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dicembre

L’INFEDELE E GAD LERNER: GRANDI ASPETTATIVE, POCO SUCCESSO

Cesare Geronzi

Metti una sera in tv il primo banchiere italiano, il più quotato giornalista economico del Paese, e il loro libro scritto a quattro mani. Risultato: 645 mila spettatori e il 2.45% di share. Sarebbe ingeneroso -quasi come sempre- giudicare la puntata de l’Infedele di ieri sera solo dalle cifre dell’Auditel, così aride eppure così importanti. Ad ogni buon conto, però, è palese come con una puntata che prometteva fuoco e fiamme per gli addetti ai lavori -e così è stato per giornalisti et similia- ha finito addirittura per far scendere la già non lusinghiera media stagionale del programma di Gad Lerner.

Gli ospiti principali della puntata di ieri sera erano Cesare Geronzi, banchiere famoso soprattutto per “non aver mai parlato” e Massimo Mucchetti, giornalista economico tra i più schietti nell’inchiodare i capitalisti italiani alle loro responsabilità. Gli altri invitati nel salotto milanese di Lerner spaziavano dall’economista allo storico, peraltro abilissimi nel porre domande poco scontate, e talvolta approfondite. Tuttavia, i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative, se prendiamo in esame solo il responso dell’Auditel.

Se invece giudicassimo la puntata di ieri dalla mole di tweet, commenti e freddure circolanti in rete, il risultato sarebbe ben diverso. Espressioni come “Io con la politica non ho mai avuto a che fare” sulla bocca del banchiere romano hanno spopolato sul web, rilanciate a nastro da manager, giornalisti ed economisti. Così, ciò che si vuole mettere in evidenza qui, non è altro che la distanza che spesso separa l’ aspettativa di cui viene caricata la programmazione tv dal suo effettivo riscontro sul pubblico.

È un errore alquanto comune, in cui chi fa televisione è incorso, incorre e incorrerà. Al contrario, solo chi passa il tempo a cercare responsabilità e distribuire colpe, ne resterà sempre alla larga. Ma il problema di scambiare le proprie convinzioni per quelle del pubblico è un cruccio che forse attanaglierà per sempre il lavoro di registi, conduttori, e autori. Ciò che, con tutta evidenza, è successo ieri sera a l’Infedele. Un indubbio successo per pochi, un chiaro flop per molti.



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5 Commenti dei lettori »

1. fafner ha scritto:

4 dicembre 2012 alle 19:56

«Tra il palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l’occhio degli uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa o della ragione perché lo fa, quanto delle cose che fanno in India». Ma Guicciardini non aveva capito che al popolo, in fondo, interessa solo la piazza.



2. alberto ha scritto:

5 dicembre 2012 alle 01:08

Queste “scatolette” dell’auditel rappresentano un campione troppo esiguo. Siamo nel 2013 e diamo ancora peso a questo anacronistico sistema di rilevamento dei dati d’ascolto?



3. Davide Maggio ha scritto:

5 dicembre 2012 alle 01:14

alberto: ne hai uno migliore? Nel mondo conosci dei sistemi di rilevazione differenti?



4. Nina ha scritto:

5 dicembre 2012 alle 09:34

E’ un mattone indigeribile.



5. gianni ha scritto:

5 dicembre 2012 alle 09:35

ancora con questa storia che i meter sono pochi… è una convinzione banale e sbagliata. basta conoscere le più basilari regole della statistica per sapere che ciò che conta per un campione statistico non è la sua ampiezza ma la sua rappresentatività sul totale della popolazione. Se il campione è rappresentativo può essere anche esiguo. Spesso anche sondaggi politici (rivelatisi poi fondati) erano stati condotti su poche migliaia di cittadini rispetto alla platea degli elettori che è di 40 milioni di italiani



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