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4
aprile

DA VINCI’S DEMONS – SET IN GALLES PER LA SERIE SUL GIOVANE LEONARDO. GOYER: IN ITALIA E’ PIU’ COMPLESSO GIRARE

Da Vinci's Demons - Conferenza Stampa

Un evento. Il più grande genio che la storia abbia mai incontrato, raccontato in contemporanea in oltre 120 paesi del mondo grazie a una coproduzione internazionale (Fox International Channels, BBC WorldWide, Starz) tra le più ambiziose realizzate negli ultimi anni. Non una biografia, però: Da Vinci’s Demonsdal 22 aprile ogni lunedì alle 21.50 su Fox –  è un “fantasy storico” che ricostruisce, non senza immaginazione, gli anni giovanili di Leonardo Da Vinci, quelli di cui si hanno le minori testimonianze storiche.

“C’è un periodo della sua giovinezza, quello che va dai 28 ai 32 anni, di cui non si ha documentazione storica: c’è chi ritiene che all’epoca lavorasse per il sultano d’Egitto come ingegnere in Siria, costruendo macchine da guerra per l’Impero Ottomano (…) In realtà nessuno lo sa. Esistono versioni contrastanti in merito. E la nostra storia è ambientata proprio in quel periodo”

spiega il creatore David Goyer - già sceneggiatore della trilogia de Il Cavaliere Oscuro – che si è lanciato in questa mastodontica e complessa operazione. Intervenuto stamane alla conferenza stampa tenutasi a Palazzo Vecchio a Firenze, insieme al cast di attori, Goyer ha ammesso di non temere le critiche che potrebbero arrivare dal pubblico italiano per una rappresentazione storica non sempre fedele e non esente da scene di sesso e violenza.

“Sapevamo che certi aspetti sarebbero stati provocatori per gli italiani ma, se mi conoscete, le stesse controversie le ho avute per Batman e so già che le avremo per Superman (che presto porterà sul grande schermo, ndDM). Provocare è la mia natura“.

Allo stesso tempo, riguardo alla serie, aggiunge:




1
aprile

BARABBA: QUESTA SERA E DOMANI SU RAI1 LA MINISERIE CON BILLY ZANE

Barabba

Anche quest’anno, come tradizione in occasione della Pasqua, la Rai propone una fiction a carattere  religioso. A oltre cinquant’anni dal film di Richard Fleischer, questa sera e domani in prima serata su Rai1 andrà, infatti, in onda Barabba, miniserie in due puntate diretta da Roger Young.

Tratta dal romanzo del premio Nobel, Par Lagerkvist, la fiction racconta la storia di redenzione del ladro la cui vita fu risparmiata dal popolo di Gerusalemme in favore della crocifissione di Gesù di Nazareth. Girata in Tunisia, “Barabba” è una produzione internazionale che vanta un cast d’eccezione con Billy Zane nel ruolo di protagonista e numerosi attori italiani, tra cui: Filippo Nigro che sarà Ponzio Pilato, Anna Valle nel ruolo di Claudia, moglie di Ponzio Pilato, Cristiana Capotondi che interpreta Ester, e Matteo Branciamore nella parte di Giuda Iscariota.

Scopriremo così il percorso di un uomo che, inizialmente reso cieco dai limiti della sua natura rozza e violenta, verrà assalito dal dubbio e pian piano sarà illuminato dalla fede fino all’estremo sacrificio: come Gesù morirà crocifisso, offrendo la sua vita per la salvezza del giovane Marco, il futuro evangelista.

Dopo il salto la trama della prima puntata.


1
aprile

IN TREATMENT: LA TERAPIA COMINCIA SU SKY CINEMA 1

Sergio Castellitto

La prima novità di In Treatment è la collocazione. Dal lunedi al venerdì alle 20:30 su Sky Cinema 1, a partire da stasera. Tentativo azzardato, anche se su Sky, inutile negarlo, l’inserimento in palinsesto è molto relativo, viste le molteplici opzioni offerte dal +1, dal +24, dal my sky e da Sky On Demand. Comunque, inserire la prima scelta di visione di un prodotto rivolto a un pubblico di nicchia alle 20:30 lo riteniamo lo stesso un esperimento interessante.

