La “nuova” MTV ha un grande pregio: è forse l’unico broadcaster italiano in grado di raccontare senza filtri la realtà italiana, con idee sempre a basso costo, ma che non hanno nulla da invidiare alle grandi produzioni unscripted, e assolutamente coerenti con la linea editoriale, che punta ai giovani senza dubbio, ma che potrebbe affascinare anche i più grandi. Eppure manca ancora qualcosa, all’interno di questo grande contenitore.
Li abbiamo visti (quasi) tutti: dai calciatori alle ginnaste, senza dimenticare i ballerini del Teatro San Carlo di Napoli, e in questi giorni stiamo vedendo all’opera i performer dell’Accademia MAS di Milano nel nuovo Compagni di Ballo. Il problema è che, fino ad oggi, è stata raccontata una quotidianità “speciale”, se vogliamo, tra emozioni e problemi tipici dei ragazzi sì, ma pur sempre influenzati dal sacrificio dello sport, che permea le loro vite e rappresenta molto più che una passione.
Non un racconto fittizio, sia chiaro, ma il racconto di una normalità diversa dalle altre, che chiaramente la maggioranza dei ragazzi italiani non vive. Viene da chiedersi quindi per quale motivo MTV non abbia mai affiancato, al racconto del sacrificio e dello sport, il racconto nudo e crudo – sempre con la formula del docureality – della realtà che vivono gli adolescenti “comuni” di oggi, i nostri studenti delle scuole superiori ad esempio, impegnati tra i libri, gli amici, le assemblee, le famose “seghe scolastiche”, e i soliti problemi, d’amore certo, ma anche con i genitori e con gli insegnanti, quasi all’ordine del giorno.
Se da un lato sarebbe un esperimento fattibile – dopotutto gli ingredienti ci sono già tutti e sarebbe sufficiente scegliere accuratamente una classe di un istituto superiore – dall’altro si tratterebbe di una produzione più complicata rispetto a quanto già proposto, visto il notevole sforzo produttivo richiesto sia in fase di registrazione, poiché le situazioni non sono mai prevedibili, che in fase di montaggio, che deve necessariamente restituire un prodotto che abbia ritmo.
Oltre ad essere più affascinante, consentirebbe agli spettatori di immedesimarsi totalmente nei protagonisti delle storie, non solo rispetto ai docureality tematici della stessa rete ma soprattutto rispetto ai teen drama “puri” – ad oggi le uniche produzioni televisive che cercano di raccontare il mondo dei giovani – in cui, come d’altronde in tutte le fiction, si tende troppo a stereotipare i personaggi e ad estremizzare le storie, ottenendo un racconto decisamente lontano dalla normalità.
Ma proprio perché MTV è una rete a cui piacciono le sfide, ci chiediamo dunque: quando tocca ai nostri ragazzi?
1. faboulous ha scritto:
9 aprile 2014 alle 17:42