L’aria che si respira nel ring di Mtv Spit è più snob che rap. Snobismo potrebbe esserci, ad esempio, rispetto a Moreno Donadoni, semifinalista di Amici 2013 che ha deciso di prendere parte al talent show di Maria De Filippi (e chissà che non lo vinca!). Sì, Moreno. Perché la sensazione è che le bocche rappanti di Mtv Spit, se avessero parlato, avrebbero detto che Moreno è un rapper di serie B.
“Conviene senz’altro non andare ad Amici“. E’ questa, infatti, una delle rime venute fuori nella prima sfida in freestyle vinta poi da Nitro. A fargli meritare il posto da finalista della seconda edizione tre voti favorevoli, contrario solo Morgan che ha preferito la Mc di 23 anni Nill.
Moreno – dicevamo – potrebbe cominciare a tremare perché è sì il primo rapper ad aver pubblicato un album dopo la partecipazione ad un talent, ma potrebbe non essere l’unico a sfruttare gli onori della popolarità. Sì, perché non è da escludere che anche i rappers di Mtv Spit comincino a vendere dischi in un futuro non troppo remoto, visti il riscontro positivo del programma e il boom del rap in tv e sul web.
Marracash, dal canto suo, nel corso della serata non si fa problemi nel dire la propria, abbandonando i canoni del conduttore imparziale che non si deve schierare: lo ha fatto chiaramente quando ha preso le parti di uno degli Mc invitando Morgan a rivedere il proprio giudizio.
Non mancano nemmeno alcune analogie tra Mtv Spit e altri talent: Ensi, per esempio, vincitore della prima edizione del programma, è finito in giuria insieme a Max Pezzali, Morgan e Paola Zukar. Sorte che, a pensarci bene, potrebbe essere giudicata simile a quella toccata ad Emma Marrone, già vincitrice in passato e poi direttore artistico di Amici 2013. Come Noemi del resto che, da X Factor, ha sbarcato il lunario con The Voice.
Ottimo il meccanismo “crudele” dell’eliminazione diretta decisa dai quattro giudici che, in caso di pareggio ed indecisione, fanno affidamento al bordellometro, una sorta di applausometro in chiave rap, ovviamente.
Il linguaggio di Mtv Spit non è mai fuori luogo, anche quando si parla per parolacce, seguendo una contestualizzazione più ampia che mira a presentare i protagonisti sul ring e il loro mondo interiore, espresso in rime. Anche se, qualche volta, la credibilità di alcuni rapper viene meno, perché l’originalità testuale non sempre c’è stata. Almeno stasera.
Se le clip di presentazione sono esaustive e attirano l’attenzione del telespettatore nello scoprire i vari ’sfidanti’ del primo rapper già presentato in studio, nel corso delle sfide mancano i loro nomi in sovra-impressione che, se presenti, faciliterebbero l’identificazione dei protagonisti.
1. roxy ha scritto:
9 maggio 2013 alle 08:19