Ce l’hanno fatta. Dopo la bellezza di dieci anni, Rai2 trova finalmente il suo show comico da “prima serata”, e ad Angelo Teodoli piove addosso un’altra “vittoria” dopo The Voice: se anche il secondo appuntamento “estivo” dovesse raggiungere gli stessi incoraggianti risultati d’ascolto, non c’è dubbio che Made in Sud possa fare il “grande salto” e finire diretto in periodo di garanzia per coprire un’altra serata. E dire che di acqua sotto i ponti ne è passata: tutti (non solo alla seconda rete) – in virtù dei successi comici di Cologno, Zelig e Colorado in testa – hanno sperimentato in tal senso, nessuno però ha mai raggiunto gli obiettivi sperati.
Anni di sperimentazioni televisive che, va detto, non hanno mai dato i loro frutti. Alla fine, “disperati”, si sono accaparrati Made in Sud, che è stata forse una delle mosse strategiche più furbe che l’azienda pubblica potesse fare: il contenitore comico di stampo meridionale, nato nel 2008, funziona soprattutto perché ha un’importante storia alle spalle – che a tratti ricorda quella del Seven Show – e una struttura tipicamente teatrale-cabarettistica, come nelle “migliori” tradizioni di questo genere. E con gli anni si è coltivato un suo pubblico: in teatro in primis, ma anche in tv, sempre però su reti defilate (Canale 34 TeleNapoli, poi Comedy Central e Mtv), che hanno contribuito a fidelizzare gli spettatori.
Il programma ricalca in tutto e per tutto lo stile dei più blasonati Zelig e Colorado, e la versione da prime time non differisce affatto da quanto proposto mesi addietro in seconda serata, a parte i soliti cambiamenti scenografici – forse un po’ eccessivi – operati per l’occasione. Stesso canovaccio dunque, ma anche stessa comicità: Made in Sud, come Colorado, fa dei tormentoni, delle esibizioni brevi e della battuta facile e veloce i suoi cavalli di battaglia, puntando però sul pubblico “terrone”. Tutto l’opposto della (comunque facile, in Italia) satira politica e della tanto chiacchierata stand up comedy alla Aggratis, che nel Belpaese peraltro continua a non funzionare, non solo per le “tipologie di pubblico” ma anche per la mancanza di comedian che si possano definire tali.
C’è però una caratteristica che accomuna Made in Sud e il nuovo programma di Gregorio Paolini, seppur per motivi diversi: l’alchimia tra i conduttori. Ma se in Aggratis il merito è in gran parte della coppia Francini-Canino, nel contenitore prodotto da Tunnel “il valore aggiunto” è da ricercarsi nei testi studiati ad-hoc per i quattro – Gigi e Ross, Fatima Trotta ed Elisabetta Gregoraci – i cui siparietti, a volte, sono addirittura migliori degli sketch dei vari protagonisti.
Insomma, gli ingredienti c’erano tutti per “sfondare”, e gli ascolti ottenuti in seconda serata – nonostante i tanti sballottamenti di palinsesto – erano solo un ottimo presagio. Che Rai2 abbia finalmente trovato la sua gallina d’oro?
1. Franco2 ha scritto:
7 giugno 2013 alle 14:59