18
febbraio

RAI SCUOLA DIVENTA RAI QUARK. SI TENTA LA SFIDA A FOCUS?

luigi gubitosi rai quark

Luigi Gubitosi

Il futuro della tv è digitale. Lo sa bene Luigi Gubitosi, Direttore Generale della Rai che nel corso del 2013 ha investito un terzo del budget di 186 milioni alla digitalizzazione delle infrastrutture della tv di Stato. Il Tg2 è stato il primo telegiornale ad essere digitalizzato a partire dal gennaio dell’anno scorso. Il Tg1 e Tg3, come riportato da La Repubblica, partiranno invece a primavera, ed entro l’estate anche le redazioni del Tgr passeranno al digitale.

Le novità sul fronte del digitale riguarderanno anche i contenuti dei canali tematici, per i quali si è adottata una strategia basata su costi minori e pubblicità mirata. Dopo il restyling di Rai5, diventata dallo scorso dicembre il primo canale dedicato alle performing arts, con programmi culturali dedicati a teatro, balletto e musica, è arrivato il momento di mettere mano a Rai Scuola. Il canale dedicato alla formazione scolastica e alla didattica, nato nell’ottobre del 2009 dalle ceneri di Rai Edu Lab, e curato da Rai Educational, non è mai riuscito ad andare oltre le medie dello 0,01% di share. Risultati molto bassi, che si spera ora d’integrare con una rivoluzione totale della rete, a partire dal nome.

Rai Scuola diventa Rai Quark

Nei prossimi mesi Rai Scuola verrà ribattezzata in Rai Quark e avrà un palinsesto caratterizzato da un’offerta d’informazione scientifico-divulgativa. Il nuovo nome dato alla rete non può non portare alla mente la storica trasmissione Quark, lanciata nel 1981 da Piero Angela e tutt’ora presente nel palinsesto di Rai1 con il titolo Super Quark nel periodo estivo e durante le feste di fine anno. Non si conoscono ancora nel dettaglio i contenuti dell’offerta del nuovo canale, e se gli Angela, padre e figlio, saranno coinvolti nel progetto, ma sembra chiara la sfida diretta a Focus, il canale edito dal gruppo Discovery che, trattando argomenti di scienza, natura, e storia, è riuscito a raggiungere una media intorno allo 0,60% di share nelle 24 ore.

La ristrutturazione digitale riguarderà anche Rai Storia, ferma ad una media di poco superiore allo 0.10% di share, che già ora si affida a un panel di storici per il suo palinsesto. Infine, val la pena segnalare il progetto di Rai Teche, ovvero l’immenso archivio Rai. Qui la digitalizzazione di tutto il materiale potrebbe diventare anche il fulcro di un’offerta a pagamento: ad abbonamento o a pay-per-view.

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9 Commenti dei lettori »

1. W.Rai uno ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 11:56

bè certo che dovrebbero essere coinvolti Piero e Alberto Angela, magari gestire loro il palinsesto essere direttori di questo canale di Rai Quark…. l’iniziativa mi piace ottimo !!!!



2. Tommi ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 12:27

Fa bene la Rai a sfruttare i nomi storici dei suoi programmi per i nuovi canali.

Basti pensare a Rai Gulp e al programma storico SuperGulp!



3. Tania ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 12:35

Era ora,quando ho letto ieri la notizia mi son detta “meno male”



4. lordchaotic ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 13:07

offerta in abbonamento o pay per view??? ma la rai non si era detto non potesse aver formule a pagamento xche servizio pubblico?

rai quark non vedo l’ora, oltre a piero e alberto angela dovrebbero anche coinvolgere la colò e la sagramola



5. mugnezz ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 13:25

prima faceva lo 0.01 , dopo il 0.02



6. W.Rai uno ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 13:51

per mè devono coinvolgere nel progetto di RaiQuark Licia Colo’, Sveva Sagramola e Mario Tozzi….. oltre a Piero e Alberto Angela

nn vedo l’ora ….. di conoscere il palinsesto, almeno se non cè niente dà vedere la sera la piazzo a RaiQuark ed è a posto……



7. W.Rai uno ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 13:53

ops, dimenticavo anche Roberto Giacobbo….



8. salvatore ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 15:40

lordchaotic , la Rai sarebbe già una pay per view , solo che trasmette in chiaro e quindi la vede anche chi non paga il canone , quindi penso sia giusto che debba essere vista solo da chi paga il canone , magari criptassero le tv e distribuissero delle card a chi paga il canone .



9. salvatore ha scritto:

18 febbraio 2014 alle 15:54

Per quanto riguarda Braccialetti rosssi , a me disiace per Davide , ma hanno dovuto rispettare il format originale , ma questo vale per tutte le serie importate , si rispettano i format originali e nelle eventuali seconde serie , si cerca un adattamento per il pubblico italiano , è successo con Un medico in famiglia , I cesaroni , Raccontami ed anche con quiz e reality .



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