La prima novità di In Treatment è la collocazione. Dal lunedi al venerdì alle 20:30 su Sky Cinema 1, a partire da stasera. Tentativo azzardato, anche se su Sky, inutile negarlo, l’inserimento in palinsesto è molto relativo, viste le molteplici opzioni offerte dal +1, dal +24, dal my sky e da Sky On Demand. Comunque, inserire la prima scelta di visione di un prodotto rivolto a un pubblico di nicchia alle 20:30 lo riteniamo lo stesso un esperimento interessante.
Si, In Treatment è un prodotto di nicchia. Teoricamente. Lo è, perché nonostante la serialità e la regia cinematografica, l’impostazione è assolutamente teatrale. Scenografia minimale, due attori “in scena” (almeno per la maggior parte delle puntate), 30 minuti di puntata, costituiti dal monologo del paziente, interrotto a tratti dagli interventi dello psicanalista. Questo è In Treatment, 35 puntate che ci permetteranno di seguire il percorso di crescita dei protagonisti, di scoprire i loro segreti e i loro drammi attraverso il trattamento di psicoterapia che seguono. Settimana dopo settimana. Perché, altra grandissima novità del format, è l’impostazione. Ogni puntata è una seduta. Ogni giorno della settimana è dedicato a un paziente. Figura fissa è solo quella dello psicanalista Giovanni Mari, interpretato da Sergio Castellitto, che il venerdì diventerà lui stesso paziente.
Abbiamo avuto la possibilità di guardare 50 minuti della serie, in un montaggio speciale che ci ha permesso di spiare in tutti i giorni della settimana, introducendoci ai pazienti. Ci permettiamo così di azzardare un pronostico sulle reazioni. Ci saranno quelli che lo troveranno noioso, ma per dovere di “intellettualità” gli piacerà un casino più che altro per evitare di essere marchiati con l’acronimo FDGA, fan di Grey’s Anatomy, quelli che la additeranno come serie da intellettuali snob e quelli che invece la guarderanno senza preconcetti semplicemente perché le interpretazioni sono intense ed empatiche, la sceneggiatura è “ragionata” e la regia, nonostante l’assenza di azione, è viva. Per questo, dicevamo di nicchia, ma solo teoricamente, perchè di telespettatori che apprezzano le cose ben fatte ce ne sono molti, nonostante l’inspiegabile successo di alcuni programmi al confronto dei quali Homer Simpsons è un Premio Nobel per la letteratura. Il rammarico è che sia un format. Certo, avremmo potuto “copiare” peggio, ma comunque, purtroppo, la creatività non è italiana. Il format originale Be Tipul è israeliano. Questo il cast, dove scoprirete anche chi sarà la paziente del lunedi che aprirà la serie.
- Kasia Smutniak è Sara, la paziente del lunedi. Bellissima, infelice, tormentata, seduce per sentirsi viva. Ed è innamorata dello psicanalista.
- Guido Caprino è Dario, il paziente del martedì. Militare: duro, aggressivo, sprezzante, alle prese con uno straziante senso di colpa
- Irene Casagrande è Alice, la paziente del mercoledì. Giovanissima ballerina di talento, nasconde un doloroso segreto.
- Giancarlo Giannini e Barbora Bobulova sono Pietro e Lea, i paziente del giovedì. Coppia messa in crisi da una gravidanza cercata per anni
Nel cast, anche Licia Maglietta nel ruolo della psicanalista di Giovanni Mari, a cui, da paziente, è dedicato il venerdi, Valeria Golino che interpreta sua moglie, Valeria Bruni Tedeschi, nel ruolo della mamma di Alice e Rodolfo Bianchi in quello del padre di Dario.