E’ stato un grande campione insignito del Pallone d’oro nel lontano 1993, un mito per grandi e piccini per tutta la sua brillante carriera e, ora, ospite del Festival di Sanremo 2013: Roberto Baggio calca il palco dell’Ariston profondamente emozionato e introdotto da un sonetto a lui dedicato. Fabio Fazio ripercorre il suo percorso calcistico, rammenta quella vittoria nel ‘94 tanto vicina per la Nazionale italiana, quell’infortunio in tenera età con cui ha dovuto convivere a lungo e, non per ultimo, il suo impegno umanitario.
E qui Baggio si illumina, acceso da una scintilla viva e ardente in grado di spiegare le ragioni che l’hanno avvicinato all’aiuto ai più bisognosi e meno fortunati al mondo. Già ambasciatore della Fao da oltre 10 anni, lo storico centrocampista della Fiorentina ripercorre il suo impegno all’interno dell’Organizzazione rammentando di un villaggio in Perù devastato da un’alluvione e della fierezza di quel popolo capace di risorgere dalle sue ceneri e la profonda amicizia che lo lega al Premio Nobel per la Pace 2012 San Suu Kyi.
A questo punto, Baggio legge una lettera indirizzata ai giovani desiderosi di intraprendere la carriera umanitaria offrendo preziosi consigli utili tanto per la missione, quanto per la vita. Parla della passione, di quel sentimento nascosto dentro di noi e in grado di farci affrontare anche le imprese più epiche e apparentemente impossibili; parla della gioia, rintracciabile tanto nello sguardo stanco di suo padre quanto in quello forte della madre quando era ancora adolescente; parla del coraggio, perché bisogna credere in se stessi e nelle proprie capacità per realizzare i suoi sogni; parla del sacrificio riferendosi, in prima persona, all’infortunio che l’ha colpito e che continua ad affliggerlo con dolori devastanti e, infine, del successo, inteso come realizzazione più piena e profonda di sè.