Si, In Treatment è un prodotto di nicchia. Teoricamente. Lo è, perché nonostante la serialità e la regia cinematografica, l’impostazione è assolutamente teatrale. Scenografia minimale, due attori “in scena” (almeno per la maggior parte delle puntate), 30 minuti di puntata, costituiti dal monologo del paziente, interrotto a tratti dagli interventi dello psicanalista. Questo è In Treatment, 35 puntate che ci permetteranno di seguire il percorso di crescita dei protagonisti, di scoprire i loro segreti e i loro drammi attraverso il trattamento di psicoterapia che seguono. Settimana dopo settimana. Perché, altra grandissima novità del format, è l’impostazione. Ogni puntata è una seduta. Ogni giorno della settimana è dedicato a un paziente. Figura fissa è solo quella dello psicanalista Giovanni Mari, interpretato da Sergio Castellitto, che il venerdì diventerà lui stesso paziente.

Abbiamo avuto la possibilità di guardare 50 minuti della serie, in un montaggio speciale che ci ha permesso di spiare in tutti i giorni della settimana, introducendoci ai pazienti. Ci permettiamo così di azzardare un pronostico sulle reazioni. Ci saranno quelli che lo troveranno noioso, ma per dovere di “intellettualità” gli piacerà un casino più che altro per evitare di essere marchiati con l’acronimo FDGA, fan di Grey’s Anatomy, quelli che la additeranno come serie da intellettuali snob e quelli che invece la guarderanno senza preconcetti semplicemente perché le interpretazioni sono intense ed empatiche, la sceneggiatura è “ragionata”  e la regia, nonostante l’assenza di azione, è viva. Per questo, dicevamo di nicchia, ma solo teoricamente, perchè di telespettatori che apprezzano le cose ben fatte ce ne sono molti, nonostante l’inspiegabile successo di alcuni programmi al confronto dei quali Homer Simpsons è un Premio Nobel per la letteratura. Il rammarico è che sia un format. Certo, avremmo potuto “copiare” peggio, ma comunque, purtroppo, la creatività non è italiana. Il format originale Be Tipul è israeliano. Questo il cast, dove scoprirete anche chi sarà la paziente del lunedi che aprirà la serie.





29
marzo

PAPERISSIMA 2013: ECCO LE NUOVE PAPERETTE

Le paperette di Paperissima

Venerdì 5 aprile su Canale5, in una inusuale collocazione primaverile, prenderà il via una nuova stagione di Paperissima, lo storico show incentrato su gaffe, errori e strafalcioni, ideato da Antonio Ricci. Nella trasmissione, condotta per la quinta volta consecutiva da Gerry Scotti e Michelle Hunziker, ritroveremo come tradizione anche le paperette, ovvero 4 giovani e procaci ragazze pronte ad assistere i conduttori e allietare il pubblico con gli immancabili stacchetti.

Le nuove paperette di questa tredicesima edizione sono Ana Maria Moya Calzado, Yasmine Ussani, Carlotta Maggiorana e Lada Poznyakova. Tutte e quattro provengono come tradizione, dalla trasmissione estiva Veline, il concorso nato nel 2002 per selezionare le due “aiutanti” di Striscia la notizia. Conosciamole meglio.

Ana Maria Moya Calzado è una modella ventiduenne di origine  spagnola. Tra le quattro paperette è l’unica ad essere arrivata in finalissima. Appare per la prima volta a Veline il 31 luglio 2012, vincendo la puntata dedicata alle more. Nella finale di Riva del Garda ha conquistato la giuria ballando il flamenco e cantando in spagnolo.

Yasmine Ussani è una ballerina ventottenne di Roma. L’acconciatura cotonata e rosso fuoco mostrata durante Veline, la fa apparire più grande e decisamente lontana dallo stereotipo di valletta a cui siamo abituati. Figlia di un étoile, parla  perfettamente l’inglese. Ha vinto la puntata del 21 giugno 2012.


29
marzo

BEAUTIFUL: DAL 15 APRILE LE PUNTATE ‘MADE IN PUGLIA’. PERCHE’ NON IN PRIMA SERATA?

Beautiful

Gli intrighi sono improbabili, le vicende a limite del grottesco e sempre uguali a se stesse, eppure quasi 4 milioni di italiani sono pazzi di Beautiful da oltre vent’anni. C’è da scommetterci, dunque, che gli spettatori nostrani non si lasceranno scappare l’appuntamento con gli episodi “made in Italy” della soap. Dopo il lago di Como nel 1997Venezia nel 1999Portofino nel 2002, la saga dei Forrester è tornata nel Belpaese per festeggiare 25 anni di onorata carriera. Con dieci mesi circa di ritardo rispetto a CBS, Canale 5, a partire dal 15 aprile, trasmetterà le dieci puntate girate in Puglia.

