8
maggio

GIRO D’ITALIA 2013: TELESPETTATORI CONTRO LA RAI PER LE DIDASCALIE IN INGLESE

Giro d'Italia 2013

L’ampia copertura garantita dalla Rai per la 96° edizione del Giro d’Italia, arricchita per la prima volta nella storia dalla messa in onda in alta definizione (qui tutta la programmazione in tv e qui tutte le tappe della corsa), non è bastata a soddisfare il sempre più esigente telespettatore che, ora, manifesta malcontento per le didascalie in inglese, anziché in italiano, che appaiono durante la diretta del Giro.

“Chasing group” segnala il gruppo degli inseguitori, “front of the race” la testa della corsa, “intermediate sprint” il traguardo volante, “back of the peloton” la coda del gruppo, etc… Gli storici fans della Corsa Rosa e, soprattutto, i meno “affezionati” alla lingua inglese lamentano la mancata traduzione da parte della Rai di determinate scritte, talvolta fondamentali nel comprendere certe inquadrature durante la diretta delle tappe.

Michele Acquarone, direttore generale della Rcs Sport (società organizzatrice del Giro d’Italia), si solleva da ogni responsabilità, giustificando l’utilizzo di quella che è ormai la lingua parlata in tutto il mondo e “scaricando” alla tv di Stato la decisione (non presa) di tradurre le didascalie a favore dei telespettatori:

“Il Giro è un evento internazionale che esportiamo in tutto il mondo – ha dichiarato Acquarone a La Stampa – Non possiamo pensare soltanto all’Italia. La Rai ha comunque la facoltà di tradurre, se vuole, le didascalie. Probabilmente non l’ha fatto perché sarebbe un lavoro complesso e temo anche costoso. E in tempi di crisi…”

…il telespettatore si deve accontentare. Magari affiancando al telecomando un bel vocabolario di inglese.

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22 Commenti dei lettori »

1. Peter ha scritto:

8 maggio 2013 alle 12:06

Han sempre prodotto il giro con la dopppia grafica, la Rai mandava quella italiana e per l’estero c’era quella inglese (vedi Eurosport). Evidentemente con il fatto che sono passati all’HD non sono in grado di gestire la cosa…



2. Nicola ha scritto:

8 maggio 2013 alle 12:06

Ossignur…..se ci lamentiamo per 4 parole scritte in inglese…



3. ale88 ha scritto:

8 maggio 2013 alle 12:12

che poi son le stesse 4-5 scritte, non 10000. una volta imparate…



4. simone ha scritto:

8 maggio 2013 alle 12:18

il problema è che il giro ormai lo guardano solo i pensionati…
ormai lo fanno di pomeriggio nei giorni lavorativi…
apparte i pensionati e i meridionali chi lo guarda???
certo che per loro l’inglese non è molto alla portata…



5. Andrea ha scritto:

8 maggio 2013 alle 12:29

Simone, scusa, odio far polemica, ma hai davvero sottinteso che l’inglese non sia alla portata dei meridionali?

Non nascondiamoci dietro un dito, l’inglese ha scarsissima diffusione in tutta la penisola…
A riguardo della questione sottotitoli: gli spettatori si adeguino, non muore nessuno ad imparare 4 nuove parole.



6. RV ha scritto:

8 maggio 2013 alle 13:09

Simone davvero un commento stupido! Io abito a Milano dalla nascita e ti assicuro che di ‘lombardi purosangue’ che non capiscono l’inglese ce ne sono davvero tanti, come dice Andrea l’inglese è scarsamente diffuso in tutta Italia. E gente che cazzeggia tutto il giorno e può andare tranquillamente a casa a vedersi il Giro ce n’é tanta anche a Milano fidati!!



7. Dasmix ha scritto:

8 maggio 2013 alle 13:34

Ma mettere semplicemente la scritta animata prima in ITA e poi che cambia in INGL no?

