Massimiliano Ossini ha realizzato un sogno. Dopo aver debuttato con la tv dei ragazzi ed aver proseguito occupandosi di natura e ambiente, il giovane conduttore desiderava sperimentare un programma di divulgazione scientifica, e col nuovo anno gli è arrivata l’occasione giusta. Dal 5 gennaio scorso, infatti, Massimiliano è approdato in prime time su Raitre alla guida di E se domani, trasmissione del sabato sera che tratta i temi della scienza, della tecnologia e della cultura con una formula accattivante. “Se dovessi leggere che la trasmissione fa il 3% di share mi dispiacerebbe” ci ha detto in questa intervista realizzata prima della première del programma; dichiarazione quanto mai profetica visto che l’esordio si è attestato proprio attorno a quel dato. Nel 2013, il format della terza rete si è presentato al pubblico con una serie di novità, a cominciare proprio dal conduttore Ossini…
Ho sostituito Alex Zanardi, che ora è alla guida di Sfide. L’altra novità è che il programma non è più in studio ma in esterna, quindi vivo in prima persona le avventure scientifiche divulgate. Mi tolgo i panni del bravo conduttore, ruolo che mi è sempre piaciuto e che ha funzionato, e da solo prendo per mano i telespettatori: la difficoltà è doppia, perché bisogna prepararsi molto prima e non sono concessi errori.
Ti sei rimesso in gioco con questa nuova esperienza…
Sì e se da un lato mi sento energico, dall’altro percepisco lo stress. Mi è capitato di studiare e prepararmi per notti intere, come quando ero all’Università. Sottolineo, poi, che il programma è totalmente made in Italy perché oggi siamo abituati ad acquistare documentari stranieri.
In un’intervista dichiarasti che il tuo sogno nel cassetto era quello di condurre un programma “alla Piero Angela”. Credi che questa sia l’occasione per realizzarlo?
Assolutamente sì. Non avrei mai pensato che a 34 anni appena compiuti avrei condotto un programma di divulgazione scientifica del sabato sera. Un obiettivo così importante non lo rincorrevo nemmeno nell’immediato. Di strada prima di arrivare a Piero Angela o a suo figlio Alberto ce n’è, perché loro hanno fatto la storia della divulgazione e sono dei maestri, io invece ho alle spalle una carriera da presentatore e mettermi in quella veste mi è più difficile.
Il riscontro degli ascolti ti preoccupa?
No, perché il prodotto è fatto bene e dopo aver visto il programma nessuno potrà dire di non aver appreso delle nozioni. Su questo ci metto la mano sul fuoco.
Come prosegue, invece, l’esperienza alla conduzione di Cose dell’altro Geo?
Bene. Abbiamo raddoppiato lo share di Raitre nella nostra fascia oraria, abbiamo un pubblico di giovani e studenti, parliamo di biologia ma anche di letteratura, di neologismi o parole in disuso. E’ un tipo di programma interattivo, che rende partecipi i telespettatori.
Il fatto di essere considerato ancora un giovane della tv ti fa piacere o, invece, credi ti abbia penalizzato?
Mi fa piacere perché vuol dire che porto bene i miei anni (ride, ndDM). Il mio è sempre stato un pubblico molto diviso, perché inizialmente ho fatto tv per ragazzi, poi sono passato a Linea Verde, per persone di una certa età, e adesso con Geo raggiungo adulti o studenti. Noto quasi con dispiacere che c’è un’Italia poco lungimirante anche a livello televisivo, che non conosce le proprie risorse: io, ad esempio, ho lavorato con un direttore di rete che non sapeva che avessi fatto Unomattina Estate. Spesso gli addetti ai lavori non sanno dell’esistenza di alcuni personaggi o programmi: come fanno poi a produrre?
A chi ti riferisci?
Non lo dico ma non parlo della Rai.
Qualche tempo fa si parlava della possibilità di assegnarti la conduzione di The Voice (affidata poi a Fabio Troiano). Ti sarebbe piaciuto sperimentare un talent?
Sì perché mi sarei messo in gioco con qualcosa di divertente e stimolante. Ma quello è un programma che richiede un minimo di preparazione e delle prove, perché è solo così che diventi padrone del palcoscenico e non sei un semplice ‘lanciatore’ di personaggi. Un talent può darti qualcosa se è ben fatto e non se è semplicemente trasmesso per fare ascolti, in quest’ultimo caso non funziona e può anche fare del male.
In questo senso trovi che stia cambiando qualcosa?
Secondo me il cambiamento sarà a breve termine, perché l’avvento del digitale terrestre, di Internet e dei social network comporta che anche la tv si aggiorni. Se non ottieni risultati vai a casa, ed io sono dell’idea che si debbano premiare, anche economicamente, i conduttori che funzionano: oggi non è più tollerabile che ci siano persone che guadagnano cifre esorbitanti non facendo quasi nulla.
Parliamo di te e dei tuoi tre figli: riesci a coniugare il tempo riservato loro con quello dedicato al lavoro?
Sì, viaggiando tantissimo. Ogni giorno, quando finisco ‘Cose dell’altro Geo’, faccio i miei chilometri e torno a casa per cenare con i miei figli e metterli a letto. La mattina li accompagno a scuola. Di recente è capitato che fossi in esterna a registrare ‘E se domani’ proprio quando i ragazzi avevano la recita scolastica… tuttavia non volevo perdermela, così sono andato a vederli alle prove.
1. lisa ha scritto:
16 gennaio 2013 alle 14:15