Non c’è pace per la numerazione automatica (LCN) dei canali del digitale terrestre. Dopo l’annullamento ad opera del Consiglio di Stato del precedente piano in virtù dei ricorsi di alcune emittenti locali, in testa Telenorba, ma anche di Sky, che avevano espresso dubbi circa l’attribuzione dei numeri 7, 8 e 9, AGCOM ha finalmente ridefinito lo schema in base ad un’attenta indagine di mercato (svolta dall’Istituto Piepoli con metodologia CATI su un campione di 23600 unità) e alle consuete consultazioni pubbliche, avviate lo scorso ottobre.
Per quanto riguarda l’assetto dei primi 9 canali del telecomando, le ex analogiche generaliste sostanzialmente, dal momento che solo l’1% degli intervistati ha cambiato l’impostazione automatica, nella nuova LCN rimarrà tutto pressoché invariato e quindi La7 sarà sul tasto 7, MTV sull’8 e Deejay TV sul 9. Radicalmente modificata invece la numerazione dei restanti canali, soprattuto quelli locali che, nel primo arco, potranno occupare i numeri dal 10 al 19 e dal 97 al 99 (e i corrispondenti numeri nel secondo arco).
Pertanto ai network all digital verrà concesso maggiore spazio e potranno occupare i numeri dal 21 al 96 nel primo arco (e i corrispondenti nel secondo arco) rispetto al precedente range 21-70. Il terzo arco invece (201-299) verrà concesso alle sole televisioni locali, mentre i due archi successivi (301-399 e 401-499) ai canali a pagamento, ovverosia attualmente solo ai canali dell’offerta Mediaset Premium. Infine le radio e i servizi accessori – come i canali interattivi – troveranno posto nel nono arco (801-899).
AGCOM ha inoltre definito come avverrà l’assegnazione alle tv locali nel primo e nel secondo arco, che dovrà basarsi sulla qualità della programmazione (si valuteranno gli ultimi 5 anni e il numero di dipendenti), le preferenze degli utenti e il radicamento sul territorio (ascolti, copertura e storicità). Inoltre i numeri 10, 97, 98 e 99 verranno concessi alle televisioni che lavorano in syndication, e quindi che trasmettono in più regioni.
La numerazione, però, non è stata particolarmente apprezzata da Aeranti-Coralli: in particolare vengono espressi dubbi sulla visibilità delle tv locali, che passano da 39 a 13 nel primo arco, e sui numeri “speciali” riservati alle tv in syndication che potrebbero penalizzare proprio le tv in syndication, dato che, nel momento in cui cesserà il rapporto, perderebbero il diritto di numerazione. Pertanto le imprese locali sono pronte a fare ricorso al Tar del Lazio.
L’entrata in vigore del nuovo piano avverrà nel momento in cui il Ministero dello Sviluppo Economico emanerà un regolamento per l’attribuzione effettiva dei canali.
1. otissito89 ha scritto:
29 aprile 2013 alle 12:06