16
febbraio

FUORI QUADRO: ACHILLE BONITO OLIVA AL POSTO DI PHILIPPE DAVERIO ALLA DOMENICA SU RAI3

Achille Bonito Oliva

Dopo il poco fortunato esperimento di Dopotutto non è brutto, la Rai torna a parlare d’arte al proprio pubblico, con un’offerta ben più consona per quanto riguarda rete, collocazione oraria e padrone di casa. Niente terza serata su Rai1, e neppure Geppi Cucciari (ora alle prese con la cultura in Un Pugno di libri) nelle vesti d’insolito Cicerone: il nuovo appuntamento, dal titolo Fuori quadro, debutta quest’oggi alle 13,25 su Rai3, e vede come ideatore e conduttore il critico d’arte Achille Bonito Oliva.

La trasmissione scritta con Cecilia Casorati, Paola Marino, Alessandro Buccini, per la regia di Domenico De Orsi, andrà ad occupare lo spazio in palinsesto occupato per anni da Philippe Daverio, con Passepartout e con il più recente Il Capitale. Le dodici puntate previste saranno tematiche e attraverseranno l’arte contemporanea con aperture ad altri linguaggi come architettura, cinema, video, musica. Achille Bonito Oliva incontrerà artisti, fotografi, architetti, musicisti, curatori, direttori di musei, collezionisti, galleristi, che costituiscono i diversi anelli del sistema dell’arte. Il critico d’arte, tra i più famosi a livello internazionale, ha così definito il suo nuovo impegno sulla rete diretta da Andrea Vianello.

“Fuori quadro è una trasmissione di educazione al gusto del contemporaneo attraverso una trama che non vuole essere pedante, ma piuttosto penetrante. La speranza è quella di poter guidare lo spettatore nelle molteplici direzioni dell’arte contemporanea che non è un labirinto, ma una strada con molti sentieri luminosi”.

Ogni settimana il programma affronterà un tema con indagini e riflessioni storiche, interviste ai diversi addetti ai lavori italiani e stranieri, immagini mai presentate prima sulla tv generalista. In ogni puntata saranno presenti anche inserti di video arte e la rubrica “Opera Aperta” con il focus su un’opera d’arte contemporanea collegata al tema trattato. Come dichiarato da Bonito Oliva, Fuori Quadro cercherà di cogliere la complessità dei linguaggi contemporanei.

“Non sarà un programma sull’arte, ma sulla super-arte, una trasmissione interdisciplinare, transnazionale e multimediale. Ogni appuntamento coprirà lo spettro completo dell’arte che comprende il critico che spiega, l’artista che crea, il museo che storicizza, il collezionista che tesaurizza, il gallerista che espone, i media che celebrano, il pubblico che contempla.”

Fuori Quadro, le puntate

In Totale – Domenica 16 febbraio

Per molti secoli l’arte ha parlato lingue e linguaggi diversi e separati affidando per un lungo periodo il primato all’architettura, in un altro periodo alla pittura. Nel Seicento, con il Barocco, inizia ad emergere l’esigenza di dare rappresentazione a un nuovo tipo di società, più complessa, anche attraverso un’idea di spettacolo: si comincia così a parlare di sintesi delle arti e di arte totale.

Siamo tutti nervosi - Domenica 23 febbraio

Il XX secolo è stato un secolo molto nervoso. Un secolo considerato breve, in realtà estremamente lungo, problematico, anche perché con Freud entra in scena la psicanalisi. Il nervosismo, il perturbante, anche per ragioni storiche come le tragedie delle grandi guerre, penetra velocemente nei primi anni del secolo non solo nel tessuto sociale ma anche in quello dell’arte.

Il Bello del quotidiano

La puntata si occuperà del dialogo e delle contaminazioni tra arte e vita; della volontà – sempre più evidente nell’arte figurativa, nella danza, nel teatro e persino nella haute cuisine – di cancellare il limite che le separa. Arte come modus vivendi, come modalità alternativa di agire e di pensare il mondo (Futurismo), come capacità di trasformare i luoghi del quotidiano (Metropolitana di Napoli). Vita come deposito inesauribile di immagini e di atmosfere, ma anche – più semplicemente – come territorio di condivisione.

