Gabriel Garko (foto US Warner Bros. Discovery)
È l’8 gennaio 2019 quando Teodosio Losito, sceneggiatore e produttore delle fiction Mediaset di maggior successo degli anni 2000, viene rinvenuto impiccato nella villa di Zagarolo in cui viveva insieme all’ex compagno Alberto Tarallo, con il quale aveva fondato la Ares Film. Poco dopo viene dichiarata la bancarotta della società di produzione e così, con questa triste vicenda, sembra calare il sipario su un patinato mondo di successi tv e divi da copertina. Se non fosse che il sipario si riapre bruscamente nel settembre del 2020 a seguito delle confidenze tra Rosalinda Cannavò, in arte Adua del Vesco, e Massimiliano Morra, concorrenti del Gf Vip. Attraverso le telecamere della casa più spiata di Italia il pubblico sente pronunciare parole pesanti, confuse ma pericolose: setta, magia nera, Lucifero, ricatti psicologici, manipolazioni, istigazione al suicidio, tutte riferite al magico mondo della Ares e, in particolar modo, proprio a quei due personaggi, Losito (in veste di vittima) e Tarallo (in veste di carnefice). Il fratello di Losito chiede alla Guardia di Finanza di gettare luce in quelle acque torbide, desideroso di scoprire se quelle dichiarazioni fossero la punta di un iceberg potenzialmente micidiale. Nove ha scelto di ricostruire la vicenda con un documentario dal titolo Ares Gate: la fabbrica delle illusioni in onda a settembre e già disponibile su Discovery+.