Mai dire Provini dei ‘Gialappi’ non fa ridere. Senza mezzi termini: quello che non funziona – anche se è quello che la tv a basso costo chiede sempre più spesso – è l’assenza di una chiave moderna che, di fronte al collage insolito del ‘prendo qua e là dal passato’, possa raccontare suscitando l’ilarità e l’identificazione dei telespettatori.
Mai dire Provini – in questa veste che, di nuovo, pare avere solo la grafica più tridimensionale, non funziona perché non è ‘di attualità’: si ritrova a prendere in giro concorrenti di Italia’s Got Talent ma meno di quanto non abbiano già fatto i tre giudici nel sabato sera, a surclassare di parole usuali concorrenti del Grande Fratello già dimenticati, in siparietti triti e ritriti, visti e rivisti. Senza che si fosse pensato, per una volta, di sperimentare un modo nuovo di raccontare attraverso linguaggi differenti, come la possibilità di proporre un montaggio differente.
La verità è che, in tempi di magra per le casse della generalista, tutto fa brodo se è a costo zero. L’errore più grande che si possa commettere è quello di pensare che legare segmenti di programmazione tra loro con la sola ambizione di ‘sfotterne i protagonisti’ possa funzionare, sempre e comunque. O pensare, altresì, che possano funzionare ancora per il semplice fatto che l’abbiano fatto da qualche altra parte, in passato, al cinema o in tv. Senza la dignità di un prodotto che appaia ‘nuovo’ e fruibile per il telespettatore che predilige la narrazione veloce, ma che parli di qualcosa.Fino a quando ‘Mai dire’ si ergeva a occhio-spia critico dei programmi poteva avere un senso, perchè puntava sull’attualità dei programmi spesso in contemporanea alla loro messa in onda. E oggi? ‘Mai dire Provini’ vorrebbe ‘sputtanare’ i concorrenti che sono stati già derisi dalla macchina di ‘Italia’s Got Talent’ che ha fatto, di questo ma non solo, la sua forza!
L’altra grande pecca sono i filmati, e i ‘conduttori’ che, con la loro aria da ‘dietro le quinte’, hanno sempre un perché che affascina il telespettatore, spesso in questo ‘Mai dire Provini’ rischiano di apparire prevedibili, ricorrono essi stessi ad un canovaccio già scritto, quello dell’usato sicuro. I filmati, dicevamo: come si può pensare che il telespettatore notturno, veloce, comunicativo, zapping(r)aro, interessato ma non troppo, voglioso di stimoli, possa restare permanentemente a guardare l’ironia dei tre ‘alla guida di Mai dire’ per programmi lenti, con diversi linguaggi ormai superati e filmati improponibili perché ‘vecchi’? Senza domande, restano solo coincidenze.