La verità processuale messa “alle corde” da Michele Misseri. Dagli studi tv alle aule di tribunale, lo zio di Sarah Scazzi continua a far parlare di sé, tra ammissioni di colpa e testimonianze contraddittorie pronunciate sempre a favore di telecamera. Mercoledì 12 dicembre scorso, il contadino di Avetrana si è presentato alla trentaduesima udienza del processo per la morte della nipote, e davanti ai giudici ha provato ad inscenare le fasi della sua uccisione, nel tentativo di scagionare dalle accuse di omicidio la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina.
“Ho utilizzato la corda perché era appoggiata sul trattore” ha raccontato ‘zio Miché’. Poi ha estratto dalla giacca una funicella e si è alzato per mimare il presunto strangolamento della vittima. A bloccarlo, la presidente Rina Trunfio, la quale gli ha impedito di rilasciare dichiarazioni spontanee nell’ambito del controesame. Ormai, però, la ‘messinscena’ era stata data in pasto ai cronisti.
Tra le lacrime, Misseri ha inoltre dichiarato di provare sensi di colpa nei confronti di Sarah e davanti agli avvocati dell’accusa ha aggiunto: “voi non volete la verità, la verità la voglio solo io per quella poveretta. Io l’ho ammazzata una volta ma voi chissà quante volte la state ammazzando“. Parole che in tv hanno innescato dibattiti, approfondimenti, e perizie approssimative per capire il grado di (dis)onestà riscontrabile nelle testimonianze dell’«orco» di Avetrana. Il solito processo mediatico, che ormai prosegue di pari passo con quello celebrato in tribunale.
Ripetere la propria versione in modo da renderla giudiziariamente vera: la strategia di ‘zio Michele’ sembra trovare un’ampia cassa di risonanza in tv, dove spesso l’uomo ha modo di dire la sua, abbattendo il confine che separa l’ambito mediatico da quello processuale.
Settimana scorsa, Misseri è intervenuto telefonicamente nel programma Domenica Live di Barbara D’Urso per replicare alle accuse della sedicente testimone Anna Pisanò. “Prima di parlare devi essere sicura. Mi dispiace parlare con voi: sono arrabbiato dentro me stesso. Voi vivete solo di applausi e non di verità” ha detto.
Ecco, appunto, la verità. Citata e bistrattata ad uso e consumo dello share, riprodotta e deformata dal piccolo schermo in un perverso gioco degli specchi. Strangolata con una cordicella, in diretta tv.
1. Nina ha scritto:
14 dicembre 2012 alle 12:34