Per cinque giorni (dal 7 all’11 maggio dello scorso anno) Ronn Moss (Ridge), Katherine Kelly Lang (Brooke), Don Diamont (Bill Spencer), Jacqueline Macinnes Wood (Steffy), Kim Matula (Hope) e Scott Clifton (Liam) si sono aggirati tra le vie di Polignano a mare, Alberobello e la masseria San Domenico per tessere nuove storie della soap più seguita al mondo. Lo snodo narrativo, che porta i protagonisti nel tacco d’Italia, è il matrimonio tra Hope, figlia di Brooke e dell’ex amante, nonchè l’allora marito di sua figlia, Deacon, e Liam, rampollo di casa Spencer. Un matrimonio non esente da ostacoli – come nel più classico canovaccio da soap – per il quale è stato “ingaggiato” Padre Fontana alias Luca Calvani.

Un piccolo evento per i fan della fiction in rosa che la rete diretta da Giancarlo Scheri potrebbe cavalcare meglio. Non sarebbe un successo d’ascolti ma un’opportunità da cogliere quella di dedicare un prime time alle puntate italiane, come accaduto nel 1998 quando le vicende di Brooke e Ridge su Quel Ramo del Lago di Como, in onda nella fascia oraria più prestigiosa, raggiunsero 5.481.000 spettatori (dato in linea con gli ascolti in daytime dell’epoca) pari al 19.8% di share.

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29
marzo

THE VOICE – L’ULTIMA BLIND

Raffaella Carrà e Piero Pelù

Nella stessa sera in cui Cristo consumò la sua Ultima Cena, i quattro coach di The Voice of Italy prendono parte all’Ultima Blind, il quarto appuntamento delle audizioni al buio che ha regalato alcune massime e costanti per tutto il suo lungo corso: la solita omelia del “faremo grandi cose insieme” e del “non ti ho scelto perché”; la legge del “ti ho scelto prima io” che fa molto “ius primae noctis” e gli outfit sempre uguali sfoggiati dai giudici. Perché è vero che gli indumenti non saranno stati cambiati per poter montare le puntate senza seguire l’ordine di registrazione, ma è altrettanto vero che il telespettatore non si sarebbe offeso nel vedere, fra una performance e l’altra, la Carrà in una tenuta diversa dalla tutina fetish da ladra di gioielli o Piero Pelù non più imprigionato nel solito gilet corvino.

Le performance continuano a mantenersi su un livello abbastanza alto, anche grazie alla partecipazione di nomi quali Danny Losito, nuovo acquisto del Team Pelù, che, portando benissimo i suoi 47 anni, potrebbe sostituire Jane Fonda nelle reclaim dei prodotti anti-invecchiamento e il chitarrista Donato Perrone, capace di far rompere al cantante del Litfiba la sua poltrona per l’emozione, ma, alla fine, reclutato dal Maestro Riccardo Cocciante. Mentre SuperPiero annaspa qua e là perdendo parte della sua verve e la Raffa Nazionale continua a portare avanti il suo estremo buonismo, Noemi (qui il suo team) riesce, finalmente, a svegliarsi risarcendosi dalla ritrosia e dal temporeggiamento delle passate puntate. Agguerrita ed entusiasta, la leonessa non sta ferma un attimo: balla, canta, rischia di rompere il bottone per l’eccesso di forza e monta sulla sua poltrona per accaparrarsi Elhaida Dani: “Vorrei tanto chiamare adesso il mio discografico e dirgli che abbiamo trovato The Voice e che è nella mia squadra!”. Chissà se, dopo la scelta di Cocciante, Noemi sia ancora convinta di non possedere “la voce” di questa edizione.

E che dire poi di Gabriella Martinelli, contesa dalla Carrà (qui il suo team) e da Noemi manco fosse l’ultimo paio di scarpe esclusive disponibili in saldo? “Secondo me, è meglio che vieni in squadra con me [...] Ti annoieresti con la Raffa tuona l’ex concorrente di X Factor che, alla fine, riesce nel suo intento battendo il caschetto biondo 1 a 0. Un po’ sottotono, poi, il Maestro Cocciante (qui il suo team). La sua competenza tecnica e la sua longeva esperienza, profondamente venerata dai concorrenti, continua ad esercitare un grande fascino in tutti meno che negli altri giudici, spesso un po’ troppo pungenti nei confronti del cantautore. I continui moniti a renderlo più partecipe al gioco, la sottolineatura di quelle telegrafiche, ma intense parole pronunziate per convincere il cantante a sceglierlo finiscono, alla lunga, con lo stancare, anche perché Cocciante sembra non averne bisogno. Da Donato Perrone a Maria Teresa Amato fino alla straordinaria Elhaida, i migliori sono tutti per lui.  

