Con una media nelle prime 4 puntate di circa 5.500.000 spettatori ed uno share del 20%, Rai1 può ritenersi soddisfatta di Tutta la musica del cuore, la miniserie diretta da Ambrogio Lo Giudice con protagonisti Francesca Cavallin e Johannes Brandrup. Nonostante qualche polemica di troppo, la fiction prodotta dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi ha trovato, infatti, nell’unione tra la piaga della mafia e la passione dei giovani per la musica classica, una formula in grado di appassionare uno zoccolo duro di pubblico, pronto a seguire le vicende dell’irreprensibile (ma non troppo) ispettrice del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Angela Braschi. Pubblico che siamo sicuri non abbandonerà la fiction nemmeno nell’ultimo appuntamento in onda eccezionalmente mercoledì 27 febbraio alle 21,10 su Rai1.
Nell’episodio finale, la morte di Luigi ha spazzato via in un attimo tutti i sogni di riscatto e tutte le speranze che si erano fatte strada a poco a poco nel cuore degli abitanti di Montorso. E’ un momento nero per tutti. Angela sente che il senso di colpa, che l’ha accompagnata fin dalla morte di Giovanni, si inasprisce fino a farla litigare perfino con Mattia. E si traduce in un’apatia e in una rassegnazione che finisce per innervosire anche Tano, che in Angela ha sempre creduto fortemente. Tano ha perso Marina, ha perso Francesco, sente vacillare Angela e allora si rifugia nell’unico che non l’ha mai deluso: suo padre Libero.
Solo che Libero, quella notte stessa, durante il suo turno di lavoro in acciaieria, cade da un’impalcatura e si ferisce gravemente, probabilmente resterà paralizzato e come se non bastasse l’azienda lo accusa di essere caduto per colpa sua, perché ubriaco. In un istante il mondo di Tano va in mille pezzi e Marina, che nel frattempo aveva lasciato Francesco ed era corsa da lui per chiedergli di perdonarla, si rende conto di essere arrivata troppo tardi. Tano ormai è lontano da tutto e da tutti. Di fronte al dolore di Tano e di sua madre, a quell’ingiustizia terribile, Angela si scuote e, grazie al fondamentale intervento di Oreste, capisce che la battaglia iniziata va conclusa, non importa chi sarà il vincitore. L’importante è che i ragazzi non perdano la fiducia, non perdano la speranza.