Ben 9.629.000 telespettatori (34,19% di share) hanno salutato la scorsa settimana su Rai1 il ritorno de Il Commissario Montalbano, e con buona probabilità altrettanti stanno seguendo in questi minuti il secondo film di questa nuova serie, intitolato Il gioco degli specchi. Il personaggio interpretato da Luca Zingaretti, nato dalla penna di Andrea Camilleri, mantiene immutato come pochi altri il successo raggiunto a partire dal 1994 in libreria con il primo romanzo La forma dell’acqua, edito dalla Sellerio, e proseguito dal 1999 con la trasposizione televisiva sugli schermi Rai
Nei nuovi quattro appuntamenti, diretti come sempre da Alberto Sironi, con sceneggiature dello stesso Camilleri, e di Francesco Bruni, Salvatore De Mola e Leonardo Marini, il Commissario Montalbano è ancora una volta impegnato ad indagare nell’immaginaria cittadina di Vigàta, ricostruita nelle autentiche e spettacolari località della provincia di Ragusa. Ad aiutarlo il fido gruppo di colleghi-amici composto da Mimì Augello (Cesare Bocci), Fazio (Peppino Mazzotta) e Catarella (Angelo Russo).
Un lavoro, quello del Commissario, che non conosce giorni di pausa, neppure in occasione del suo cinquantottesimo compleanno. Nel prossimo episodio dal titolo Una voce di notte, in onda lunedì 29 aprile alle 21.10 su Rai1, proprio nel giorno del suo compleanno, Salvo si ritrova ad arrestare un pirata della strada. Quando scopre che si tratta di Giovanni Strangio, il figlio scapestrato del presidente della Provincia di Montelusa, capisce di essersi infilato in un bel problema.
Quello stesso giorno, un certo Guido Nicotra denuncia un furto avvenuto nel supermercato di cui è direttore. Anche in questo caso, Montalbano si rende conto che la faccenda non sarà di semplice soluzione, perché il supermercato in cui è avvenuto il furto è notoriamente sotto controllo della famiglia mafiosa dei Cuffaro. Il presidente del consiglio d’amministrazione, d’altra parte, è l’onorevole Mongibello, avvocato di fiducia della famiglia. Le cose si complicano ancora di più quando il direttore Nicotra si suicida, impiccandosi nel suo ufficio. Per l’opinione pubblica, e per l’onorevole Mongibello, che minaccia un’interpellanza parlamentare sulla vicenda, la responsabilità di questa morte è da attribuire a Montalbano.