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22
marzo

LINO GUANCIALE A DM: DAL DOTTOR RIEUX A GUIDO CORSI, MA NON MI VEDRETE GIUDICE DI UN REALITY

Lino Guanciale

Lo vediamo tutte le settimane su Rai 1 in Che Dio ci Aiuti 2, ma l’interpretazione rimasta impressa al grande pubblico è quella del ‘Principe dei Cessi‘ in Una Grande Famiglia. Lino Guanciale arriva sul piccolo schermo con un sostanzioso curriculum teatrale ed esperienze cinematografiche importanti. Buona famiglia, passato da rugbista con Mauro Bergamasco, da più bello del liceo, Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, Premio Gassman come miglior allievo degli ultimi dieci anni, insegnante all’Università… un secchione, praticamente.

Un secchione vero, si! Sono contento di tutto il percorso che ho fatto. Il rugby ho scelto di praticarlo perchè pensavo fosse lo sport che potesse insegnarmi di più. Poi, si, mi sono trovato con Mauro Bergamasco. Avere un passato da atleta mi ha arricchito molto, lo sport forma tantissimo. Il rugby poi è lo sport per aprire la mente a una società più equilibrata.

Oltre alla promessa del cinema italiano, come ti reputano gli addetti ai lavori, adesso sei anche “quello figo” di Che Dio Ci Aiuti 2. Come ti rapporti al successo televisivo?

(Ride e, dice lui, balbetta come un cretino a rispondere a queste domande, ndDM) E’ molto divertente. E’ bello vedere le risposte immediate delle persone. Per me è una novità proprio esistenziale. Mi sento molto lusingato e un po’ in imbarazzo. Non penso mai parlino di me, penso sempre indichino qualcun altro.

Come mai la decisione di frequentare la Silvio D’Amico?

Volevo imparare in quella che mi sembrava la scuola più importante. All’epoca non avevo idea ci fossero altre scuole importanti e così sono arrivato lì con la mia valigetta da provinciale e il giorno del provino ho sbagliato palazzo e sono entrato in quello della Zecca di Stato che è nella stessa piazza della scuola!

Se ti avessero proposto un reality mentre eri in Accademia?

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18
marzo

K2 – LA MONTAGNA DEGLI ITALIANI: BOCCI, POGGIO E LUPANO AD ALTA QUOTA SU RAI1

Marco Bocci in K2 - La montagna degli italiani

Questa sera e domani alle 21.10 su Rai1 andrà in onda K2 – La montagna degli italiani, coproduzione italo-austriaca che racconterà la conquista della seconda montagna più alta della Terra (dopo l’Everest), da parte di un gruppo di dodici alpinisti italiani. Nel cast numerosi volti  noti della fiction italiana come Massimo Poggio nel ruolo di Achille Compagnoni, Marco Bocci in quelli Walter Bonatti, e Giorgio Lupano nella parte di Mario Puchoz. Ed ancora Michele Alhaique (Lino Lacedelli), Giuseppe Cederna (Ardito Desio), Matteo Azchirvani (Amir Mahadi), Alberto Molinari (Riccardo Cassin), Marco Cocci (Bibi Ghedina).

La miniserie prodotta da Rai Fiction e da Red Film-Terra Internationale Filmproduktionen è diretta dall’austriaco Robert Dornhelm. Girata ad alta quota sul ghiacciaio tirolese di Solden, a 3.500 metri, e a Innsbruck, K2 – La montagna degli italiani porterà il pubblico indietro di quasi 60 anni, al 1954, anno in cui il gruppo di alpinisti italiani decise di tentare di scalare la vetta che nessuno, neppure gli americani, fino a quel momento era riuscito a conquistare. A guidare la spedizione è colui che scoprì il petrolio in Libia: il professor Ardito Desio, geologo e studioso.

Per portare la bandiera italiana sulla seconda vetta più alta del mondo, Desio deve innanzitutto convincere il primo ministro Alcide De Gasperi (Paolo Graziosi) a finanziare l’impresa. Per farlo preme i pulsanti giusti: l’orgoglio nazionale, la rivincita di un Paese con pesanti debiti di guerra, costretto ad accettare un trattato di pace che lo punisce e umilia davanti al mondo intero. La miniserie narra soprattutto la storia di dodici uomini, dodici alpinisti, dodici modi diversi di vivere la montagna, accomunati da un unico sogno: diventare i primi a conquistare il K2.