Fabrizio Corona deve restare in carcere. La Cassazione ha infatti confermato la misura di sorveglianza speciale (15 anni di reclusione) disposta a carico dell’ex fotografo dei vip dalla Corte di Appello di Milano nel maggio 2013. Nel loro verdetto, in particolare, i giudici hanno attestato la “pericolosità sociale” del re dei paparazzi con motivazioni molto severe: secondo la Corte, la vita lavorativa di Corona era scandita da “numerosi e cospicui precedenti penali” e “caratterizzata da frequentazioni criminali e da atteggiamenti fastidiosamente inclini alla violazione di ogni regola di civile convivenza”.
Cassazione: Corona, condotta senza scrupoli
Corona è attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera, dove sta scontando la condanna a 15 anni di reclusione per vari reati. Nella sentenza 20347 depositata ieri, giovedì 15 maggio, i supremi giudici hanno rilevato come il “modus vivendi” di Fabrizio fosse caratterizzato dalla “ricerca ad ogni costo di facili (ed illeciti) guadagni e da condotte prive di scrupoli volte ad accaparrare risorse da investire in un tenore di vita lussuoso e ricercato”. Motivazioni categoriche, che non lasciano spazio ad interpretazioni e mettono un punto fermo all’iter giudiziario che ha portato il ‘re dei paparazzi’ dietro le sbarre.
Senza successo, nel ricorso in Cassazione Fabrizio Corona aveva sostenuto che i reati contestatigli “hanno avuto un valore patrimoniale minimo, come ad esempio la spendita di monete false per 200 euro in una occasione e di meno di cinquemila in un’altra occasione” e che non erano così gravi da giustificare la misura di prevenzione fissata in un anno e sei mesi. In proposito, la Suprema Corte ha ricordato al condannato che, al contrario, i reati non sono di poco conto: si tratta di “estorsioni, ricettazione e spendita di carta moneta falsificata, reati fallimentari, evasioni fiscali, recenti denunce per truffa”.Le sentenze si rispettano non si commentano, specialmente quando sono definitive, ma stavolta l’impressione è che Corona abbia pagato il conto anche per altri.
Corona scrive a Chiambretti dal carcere: la lettera
Beffarda coincidenza, proprio nel giorno in cui la Cassazione ha depositato la propria sentenza, Corona è tornato a farsi sentire in tv tramite una lettera inviata a Piero Chiambretti e letta ieri sera – giovedì 15 maggio – nel programma di Italia 1 Chiambretti Supermarket. Nella missiva, il ‘re dei paparazzi’ parla della sua detenzione, fatta di momenti di sconforto ma anche della voglia di andare avanti.
“Quando sono entrato in carcere sapevo che sarebbe stata una battaglia, e in una battaglia ci sono i momenti di inevitabile sconforto (…) La sensazione di non farcela… – continua Corona – ma l’orgoglioso progetto di ricostruzione che ho deciso di fare su me stesso è stato più forte di tutta la merda che mi hanno tirato addosso in questi 480 giorni di galera. Mi sono attaccato al senso dell’impresa. Perché senza impresa non c’è evoluzione, non c’è neanche vita vera“
si legge nella lettera inviata a Chiambretti. In un altro stralcio, il ‘re dei paparazzi’ fa un tardivo esame di coscienza:
“Mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto: possibile che alla tua età non abbia ancora capito e apprezzato i veri valori della vita? Sei così effimero, così superficiale? Davvero vuoi sprecare la tua vita così? Tra sesso, droga, rock’ n’ roll, sentimenti “patinati” opportunistici e fasulli? Non ci credo. Quanto tempo dovrai stare in carcere per capire quello che veramente stai perdendo? Credi di essere immortale?“
Corona avrà molto tempo per rifletterci: lo ha deciso la Cassazione.
1. Nina ha scritto:
16 maggio 2014 alle 12:53