Questa è bella. Intervistare Maggio, già mi fa sorridere. Sapere che il produttore artistico del vincitore del Festival di Sanremo 2013 si chiama Davide Maggioni è ancora più divertente. Scoprire che la mamma dell’interprete di ‘Mi servirebbe sapere’ si chiama Marzo… è fantastico! Iniziamo così, ridendo, la nostra chiacchierata con Antonio Maggio, vincitore della sezione giovani del Festival della Canzone Italiana appena conclusosi. ‘Da Maggio a Maggio’ – esordisce Antonio. Gli chiedo subito un ‘riassunto delle puntate precedenti’.
Dalla partecipazione a XFactor, alla partecipazione a Sanremo, passando per lo scioglimento degli Aram Quartet… cosa è successo?
Ci sono quattro anni in mezzo. I primi due sono stati legati agli Aram, ai due dischi con Sony e alle due tournèe in giro per l’Italia in cui ci siamo divertiti tantissimo. Poi è arrivata la decisione di dividere le nostre strade, ognuno a casa sua ma salvaguardando i rapporti umani. Ho iniziato così, dopo alcuni mesi di ‘riorganizzazione’ delle idee, un progetto al quale abbiamo lavorato un anno e mezzo. Il disco sarebbe uscito al di là di Sanremo che è arrivato con grande sorpresa e fortuna e ha permesso di mettere in vetrina tutto il lavoro fatto su un palco così prestigioso.
Per un giovane è ancora prestigioso il palco dell’Ariston?
E’ il più prestigioso. E’ il palco sul quale sino all’anno scorso c’è stato Lucio Dalla. Hai la consapevolezza di essere nel tempio della musica e di avere milioni e milioni di persone che ti guardano. E’ un’istituzione, è una settimana in cui l’Italia si ferma. E’ come se fossero giorni rossi sul calendario. E la vera protagonista, mai come quest’anno, è la musica, visto che non è stato più eliminato l’artista ma la canzone.
Secondo te non si è scelto di eliminare la canzone perchè i big non hanno più voglia di gareggiare?!
Secondo me non è rispettoso eliminare un big con una carriera importante e brillante alle spalle; e non è rispettoso nei suoi confronti non farlo arrivare alla finale del sabato. E’ stato un escamotage doveroso quello di Fazio.
La carriera da solista l’hai intrapresa per divergenze artistiche con gli Aram oppure perchè avevi voglia di affermarti da solo?
Un gruppo è come una famiglia: ci siamo confrontati parlandoci attorno ad un tavolo mettendo su una bilancia ciò che ci accomunava ancora e ciò che, invece, ci divideva. La bilancia pendeva un po’ verso quest’ultimo piatto e abbiamo deciso di dividerci, ma solo professionalmente.
Il fatto che tu abbia cambiato etichetta significa che Sony non credeva più in voi?
Noi avevamo una collaborazione con Sony che riguardava gli Aram e nel momento in cui si è sciolta quest’entità artistica è venuta a cadere ogni possibilità lavorativa. E’ stato come un riazzerare tutto e ripartire.
Hai per caso visto in tv ‘Tutta la musica del Cuore’?
No.
Si parla della situazione poco pulita di un conservatorio pugliese. Tu che in un conservatorio pugliese hai studiato (quello di Taranto), che testimonianza puoi portare?
Purtroppo è stata un’esperienza breve perchè arrivò dopo 3/4 mesi XFactor. Feci l’esame di ammissione con il maestro Rosini e lui in prima persona ci ascoltava e faceva graduatorie per selezionari gli allievi da far entrare. Persona squisita.
Provieni da un talent ma in pochi lo ricordano. La ritieni una fortuna? L’etichetta ‘talent’ è penalizzante secondo te?
Nè come una fortuna, nè come una sfortuna. Sono l’unico caso in Italia ad aver vinto un talent show con un’entità artistica che adesso non è più la stessa. Gli Aram Quartet sono una cosa, io un’altra. La gente anche prima di Sanremo non sapeva neanche chi fosse Antonio Maggio; ero effettivamente una nuova proposta.
Tu hai vinto tra i giovani, Marco Mengoni ha vinto tra i big. Ha vinto XFactor?
Il talent è una delle tante tappe di crescita per un artista. Ecco perchè trovo inutile l’etichetta di cui parlavamo poco fa. Ci sono esperienze che si fanno prima del talent, ed altre che se ne fanno dopo. Non credo che abbia XFactor; hanno vinto Marco Mengoni e Antonio Maggio, due ragazzi che si sono fatti un mazzo così per arrivare ad un risultato del genere.
Non so se hai dato un’occhiata alla classifica ma, mentre con Marco Mengoni il televoto ha avuto un ruolo determinante, nel tuo caso è stata la giuria di qualità ad aver influito sulla tua vittoria (il pubblico gli aveva preferito Renzo Rubino)…
E’ stata una bella soddisfazione. Le parole, poi, che ha avuto il maestro Piovani per me mi hanno onorato. Ha parlato di una ‘leggerezza elegante’ della mia canzone.
Non hai citato Morgan sino ad ora…
E’ scontato che abbia avuto un grande fiuto sia con me che con Marco, ma io non eleggo un’esperienza piuttosto che un’altra alla quale essere più grato… tutto ha contribuito a farmi diventare ciò che sono. Ho affrontato con serenità e tranquillità questo Sanremo proprio perchè è arrivato nel momento giusto.
Secondo te influenza la tua creatività il posto in cui risiedi? La Puglia sta ’sfornando’ un talento dietro l’altro…
Credo che adesso si faccia molta più attenzione alla provenienza dell’artista, ma da sempre in Puglia ci sono stati grandi artisti. Magari sarà l’aria, l’atmosfera, la storia a farci avere una sensibilità più spiccata nei confronti della musica.
Sei nato a San Pietro Vernotico… influenze di Domenico Modugno?
Assolutamente! Ha sempre fatto parte dei miei ascolti. E’ il capostipite di tutto ciò di cui stiamo parlando.
Se dovessi scegliere un colore, quale sceglieresti?
Il verde speranza e l’azzurro. L’azzurro mi ha accompagnato sin da quando sono bambino e mi dà serenità e sicurezza.
Per chi vuole vederti che appuntamenti ci sono?
Stiamo iniziando con la promozione del disco. Domani sarò a Le Amiche del Sabato, domenica a In Famiglia… e da martedì iniziamo degli showcase in Feltrinelli: il 26 partiamo da Roma, poi saremo il 27 a Genova, il 28 a Torino e il 1 marzo a Milano.
I tuoi genitori inizieranno a sentire la tua mancanza?
Erano con me a Sanremo, siamo sempre in contatto ma non vedono l’ora che scenda perchè gli amici li stanno tartassando perchè vogliono festeggiare.
1. tania ha scritto:
22 febbraio 2013 alle 15:10