E’ tutto pronto per la vendita del Seattle Grace, ma Derek, Meredith, Cristina e Callie non si arrendono e così la sedicesima puntata della nona stagione di Grey’s Anatomy ruota attorno a un personaggio sul cui “portafoglio” si ripongono le speranze dei medici che non vogliono perdere il proprio ospedale. Si tratta di Julian Crest, un imprenditore che potrebbe essere interessato all’acquisto, anche se richiede la presenza di qualcuno che poi possa fungere da capo della struttura.
E chi se non Richard Webber sarebbe il più adatto a svolgere questo ruolo? Tanto più che si viene a sapere che, come nelle migliori delle favole, l’acquirente proposto dalla Cahill, la Pegasus, è cattivo. Vuole comprare l’ospedale solo per poi smembrarlo e licenziare tutti i dipendenti. Si sa al Seattle Grace ci sono mille orecchie e alla fine si viene a sapere sempre tutto. Ovviamente, la voce arriva anche a Owen, che, indispettito, chiede alla Pegasus di aspettare un altro giorno.
Una volta coinvolto Richard nel loro piano, i medici fremono in attesa della risposta di Julian Crest. Tagliamo corto, vi diciamo subito che l’imprenditore risponderà no. L’investimento è troppo azzardato. Ai medici non resta altro che battere la ritirata sconsolati. Non c’è nulla più da fare per salvare il Seatlle Grace. Non ci sarebbe più nulla, perchè mica ci saremo scordati con chi sta avendo una relazione Richard Webber?
Con Catherine Avery, che è la madre di Jackson, ma quello che conta di più in questo momento è che è la donna che gestisce la Harper Avery Foundation, praticamente la fondazione che può salvare l’ospedale. Catherine infatti riunisce i medici e si offre di aiutarli nell’operazione di acquisto. C’è un però. D’altronde è una serie tv, mica un’operazione di fusione tra multinazionali. Il però riguarda Jackson. Ci sarà l’acquisto solo se Jackson entrerà a far parte del consiglio di amministrazione per rappresentare la fondazione. A questo punto non resta che aspettare la risposta di Jackson per scoprire se nella prossima puntata i nostri medici avranno un ospedale in cui lavorare.