Oggi è ripresa tutta la programmazione del daytime di Raiuno per la stagione 2009/2010. Ed ecco, allora, ritornare lei, Caterina Balivo, per tutti noi conosciuta anche come la Grazia Regina. La conduttrice è strizzata in un vestitino rosso fuoco con annesso tacco 10 e, nonostante questa immagine poco rassicurante, “si appoltrona”, accavalla le belle gambe e si mette a raccontare una storia. Una come tante.
E dove sta la novità in tutto questo? Appunto, non c’è. Lo spazio è nuovo, tale “Per capirti“, il contenitore che lo ospita è lo stesso, però: “Festa italiana”. L’intento di svecchiarlo, con uno spazio che dovrebbe raccontare di giovani, parlare ai giovani ed attirare l’interesse dei giovani, su una rete che, a volte, profuma troppo di istituzionale, è mal riuscito.
Il pubblico parlante è composto da tanti giovani, pacati e garbati, a tratti soporiferi, come si si poteva aspettare dal pomeriggio di Raiuno. Come speravamo non fosse, però, visto che non danno alcun contributo decisivo alla discussione e non hanno la verve per imporsi come opionisti di valore. Se, poi, aggiungiamo che, almeno in questa prima puntata, compare La donna del Moige, cromaticamente allegra, ma grigia nell’intervento, l’effetto letargo è dietro l’angolo.
Gli elementi caratterizzanti di questo “nuovo” talk show sono due: “La stanza del cuore”, sorta di confessionale in cui confinare il genitore di turno, e “La linea del cuore”, che separa visivamente ed idealmente mamma e figlia del caso; linea, questa, da superare o meno se si vogliono metter da parte o no le incomprensioni che hanno condotto gli ospiti a chiamare il programma della Balivo.
Il risultato è tanto “cuore”, poco dibattito in studio, e troppo spazio agli stessi protagonisti, che si muovono come in un rodato canovaccio, senza che presentatrice o altri in studio possano disturbarne la calma querelle. Ma, a quel punto, fossero rimasti a casa loro nulla sarebbe cambiato, e per loro e per i telespettatori.
Caterina, a noi Per capirti sono bastati 10 minuti: il ruolo della sorella maggiore o della figlia giudiziosa che dispensa consigli a destra ed a manca e prova a reggere le fila del discorso non ti si addice affatto. Quella linea di confine (o del cuore, che mielosamente a dir si voglia) non è il binario da attraversare di Antonella Clerici, di cui non possiedi la leggerezza e l’empatia con gli ospiti. Quella linea di confine non è nemmeno il bustone da aprire di Maria De Filippi, di cui non possiedi il saper essere presente e silente insieme e l’arte del racconto. Caterina tu ci sei. E noi siamo ancora qui, Per capirlo, Per capirti.
1. Andrea80 ha scritto:
14 settembre 2009 alle 17:01