Che nel 2012 la televisione avesse raggiunto un potere d’invasività assoluto, proporzionalmente però all’aumento della sua autoreferenzialità lo si sapeva bene. Difficile però immaginare che sarebbe arrivato anche il giorno della sfida in tv per i pubblicitari, costretti a svelare i propri trucchi del mestiere, a convincere del proprio potere di persuasione il pubblico che solitamente devono persuadere per ragioni di marketing bello e puro.
Potere della capillarizzazione mediatica che non risparmia nemmeno l’analisi delle strategie del business. The Pitch- L’idea vincente sbarca su Rai 5 a partire da stasera alle 21,15 sulla scia di un concept simile a quello di The apprentice e di molti programmi affini che iniziano a riempire i nostri palinsesti. Se a Briatore toccava però scremare giovani manager ambiziosi, bravi a far quadrare i conti e creare forza di brand, stavolta è una guerra tra creativi, tra le menti che poco siamo abituati a legare al circuito economico.
Con buona pace degli idealisti, e di quello schieramento crociano mai sconfitto, i palinsesti devono accogliere questa novità. In ogni episodio vedremo una sfida tra due agenzie pubblicitarie: dal brainstorming alla ricerca della genialata che possa impressionare o stregare in qualche modo l’utente fino alla realizzazione concreta degli spot e dell’advertising. Toccherà poi al committente, in base anche alla capacità di presentazione degli agenti, scegliere la migliore campagna di promozione.
Una catena di fast food, una società di servizi della green – economy, una linea di chips, un liquore che deve conquistare il cuore delle donne, un ente no profit che si occupa della cura del diabete, un nuovo marchio alberghiero, un brand emergente della moda: questi sono le principali sfide che di volta in volta coinvolgeranno nell’impresa creativa team di pubblicitari sempre diversi.
Otto proposte per scatenare le menti. Il telespettatore meno esperto nel territorio del marketing, anche se forse non è proprio il più tipico fruitore di un canale non troppo “popolareggiante”, avrà modo di entrare nel backstage, di comprendere meglio la difficoltà della creazione, al di là degli stereotipi o dei preconcetti sulla ’semplicità’ degli studi di comunicazione.
Un territorio poco esplorato finora nella rappresentazione, specie in Italia. Un format interessante ma sicuramente meno appetibile del programma per i manager, frizzante già dal marchio Briatore sapientemente posto come selling element del prodotto.
1. ale88 ha scritto:
6 dicembre 2012 alle 18:43