Penultima serata in compagnia di Braccialetti Rossi, la fortunata fiction di Rai1 diretta da Giacomo Campiotti, che domenica prossima saluterà gli oltre 6 milioni di spettatori che nel corso di queste settimane sono rimasti coinvolti nelle vicende di Leo, Cris, Toni, Vale, Rocco e dell’amato Davide, morto nel quarto episodio, ma destinato a tornare anche nella seconda serie, seguendo il soggetto della serie originale spagnola. La fiction prodotta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti (qui la nostra intervista al produttore) ha, infatti, eseguito una trasposizione fedelissima di Polseres Vermelles (in catalano Pulseras Rojas) la serie trasmessa da Tv3, della quale val la pena scoprire qualche curiosità prima delle anticipazioni che trovate in fondo a questo articolo.
Polseres Vermelles – Braccialetti Rossi in Spagna
In Spagna la fiction che ha per protagonisti Lleó (Alex Monner), Jordi (Igor Szpakowski), Cristina (Joana Vilapuig), Ignasi (Mikel Iglesias), Toni (Marc Balaguer), e Roc (Nil Cardoner), è andata in onda con la sua prima stagione dal 9 luglio al 17 settembre del 2012. I 13 episodi, della durata media di 42 minuti ciascuno, hanno tenuto compagnia per tutta l’estate ad una media di 2.384.000 spettatori, pari al 15,5% di share. La seconda stagione, composta di 15 episodi, è andata invece in onda dall’8 luglio al 12 agosto 2013 (con 2 o 3 episodi a serate), e ha ottenuto una media di 1.385.133 spettatori ed uno share del 10,80%. Un ascolto inferiore di un milione rispetto al primo anno, che ha portato la produzione della serie a uno stop momentaneo del progetto.
Polseres Vermelles – La terza stagione con in protagonisti adulti
Albert Espinosa, autore del romanzo El Mundo Amarillo, nonché creatore e produttore della serie tv, ha annunciato che vi sarà una terza stagione, ma non subito, bensì tra due o tre anni, se non addirittura 4. Il motivo di tanta attesa è dovuto alla necessità di far crescere gli attori protagonisti. L’obiettivo di Espinosa, infatti, è quello di proseguire la serie fuori dall’ospedale, e raccontare le difficoltà, i sentimenti, le gioie e i dolori delle persone disabili da una prospettiva più adulta.