20
febbraio

SIPRA DIVENTA RAI PUBBLICITÀ

Sipra

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«Tutto era sbagliato»: con queste tre parole del direttore generale Fabrizio Piscopo, ieri è arrivata l’ufficialità del cambio di nome della concessionaria Rai per la raccolta pubblicitaria Sipra, che presto si chiamerà, più semplicemente, Rai Pubblicità. Come riportato ieri da Italia Oggi, che ha intervistato il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi proporrà al prossimo cda il cambio di nome, e la proposta non dovrebbe incontrare le ostilità degli altri consiglieri Rai.

Il dg Rai, infatti, arriverà forte del risultato positivo raccolto a Sanremo, con l’azienda radiotelevisiva che ha annunciato di aver chiuso in attivo, per la prima volta da 20 anni, il bilancio del Festival, ripagando tutti i costi tramite la raccolta pubblicitaria affidata a Sipra. La concessionaria pubblicitaria Rai, guidata dall’ad Lorenza Lei, ha annunciato di aver raccolto utili per circa 350 mila euro, oltre ad aver coperto grazie alla positiva raccolta pubblicitaria i 18 milioni di costi complessivi delle cinque serate del Festival.

Ma adesso si cambia, e si punta a fare ancora meglio. Infatti, sebbene a gennaio la Rai abbia registrato un calo della raccolta pari al 15% (in ogni caso meglio della media del mercato), per il 2013 la previsione è di chiudere con una flessione non superiore al 6%, e per raggiungere l’obiettivo la concessionaria verrà rivoluzionata. «Cambieremo il nome per una questione di riconoscibilità, di discontinuità col passato e di integrazione con la Rai» ha detto Gubitosi, che poi ha specificato i dettagli dell’operazione, assieme al dg Sipra Piscopo.

I 444 dipendenti della concessionaria saranno divisi in 8 business unit, guidate da 8 direttori distribuiti per aree geografiche. «Prima c’erano anche 4-5 persone che si occupavano della stessa cosa, con un marketing poco operativo, e c’era una scarsa propensione alle vendite, quasi si vergognavano di andare dal cliente e lo aspettavano» ha aggiunto Piscopo. Inoltre, sia Gubitosi che Piscopo, hanno annunciato che punteranno ad aumentare anche la raccolta web dei siti Rai, oggi vicina ai 6 milioni di euro, tutelando i diritti anche in Tribunale contro YouTube e chi li utilizza senza autorizzazione.

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