La buona notizia è che a vestire i panni del protagonista non ci sarà, almeno questa volta, Beppe Fiorello, la brutta notizia è invece l’ostinazione da parte della Rai nel voler raccontare la vita di qualsiasi personaggio nel formato standard della miniserie in due puntate. Che si tratti di Santi, attori, cantanti, papi o generali, sforbiciando le vite più intense, o annacquando le esistenze più brevi, si riesce puntualmente a confezionare il biopic in due parti, ignorando completamente l’ipotesi di realizzare a seconda delle esigenze un tv movie in unica puntata, piuttosto che una miniserie di 3 o 4 appuntamenti.
Questa volta ad essere omaggiato da una doppia serata tv sarà Alberto Manzi, il celebre maestro-conduttore di Non è mai troppo tardi, la trasmissione che negli anni ‘60 “alfabetizzò” gli italiani. La fiction sarà diretta da Giacomo Campiotti, in questo periodo impegnato anche con Braccialetti Rossi, (adattamento italiano della serie catalana Pulseras Rojas), e – come riportato da Tv Sorrisi e Canzoni – vedrà come protagonista nel ruolo del Maestro Manzi, Claudio Santamaria, già visto in passato su Rai1 nei panni di Rino Gaetano.
La fiction, il cui titolo dovrebbe essere proprio Non è mai troppo tardi, verrà girata a Roma nel mese di marzo, e sarà ambientata nel secondo dopoguerra, andando a coprire gli anni che vanno dal ‘46 al ‘60. Non a caso negli scorsi mesi la ricerca degli attori e delle comparse è stata orientata verso ragazzi dal volto antico, non tatuati, senza piercing e sopracciglia disegnate. Visi ed espressioni in grado di portarci tra le pieghe dei ricordi in bianco e nero, di un’Italia analfabeta e contadina, e di una televisione ancora agli albori, ben diversa da quella attuale. Una tv nella quale il Maestro Manzi diventò ben presto un volto familiare, proprio grazie alla sua trasmissione.
Il programma, in onda dal 1959 al 1968 per un totale di 484 puntate, riproduceva in tv delle vere e proprie lezioni di scuola primaria. L’effetto ottenuto fu di grande rilevanza sociale: si stima che quasi un milione e mezzo di persone abbiano potuto conseguire la licenza elementare grazie a queste lezioni a distanza. Dopo la conclusione del programma, e dopo alcune sporadiche apparizioni in radio e tv, sempre su temi legati all’istruzione, Manzi tornò ad occuparsi a tempo pieno all’insegnamento scolastico, interrompendolo di tanto in tanto per campagne di alfabetizzazione degli italiani all’estero, e per la stesura di alcuni romanzi, il più famoso dei quali è Orzowei, dal quale fu tratto un omonimo telefilm per la Tv dei ragazzi negli anni 70.
1. bakmor ha scritto:
31 gennaio 2013 alle 11:39