Questa sera alle 21,10 su Canale5 andrà in onda la seconda puntata de Il Clan dei Camorristi, la fiction Taodue partita venerdì scorso e seguita nel suo primo appuntamento da 4.986.000 spettatori con il 18.61% di share. La nuova avventura firmata da Pietro Valsecchi non ha proposto al pubblico la solita carrellata di buoni e cattivi, ma al contrario ha offerto una fotografia lucida e reale della camorra. Dimenticate dunque lo stereotipo del malavitoso affascinante e mascalzone, che tanta fortuna ha portato a Gabriel Garko in L’Onore e Il Rispetto. Francesco Russo detto ‘O Malese, il personaggio interpretato da Giuseppe Zeno, non ha nulla in comune con Tonio Fortebracci.
Zeno, che proprio nella fiction Ares interpretava Santi Fortebracci, il fratello di Tonio, nella nuova veste di malavitoso, pur brutale e spietato, sta ben lontano dal calcare gli stereotipi del cattivo in tv, che tante polemiche hanno creato intorno al presunto rischio di mitizzazione del male. Merito della sceneggiatura a firma di Daniele Cesarano, Claudio Fava, Barbara Petronio e Leonardo Valenti, asciutta e diretta, priva di retorica e d’inutile buonismo. Lo stesso Magistrato Andrea Esposito interpretato da Stefano Accorsi, utopista e irreprensibile nella sua lotta alla camorra, non appare mai sopra le righe, né tantomeno avvolto da quell’aurea di santità che spesso circonda i tanti commissari, ispettori, medici e parroci di campagna che popolano la serialità italiana.
La fiction di Canale5 non assolve né condanna, ma si limita a raccontare, senza necessariamente riportare in maniera fedele tutti i fatti accaduti, il clima di totale sovversivismo che caratterizzò il post terremoto dell’Irpinia. Un clima nel quale la camorra riuscì a prendere sempre più piede, ramificandosi in ogni ambiente, senza temere ostacoli, pur di soddisfare la propria sete di potere.