10
gennaio

DAVID PRATELLI A DM: ‘QUELLI CHE’ MI HA ACCANTONATO COSI LA RAI MI HA PAGATO PER STARE A CASA

David Pratelli

Radio, teatro, tv. Difficile stare dietro a David Pratelli. Difficile anche per lui, però, scegliere sotto quale veste preferisce essere presentato:«Attore, imitatore, o speaker radiofonico? In realtà, ciò che mi interessa di più è avere spazio per poter liberare il mio talento». L’anno che verrà, Tale e Quale Show, ma anche Buona Domenica e Carabinieri passando, ovviamente, per il biennio a Quelli Che il Calcio. Un’esperienza, quest’ultima, conclusasi bruscamente lo scorso anno.

Perché, David?

Posso rispondere che non lo so? Sinceramente non ho abbandonato io Quelli Che, ma sono stato lasciato a casa da un momento all’altro. Avevo un contratto in esclusiva con la Rai fino ad agosto 2012, eppure con l’avvicendamento tra Simona e Victoria capii subito che qualcosa sarebbe cambiato.

Quando l’hai saputo?

In realtà, al contrario di buona parte della compagnia con cui lavoravo, sono stato accantonato senza alcuna comunicazione ufficiale. Semplicemente, sono rimasto sotto contratto, pagato per restare a casa. L’estate di quell’anno è stata caotica, con cambi di direttori e nessun referente cui fare riferimento. Così ho capito da solo di essere stato messo da parte.

E adesso, hai dei progetti in cantiere?

Anzitutto devo ringraziare Carlo Conti, che mi ha chiamato a Tale e Quale Show, per cui sabato sarò presente anche allo speciale “Duetti”, su Rai1. Al momento, però, sono impegnato nella preparazione dello spettacolo teatrale “Pratelli in città”, la cui anteprima è prevista ad aprile. Con l’aiuto dell’autore Andrea Bruni, siamo riusciti a metter su uno spettacolo in cui sarò sempre me stesso, cambiando personaggio, ma senza travestimenti. Non aspettavo altro.

Sei stato in radio, a teatro, e adesso in tv. Dove ti sei trovato più a tuo agio?

Il teatro è il palcoscenico che mi incuriosisce di più. Il contatto che si riesce ad avere col pubblico è unico, e la resa della propria performance è immediata. La radio, per me, è stata una palestra, anche perché ho cominciato da lì. La tv, invece, la preferisco solo quando gli autori lasciano spazio al talento, senza legarlo troppo ai loro testi.

Imitando personaggi noti, ti sarai trovato di fronte anche alle lamentele delle vittime.

Devo dire di aver ricevuto soprattutto complimenti, perché quasi tutti i personaggi che ho imitato sono rimasti contenti del mio lavoro. Parlo di Ciccio Graziani e di Claudio Ranieri, di Salvo Sottile e di Carlo Conti, ma anche di Christian De Sica: tutti mi hanno messo al corrente del loro apprezzamento per le mie imitazioni. Senza dimenticare Diego Della Valle, contentissimo della mia performance a L’Anno che Verrà. Nessuno mi ha mai chiamato per lamentarsi, anche se mi è giunta voce che Marcello Lippi fosse indispettito per il trattamento che riservavo alle sue narici (ride, ndDM).

Qual è la genesi dei personaggi? Decidi sempre tu chi prendere di mira?

Dipende dai rapporti con gli autori. Il più delle volte sono io a proporli, perché tutto nasce molto spontaneamente, e preferisco riuscire in una performance che vedo naturalmente tagliata su di me, piuttosto che confrontarmi con richieste di altri. Talvolta, però, i personaggi mi vengono proposti e, se riesco, mi adatto per farli riuscire bene.

Tra i colleghi, Crozza sta avendo successo riducendo la durata dello show. Cosa ne pensi?

È stata una scelta intelligente, quella di ridurre i tempi della trasmissione. Crozza è un talento, ma è anche merito degli autori aver capito che su certi personaggi la brevità aumenta la resa. Anche a me piacerebbe fare un contenitore di mezz’ora, o anche meglio delle pillole che vanno molto di moda oggi.

Il nome di un collega che stimi particolarmente?

Trovo che Fiorello, oggi, sia il Messi del varietà. È l’unico capace di reggere certi ritmi, e i suoi one man show sono quelli che raccolgono più apprezzamenti. Sono stato anche a vederlo dal vivo, e l’impressione è stata la stessa. Corrado Guzzanti, poi, è un grandissimo, e l’imitazione di Gianfranco Funari dal Paradiso è eccezionale. Oggi, però, apprezzo moltissimo Max Tortora, che sento molto vicino a me, e che mi ritrovo sempre più spesso a cercare tra i video di YouTube. Ma essendo cresciuto negli anni ’80, i miei modelli sono stati Montesano e Moschese.

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

,



Articoli che potrebbero interessarti


diodato
Intervista a Diodato: «La mia canzone di Sanremo ‘c’est moi’. Scommetto su me stesso e sui Negramaro»


Mr.rain
Intervista a Mr. Rain: «Sanremo mi ha fatto crescere e non sentire più solo. Non ritorno per la gara ma per un messaggio»


Angelina Mango
Intervista ad Angelina Mango: «Sono una bimba incasinata con i traumi. Vado a Sanremo per amore»


Negramaro
Intervista ai Negramaro. Giuliano Sangiorgi: «A Sanremo non per strategia ma per condividere emozioni. Ho un problema di autostima da sempre»

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.