Richiesta di archiviazione. E’ questa la decisione della Procura della Repubblica di Roma nella persona del procuratore aggiunto Leonardo Frisani sulle denunce presentate nel 2010 dagli allora notai di Affari Tuoi, Luigi e Giovanni Pocaterra nei confronti dello staff di Striscia la Notizia che all’epoca aveva avanzato più di un dubbio sulla regolarità della trasmissione concorrente. Nel provvedimento di tre pagine il PM motiva la sua richiesta di archiviazione spiegando che “i concorrenti più accorti” sarebbero stati “messi in grado di individuare i pacchi contenenti i premi più ricchi“. Pertanto il Tg satirico avrebbe descritto la verità nei servizi televisivi mandati in onda senza diffamare.
I fatti risalgono al 2010 ma tutti voi ricorderete che la querelle tra i due programmi più seguiti dell’access prime time era iniziata nel 2005, primo anno di messa in onda del gioco di Rai1, quando per la prima volta il dominio assoluto della creatura di Antonio Ricci era stato intaccato. Di lì uno scambio di accuse e un’accesissima guerra tra Paolo Bonolis, mattatore del gioco dei pacchi e il patron di Striscia: il secondo accusava Affari Tuoi di brogli e di favorire la partecipazione di concorrenti-figuranti che avrebbero ricevuto un compenso già stabilito in partenza dalla produzione, indipendentemente dalla somma contenuta nel loro pacco. Il conduttore più pagato della tv italiana prese posizione cimentandosi in accorate arringhe a difesa della trasparenza del quiz.
Intervenuto pochi minuti fa sulla questione – che ricordiamo si concluderà solo il 26 marzo quando sulla richiesta del PM pronuncerà il GIP – Bonolis sembra comunque essere meno coinvolto di sette/otto anni fa e commenta:
“Quando lo facevo conducevo il giochino e basta, non credo ci fosse niente dietro: arrivavo in studio e andavo in onda. Non saprei negli anni successivi, in realtà non ne so nulla“
A dire il vero, le accuse lanciate da Striscia all’epoca di Bonolis erano però diverse da quelle più recenti. A quei tempi infatti Affari Tuoi non era accusato di favorire la presenza dei pacchi più alti fino alla fine della puntata. Il conduttore ricorda:
“Entravo in studio all’ultimo momento e facevo il gioco. Allora c’era una grande battaglia di ascolti con Striscia che generò tutta questa polemica. Ricordo che con Ricci litigai forte alla sua Striscia davamo più di venti punti di distacco e per loro era un problema reale. Del resto nei miei due anni la grandissima parte delle puntate arrivava alla fine con in palio un bottone e un soldo di cacio; era divertente ma non appassionante perchè si vincessero cifre straordinarie. In due anni furono forse otto, dodici le puntate, vado a memoria, dove si vinsero cinquecentomila o duecentocinquantamila euro“
Rispetto al periodo in cui si riferisce l’indagine, comunque, il regolamento del gioco – come si affretta a precisare la Rai – è stato radicalmente modificato “Oggi la trasmissione adotta regole trasparenti e ogni passaggio è blindato a livello di sicurezza“.
1. giovannir ha scritto:
18 marzo 2013 alle 20:15