Finisce la fuga di Fabrizio Corona. Il “fotografo dei vip” si è costituito in questi minuti a Lisbona, in Portogallo, dove si era rifugiato come latitante a seguito del provvedimento d’arresto emesso venerdì scorso a suo carico. Corona, infatti, è stato condannato a cinque anni di reclusione per estorsione aggravata e trattamento illecito di dati personali nei confronti dell’ex giocatore della juventus David Trezeguet. Sentenza definitiva, da eseguire subito.
Dopo alcuni giorni di silenzio, nei quali aveva fatto perdere completamente le sue tracce, stamane Fabrizio era tornato a parlare in un video pubblicato su Socialchannel.it: “sono arrivato adesso in Portogallo dopo quattro giorni di viaggio. Mi sto per consegnare spontaneamente alle autorità portoghesi ” aveva detto parlando ad un suo collaboratore. E, almeno stavolta, il “re dei paparazzi” sarebbe stato di parola.
Dopo la condanna a cinque anni di reclusione, salita a sette anni, dieci mesi e 17 giorni a seguito della latitanza (con la perdita del beneficio di affidamento in prova ai servizi sociali), Corona era ‘braccato’ dagli uomini della polizia di Milano ma anche da quelli dell’Interpol, che erano stati allertati con un mandato di cattura internazionale.
Secondo quanto si apprende da fonti investigative, alcuni agenti della Squadra Mobile milanese erano in Portogallo già da alcuni giorni ed avevano localizzato la presenza di Corona. “Più che costituito si è arreso” avrebbero commentato al riguardo i vertici della Questura di Milano. Significativo il fatto che Fabrizio avesse anticipato la sua “consegna” alle Autorità in un video, quasi a voler trasformare il gesto in un ennesimo evento mediatico.
Stando ad una prima ricostruzione sull’epilogo della latitanza, stamane Corona – sentendosi ormai braccato dalla Polizia – avrebbe dato appuntamento agli agenti portoghesi nella stazione ferroviaria metropolitana di Queluz. Al suo arresto hanno partecipato anche alcuni investigatori italiani, di fronte ai quali Fabrizio sarebbe apparso in lacrime e in preda allo sconforto.
1. tinina ha scritto:
23 gennaio 2013 alle 11:35