La nostra Milly Carlucci le prenderebbe al volo fra le sue apiranti Miss. Ma, per questioni anagrafiche, dovrà rinunciarvi. In compenso, sarà contenta che quel suo enigmatico motto, per cui “la bellezza è già talento“, decifrabile quanto un codice a barre e rilevatorio come il quarto segreto di Fatima, sia trasversale ed applicabile ad ogni campo televisivo. Anche al giornalismo.
Parliamo dei mezzibusto rosa del Tg5, che, da pochi giorni, hanno preso possesso (come vi avevamo annuciato in anteprima) degli studi del Palatino di Roma, relegando nell’oblio - con riferimento alle lucette rosse delle telecamere – i colleghi uomini con cui condividevano la scrivania delle 13.
Le coppie di fatto alla guida del Tg5 Giorno sono, infatti, state sciolte, per cui dentro sono rimaste Simona Branchetti, Claudia Geronzi, Elena Guarnieri e Paola Rivetta e fuori i loro partner mediatici; e, cioè, rispettivamente: Giuseppe Brindisi, Fabrizio Summonte, Luca Rigoni e Salvo Sottile. Al poker di giornaliste, il direttore Clemente Mimun, artefice di questo “golpe” interno al suo telegiornale, ha aggiunto una quinta donna: Costanza Calabrese.
Il motivo di tutto ciò? Ufficialmente, velocizzare la conduzione per evitare l’effetto passaggio del testimone che – a dire del direttore – creava momenti di stasi e spezzava la continuità dell’informazione. Ufficiosamente, aggiungeremmo un secondo motivo, qual è il maggiore appeal mediatico che un volto femminile ha sul pubblico da casa. Se a ciò mettiamo che le cinque giornaliste sono pure molto belle, stile SkyTg24, i conti tornano. Per fortuna, o purtroppo.
Il problema, infatti, è che non comprendiamo perché la soluzione da adottare debba necessariamente passare per un’epurazione tutta al maschile. Evidentemente, e torniamo alla tesi iniziale, ma riveduta e corretta, “la bellezza – specie se femminile – è già talento“. Altrimenti, non ci si spiega perché un Summonte, dopo anni di onorata carriera, debba andare, seppur momentaneamente, in “pensione da conduzione” o perché un Sottile, dopo tanti servizi sul campo, debba tornare, forse, a fare quello che faceva prima (seppur benissimo).
Noi, a questo punto, approttiamo dell’occasione e rivolgiamo una domanda direttamente ad Andrea Pamparana, l’indignato speciale del Tg5. Caro Pamparana, ma l’informazione per essere credibile deve essere solo bella e tutta in rosa? Pertanto, anche per amore verso tutte le Casalinghe di Voghera, invochiamo il rispetto delle quote azzure all’interno del Tg5.
E ci teniamo che a risponderci sia proprio tu, Andrea, perché non vorremmo che il buon Mimum diventi poco clemente anche con te e, di colpo, al tuo posto, ci faccia trovare una indignata speciale.
1. ROBERTO ha scritto:
6 ottobre 2009 alle 12:28