A Servizio Pubblico parlano tutti ma, piaccia o no, l’ultima parola spetta sempre a Michele Santoro. E’ una regola non scritta, ma vigente. Ieri sera, ad esempio, il giornalista ha aperto il programma bacchettando i suoi simpatizzanti, che sui social network lo avevano criticato per la scelta di invitare tra gli ospiti Daniela Santanchè. Prima, tuttavia, il giornalista si è soffermato sulla partecipazione di Matteo Renzi ad Amici. “Avrebbe dovuto partire dalla gente e non dalla tv” ha detto.
Poi ha tirato una stoccata al guru Casaleggio, il quale – ha spiegato – “usa la rete per criminalizzare le trasmissioni che non gli stanno simpatiche“. Con un climax ascendente, Santoro ha parlato dei social network come “terreno di scorribande e di propaganda“, per poi affrontare il tema a lui più caro: le critiche scaraventategli addosso da alcuni telespettatori.
“Mi preoccupa che nel nostro pubblico e anche tra i miei amici stia montando uno spirito di intolleranza. E io voglio dire che non corrisponde alla mia idea di televisione che Berlusconi e il Pdl debbano essere ignorati (…) Non corrisponde alla mia idea di televisione, né alla mia idea di democrazia e di vita, per cui vi dovere rassegnare. Io non credo di aver mai usato la tv come un’arma politica contro nessuno…” ha detto Santoro.
Il giornalista ha di seguito assicurato che non racconterà mai i fatti con “film dove i buoni vincono sempre, perché quelli li facevano in Unione Sovietica e a me non sono mai piaciuti“. In realtà, al telespettatore medio vengono in mente intere trasmissioni declinate a mo’ di processo, con tesi da confutare e ricostruzioni dei fatti talvolta opinabili…
Il conduttore di Servizio Pubblico, comunque, ha auspicato un processo di “inseguimento della verità” in contrapposizione al manicheo “principio di identità e non contraddizione” che sta dilagando in rete dove, va detto, troppo spesso si esagera. Poi un ammonimento finale ai suoi ascoltatori, prima dell’assoluzione.
“Penso che non ci sia nessuno così diverso e così distante da me da non meritare di essere ascoltato da me“.
Così parlò Santoro. Amen.
1. Giuseppe ha scritto:
5 aprile 2013 alle 03:17