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E’ proprio vero, tira più un pelo di… che un qualsiasi telefilm in contemporanea con gli States. La notizia che sta tenendo banco in queste ultime ore è che, un po’ a sorpresa a dire il vero, dal 22 marzo finirà a tutti gli effetti il “monopolio” di Sky sulla pornografia televisiva. L’azienda che fa a capo a Rupert Murdoch in questi anni è infatti riuscita a consolidarsi in questo business, anche grazie ad una concorrenza piuttosto debole sul digitale terrestre – ma anche sul satellite – e mai realmente competitiva e convincente. Hot Club ha permesso a Sky di intascare negli anni bei soldi, nonostante la diffusione sempre più capillare del web e l’accessibilità ampissima di determinati contenuti.
Ma ora pare sia finita la pacchia: dopo i convinti “niet” dei mesi scorsi, Mediaset ha dovuto aprire le vedute (commerciali) e cedere al lato più hot del piccolo schermo per cercare di arginare, per quanto possibile, le perdite della pay tv Mediaset Premium, che sta vivendo un periodo tutt’altro che positivo anche per via del periodo economico non proprio roseo. Ed è così che dal 22 marzo nascerà il bouquet Hot Time, tre canali (numerazione 391, 392 e 393) dedicati al porno ma attivi solo di notte dalle 23 alle 7. Sarà un’offerta, ci tengono a precisare, “dedicata ai piaceri della seduzione con film per adulti selezionati tra le migliori produzioni hard mondiali”.
Non è chiaro, almeno per ora, come Cologno intende muoversi con la promozione dell’inaspettata novità, anche se sembra evidente l’intenzione di associare il meno possibile il “buon nome” dell’azienda con quello del mondo hard. Non che ci sia nulla di male a dire il vero. Per quanto riguarda i prezzi, invece, lo spettatore stando a quanto rivelato da Italia Oggi non potrà pagare il singolo film ma con 9 euro avrà l’accesso alla programmazione di un canale per l’intera serata. Con 12 invece potrà fare un’eccitante zapping sull’intera offerta. Con lo sbarco “a luci rosse”, in base alle indagini di mercato, Mediaset potrebbe arrivare a riscuotere la bellezza di 29 milioni di euro.
Tutto tace per ora sui palinsesti, ma in compenso sembra che la procedura per l’attivazione dei canali sia piuttosto complicata e tutt’altro che “usabile”, per evitare il più possibile che i minori si dilettino ove teoricamente non potrebbero.
1. Diegoz ha scritto:
12 marzo 2013 alle 19:10