entusiasmo. Per me l’entusiasmo è una discriminante seria, in quanto lamento nelle giovani generazioni quasi sempre l’assenza di entusiasmo. Lui ce l’ha e si vede. Si vede che è contento di quello che fa. Sempre figlio dell’entusiasmo è il fatto che Davide Maggio talvolta si affeziona all’idea che un personaggio faccia o si comporti come lui pensa ma è un peccato veniale. Però non gli ho mai visto scrivere un’infamia. Per carità si può sempre cominciare. Ma penso che Davide Maggio sia una brava persona: come suol dirsi affidabile ed io perciò gli do fiducia e gli faccio moltissimi auguri per il nuovo impegno.

Maurizio Costanzo

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