L’arte serve

La puntata affronterà il tema dell’impegno politico e civile nelle arti contemporanee, partendo da Guernica, il famoso quadro che Pablo Picasso dipinse nel 1937 dopo il bombardamento dell’omonima città spagnola, per arrivare alla ricerca delle giovani generazioni. Gli artisti come “hackers del reale” occupano con la loro ricerca il terreno dell’attualità e ne rimandano un’immagine critica, distante dall’edulcorazione mediatica.

Arte Pubblica

Nella puntata verranno presentati i più significativi esempi di arte pubblica degli ultimi 40 anni con alcune incursioni nel passato. Arte pubblica non come retorica monumentalità, semplice arredo o commento all’involucro architettonico, quanto piuttosto come struttura interagente con lo spazio della città, inciampo felice per lo sguardo dei passanti che attraversano gli spazi con attenzione e, più spesso, con disattenzione.

Le tribù dell’arte

La puntata prenderà in esame esempi e modelli di tribù culturali e artistiche contemporanee che hanno affrontato il problema dell’aggregazione in maniera creativa e costruttiva. Le tribù dell’arte, considerate un fenomeno caratteristico degli anni 70, nascono nelle grandi città dominate dall’anonimato e dalla standardizzazione sociale e tendono a collegarsi tra loro attraverso il collante dell’affinità culturale e della pratica quotidiana. L’atteggiamento tribale, l’essere sodali, diventano elementi di propulsione e di espansione delle prospettive dei singoli.

Il deposito del bello

La puntata racconterà l’evoluzione del museo nella contemporaneità: da luogo della conservazione e della contemplazione a piazza e territorio di consumo; da spazio della celebrazione eterna a contenitore temporaneo e lavanderia dell’arte, capace di assorbire e dissolvere scandali e sovversioni.

Previsioni del tempo

La puntata sarà dedicata al tempo. Il tempo come memoria, come misura, come accelerazione, come durata e provvisorietà, ma soprattutto come forza capace di muovere, trasformare la materia e di animare le forme. Si parlerà anche del tempo atmosferico e delle relazioni tra arte e natura.

Pericolo

La puntata parlerà dell’incertezza che contraddistingue il nostro tempo. Un senso di preoccupazione, di pericolo costante, di situazione ambigua, caratterizzano le opere di alcuni artisti contemporanei, raccontando storie che prendono spunto dalla cronaca, da un susseguirsi di vissuti ordinari e, insieme, drammatici, che spesso gli artisti hanno vissuto, almeno in parte, sulla propria pelle.

Amore Mio

Esiste un modo diverso di parlare di temi abusati come amore e passione? Partendo dalla prima mostra curata da Achille Bonito Oliva – intitolata proprio “Amore mio” -, la puntata illustrerà i frammenti del discorso amoroso contemporaneo, attraverso le espressioni di artisti, poeti, registi e musicisti.

Il Collezionista

La puntata traccerà la figura del collezionista d’arte contemporanea, non solo amateur e portatore di un gusto personale, ma sempre più attento conoscitore della complessa e problematica scena internazionale. Il collezionismo come status symbol, come positiva ossessione, ma soprattutto attività protagonista e, spesso, lavoro imprenditoriale.

Red Carpet

La puntata si occuperà di un aspetto particolare dell’assetto attuale del sistema dell’arte, che vede sempre di più i suoi protagonisti assumere e interpretare un ruolo di vere e proprie star. Questo fenomeno, particolarmente evidente nel mondo dell’architettura e in un ristretto novero di artisti onnipresenti nelle principali rassegne espositive internazionali, sembra mutuare oggi più che mai gli stessi meccanismi di protagonismo mediatico del cinema hollywoodiano e della musica pop.



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