Non richiede così tanta difficoltà informatica.



8. Marco89 ha scritto:

8 maggio 2013 alle 13:38

Ah perchè in Veneto da me la gente sa parlare fluentemente l’ inglese?????



9. Andycolor ha scritto:

8 maggio 2013 alle 15:49

Se la RAI mette le didascalie in inglese perchè vende la trasmissione all’estero và anche bene,però siamo in Italia e mi pare doveroso ci debba essere anche la didascalia in Italiano per riguardo ai tantissimi Italiani,orgogliosi della propria bellissima lingua, che l’Inglese non lo conoscono, che per loro tradurre non è una questione assolutamente facile,per coltura,età,ecc,che però hanno pagato il canone RAI e quindi hanno diritto a godere appieno della trasmissione.Trasmissione indubbiamente molto bella e degna di lode.



10. Stefano ha scritto:

8 maggio 2013 alle 16:06

Siamo palesemente contro la legge!!!!

la lingua UFFICIALE dell’Italia è l’ Italiano, la rai (tv PUBBLICA) ha l’ OBBLIGO di scrivere in ITALIANO!



11. gigi ha scritto:

8 maggio 2013 alle 16:51

Siamo un popolo di cialtroni con nemmeno un minimo di orgoglio nazionale capaci di vendersi come delle pu…ne per denaro vedi appunto le didascalie in inglese. Col cavolo che si vedrà mai un tour de France con didascalie in inglese o altra lingua diversa dal francese.



12. Davide Maggio ha scritto:

8 maggio 2013 alle 16:59

gigi: che c’entra il ‘vendersi’?



13. Mickey ha scritto:

8 maggio 2013 alle 19:07

Caro Simone, parlo (e scrivo) correttamente inglese, spagnolo, francese e portoghese.

Sono siciliano, e non ho mai viaggiato all’estero. Ho imparato tutto ciò che so da autodidatta, e grazie a passione (“cultura personale”, di cui ormai in questo Paese bisogna vergognarsi).

Tu, invece, non sai l’italiano: hai scritto APPARTE (parola che non esiste) anziché A PARTE.

Cordialità.



14. gigi ha scritto:

8 maggio 2013 alle 19:21

Il “vendersi” è riferito al fatto che si tratta di semplice e puro marketing…si deve vendere il “prodotto” giro all’estero. E noi italiani siamo bravissimi a venderci…lo si denota da come sta andando a rotoli il paese.



15. melapaul ha scritto:

8 maggio 2013 alle 20:19

ma che polemica è?? dai, un pò di inglese a scuola l’abbiamo studiato tutti, e comunque per quelle poche parole basta cercarle sui dizionari, s’impara subito! p.s. nell’immagine “front of the race” significa “testa della corsa”!



16. gigi ha scritto:

8 maggio 2013 alle 21:27

La polemica è per l’appunto che la gara è organizzata in Italia e trasmessa da rete nazionale Italiana ed è giusto che anche le scritte siano tali, Se si considera inoltre che oltre il 60% di persone che seguono il ciclismo in Italia sono over 60 è logico comprendere le difficoltà di queste persone nel “decifrare” le didascalie in inglese.E’ ovvio che imparare l’inglese non fa male, ma mettersi a sfogliare il dizionario inglese-italiano nel bel mezzo della gara è una soluzione farlocca, perdipiù non tutti a casa hanno il dizionario sopracitato, e non tutti sanno usare internet per rimediare alla cosa, oltre alla non tanto pratica cosa di mettersi a navigare in internet mentre magari avviene bagarre in corsa…La soluzione dei dizionari la si potrebbe rigirare anche all’estero,(inteso come persona), che segue la corsa. Se non capisce le didascalie in italiano potrebbe benissimo prendersi il dizionario ed imparare qualche vocabolo della nostra lingua.
Ripeto…provate a vedere se i francesi mettono le scritte in inglese al Tour!!!



