15
giugno

LA GUERRA DEI MONDI: PARENZO (CON)VINCE PIU’ DELL’INFOTAINMENT SUBLIMINALE

La Guerra dei Mondi

La Guerra dei Mondi

La tv d’attualità si prepara all’estate. Cerca di reinventarsi «leggera» cadendo nel superficiale. Succede a Rai 3, grazie al nuovo talk show La Guerra dei Mondi, condotto al venerdì sera da David Parenzo. Scontri e incontri generazionali tra politica, economia e informazione, in un «face to face» tra giovanissimi militanti della crisi e vecchi o «diversamente giovani» – come preferite chiamarli – pronti a discernere nell’arte mediatica della tuttologia.

Un misto ben fritto o un’accozzaglia manchevole? Una domanda inevitabile a cui il programma ha risposto stasera con elementi di intrattenimento mixati con l’approfondimento giornalistico di prima serata. La sigla – sui generis e atipica per Rai 3 – ricorda molto il ritmo e le astrazioni de Le Invasioni Barbariche. Di Michele Santoro, invece, c’era il «suo» filosofo Massimo Cacciari, denominato per l’occasione «il saggio» de La Guerra dei Mondi, che ha abbandonato lo studio (puntuale come un orologio svizzero!) dopo che – secondo il filosofo – l’acceso dibattito con l’imprenditore Ernesto Preatoni (che  ha ricevuto in studio 150 curricula per assumere giovani in Birmania) era diventato praticamente insostenibile. Poltrona vuota, dunque, e  collegamento terminato a metà puntata.

Non è solo da La 7 che il programma sembra avrebbe preso spunto: lo scontro generazionale tra giovani studenti in crisi e politici (ancora) sulla cresta dell’onda, sindacalisti e intellettuali, si consuma in una scenografia che, nei tempi e nei modi, tanto ricorda i più noti spalti dell’intrattenimento di Bonolis nello scontro «evolutivo» tra le «specie» del piccolo schermo. E trovi anche uno dei volti noti delle resse di Mediaset, Giampiero Mughini, che non si trattiene dal lasciarsi scappare un paio di parolacce.

Su questa formula non così semplice ma sicuramente digeribile e ritmata, si innesta un linguaggio a metà tra il concreto e il formale, tra il realismo «confezionato» per raccontare la crisi come la tv vuole raccontarla, e l’idealismo rappresentato da soluzioni esterofile e teorie filosofiche tanto rigettate quanto riproposte.

Il tono della narrazione non è sempre umile, vive di bipolarismi con cui i protagonisti del ring del confronto tendono a riscattarsi o ad emanciparsi. Il tutto avviene in due ore, in diretta, tra imprevisti, dialoghi e parole-oggetti chiave. Stasera, ad esempio, per parlare di precarietà si è scelto il pomodoro. Insomma, c’è proprio «tutto di tutti». Anche Pinuccio – star comica del web – approda a Rai 3, dove si ride persino e scrosciano applausi (inutili?).

Nota di merito al conduttore, il giornalista David Parenzo, che da «zanzara» – pur essendo in diretta e alla sua prima puntata – ha saputo costruire dibattito e filtro con una conduzione dal «pungiglione velenoso». Da apprezzare visto che, a causa del suo approdo al servizio pubblico, non ci avrebbe stupito così tanto il modellamento del suo stile giornalistico (d’altro canto ce lo aveva detto chiaramente). Venerdì prossimo, altro ciclo altro scontro generazionale.

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1 Commento dei lettori »

1. Giuseppe ha scritto:

15 giugno 2013 alle 07:37

Tutto sommato il programma è guardabile almeno per un altra puntata e, forse, è anche meno noioso di tanti altri.



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