Fanno discutere, gli animali da laboratorio. Ma anche quelli col pc in mano, che nei giorni scorsi hanno insultato su Facebook la giovane Caterina Simonsen, affetta da una rarissima malattia genetica. Sul popolare social network, la studentessa 25enne si era detta a favore dei test medici sugli animali, senza i quali lei stessa sarebbe morta all’età di nove anni. Apriti cielo: all’indirizzo di Caterina sono arrivate offese pesantissime da parte di alcuni estremisti animalisti, scagliatisi in difesa della loro ideologia.
Caterina Simonsen: gli insulti degli animalisti
L’accaduto ha suscitato scalpore e sono stati tanti i messaggi di solidarietà recapitati alla ragazza. Sui social network è persino nato l’hashtag #iostoconcaterina, in difesa della studentessa malata. Il caso Simonsen ha pure richiamato l’attenzione di alcuni tg nazionali, con servizi dedicati. Così, sul piccolo schermo è deflagrato il tema della sperimentazione animale, al quale – in verità – la tv nostrana non ha mai dedicato particolari approfondimenti. Ed è questo aspetto ad imporci una riflessione: una maggior informazione sull’argomento avrebbe potuto placare certe offese brutali rivolte a Caterina? La tv fa davvero la sua parte?
Vivisezione: in tv informazione parziale
Al riguardo, un dato pare inconfutabile: sull’utilità o sulle critiche alla vivisezione, il pubblico è poco informato. Il dibattito scientifico è acceso, ma in tv la discussione viene spesso riportata in maniera semplicistica o parziale. Anche i programmi d’approfondimento medico o di denuncia sociale ne parlano velocemente (o poco), e a far notizia sono solo le proteste degli animalisti, anch’esse presentate in tono sensazionalistico più che divulgativo. Le telecamere, spesso al seguito di qualche improvvisato paladino degli “amici a quattro zampe”, indugiano sulle gabbie dei “poveri cuccioli”, non senza un certo sentimentalismo.
Capita pure che l’inviato di turno avvicini il microfono alla bestiola: “sentite come soffre”. Miao miao, squit squit. Il tutto, senza alcun reale approfondimento sulle ragioni a favore o contro la vivisezione. Eppure, l’argomento meriterebbe di essere trattato con l’adeguato rigore scientifico, perché – come dimostra la storia di Caterina – la ricerca può aiutare concretamente una vita umana.
Non abbiamo le competenze per decretare se la sperimentazione animale sia o meno l’unica strada percorribile, e proprio per questo gradiremmo che il piccolo schermo si approcciasse adeguatamente ad un tema così delicato. Veicolare informazioni approssimative o sposare una tesi (piuttosto che un altra) è un sempre un atteggiamento rischioso. Gli insulti sul web a Caterina ce lo ricordano: stiamo dalla sua parte.
1. Nina ha scritto:
30 dicembre 2013 alle 16:55