17. Fabio Fabbretti ha scritto:

8 maggio 2013 alle 21:48

melapaul: c’è già scritto nell’articolo ;)



18. luciano ha scritto:

12 maggio 2013 alle 00:07

per i saputelli poliglotta: c’è gente che ha sempre seguito il giro personalmente, per radio o per televisione…che voi ancora non eravate nei testicoli dei vostri padri. Gente purtroppo che non ha potuto studiare le lingue. Meritano un pò di rispetto. Che ci vuole a mettere la doppia scritta? Se proprio vogliamo essere tanto internazionali?



19. luciano ha scritto:

12 maggio 2013 alle 00:13

…e aggiungo: perchè durante la tappa non appaiono più le altimetrie del percorso con la posizione dei corridori in tempo reale come negli anni precedenti? Anche qui una questione di lingua?



20. Andrea ha scritto:

12 maggio 2013 alle 10:09

Luciano, l’età che c’entra? E’ una questione di “siamo grandi e abbiamo ragione”? Che ragionamento moderno!
Non si tratta di studiare le lingue, sono un paio di termini, eh.

Per chi poi parla della Francia: non è che solo perché lo fanno loro allora sia giusto, eh. L’iperprotezionismo linguistico può diventare ridicolo (e anche tra i commenti di chi si lamenta delle scritte in inglese vedo che fioccano termini non propriamente italiani…).



21. gigi ha scritto:

17 maggio 2013 alle 16:45

L’ Iperprotezionismo linguistico potrà esistere in Francia dove sono molto nazionalisti ed in Spagna molti termini inglesi vengono non tradotti ma “adattati” alla lingua spagnola…esempio l’hot dog americano che letteralmente in italiano sarebbe “cane caldo” in Spagna lo hanno tramutato in “perro caliente” ovvero “cane caldo” per l’appunto.Sta pur tranquillo che l’iperprotezionismo non esiste certamente qui in Italia.Qui se si può si adottano tutti i termini stranieri possibili ed immaginabili.(non c’entra nulla con la lingua ma ti faccio l’esempio dell’adozione da parte nostra, da 5/6 anni a questa parte, della festa di Halloween, con zucche e mascherate varie a discapito di feste nostrane oramai scomparse tipo la Segavecchia).Quindi un pò di iperprotezionismo linguistico,e non solo linguistico, non ci farebbe certamente male.Torno comunque a ripetere che le scritte in sovraimpressione del Giro, vuoi che la gara è italiana, vuoi che la corsa si svolge in Italia, vuoi che la copertura è affidata alla RAI e vuoi per tradizione, è giusto che siano in italiano.Per quelle pochissime volte che possiamo utilizzare la nostra lingua in competizioni internazionali dimmi il perchè non la si deve usare!!!Vai a spiegare al vecchietto di 80 anni che segue il Giro che non si tratta di studiare le lingue e che sono solo un paio di parole.
Ho utilizzato il termini estero “internet”…perchè non c’è un termine vero e proprio italiano.Bagarre è francese, mi scuso per questo, vuol dire “combattere…o darsi battaglia”, però non l’ho utilizzato nel contesto di “scritta in sovraimpressione” ed è un termine oramai di uso molto frequente in italiano.
Saluti.



22. Davide Palermo ha scritto:

20 maggio 2013 alle 15:51

Io dico che è vergognoso! Oltraggioso della nostra cultura. Se sono sempre quei quattro termini, cosa ci vuole ad impararli anche in italiano! Questo è marketing venuto male! La Ferrari testarossa non l’hanno chiamata redhead e la Vespa non è wasp eppure hanno venduto in tutto il mondo. Se ci fate caso sono i paesi più provinciali che utilizzano l’inglese come lingua ufficiale nelle manifestazioni. Se potessi seguire il giro mi porrei vicino all’arrivo con un cartello gigante “testa della corsa”.

By the way I speak english but I’m proud to be italian!



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