Difficile mantenere il giusto distacco, e il necessario aplomb, se si devono maneggiare satira e politica. Eppure è indispensabile tenere a freno sorrisi ed emozioni, per tracciare un bilancio delle prime quattro puntate di Crozza nel Paese delle Meraviglie, travolgente one man show di Maurizio Crozza, noto al grande pubblico anche per le copertine che firma in apertura di Ballarò, in onda su La7 il venerdì sera dal 19 ottobre.
La chiave di volta che ha permesso al comico genovese di aprire le porte del settimo canale al grande pubblico, è sicuramente il suo innato camaleontismo, che gli permette di cambiare anche cinque, sei personaggi in una serata, mantenendo sempre alto il suo grado di credibilità. Ma, accanto a questa sua dote naturale, c’è sicuramente una delle scelte più azzeccate di questo autunno televisivo: la riduzione della durata della prima serata. Crozza nel Paese delle Meraviglie dura poco più di un’ora, iniziando alle 21.15 e finendo alle 22.30. Una durata minore porta certamente il pubblico a concentrarsi meglio su contenuti qualitativamente più validi, poiché non tirati per le lunghe.
Una programmazione, questa, lontana anni luce dai contenitori strutturati come un elastico acchiappa-ascolti, che allungano la prima serata anche oltre la mezzanotte, per fare bottino -in termini di share- della ridotta fetta di pubblico rimasta a quell’ora davanti al piccolo schermo. Una tecnica ormai conosciuta, peraltro adoperata proprio su La7 anche da talk come Piazzapulita e Servizio Pubblico, che cominciano alle 21 e 15 circa, e sfondano (anche abbondantemente) il muro della mezzanotte. Peraltro, la scelta di Crozza sembra pagare anche rispetto ai costi del programma che non si sono rivelati modesti (MF ha parlato di 14,3 milioni di euro per 30 puntate), ma giustificati alla luce dei risultati ottenuti finora.
I contenuti, dicevamo, a fronte di un contenimento della durata diventano -quasi per inerzia- qualitativamente migliori, e il successo postumo delle clip del programma che La7 -molto saggiamente- rilascia su YouTube quasi subito dopo la conclusione delle puntate, attesta l’alto gradimento del pubblico per i nuovi personaggi di Crozza. Come non ricordare “l’agghiacciande” tormentone di Antonio Conte perseguitato dai suoi avvocati, o il “sciogno” di Flavio Briatore alle prese con i suoi aspiranti collaboratori in The Apprentice. Le decine di migliaia di visualizzazioni dei video sulla rete perpetuano il coro di consensi che il comico genovese ha saputo catalizzare attorno al suo nuovo show televisivo.
È quindi possibile immaginare un avveniristico futuro, in cui la tv sarà tagliata più su contenuti brevi e di qualità, che non sulle legittime esigenze di raccolta pubblicitaria delle emittenti? Non resta che augurarcelo, d’altronde lo stesso Gianroberto Casaleggio di Maurizio Crozza crede che il futuro non ci riserverà una tv così come la vediamo oggi, perché la rete la rivoluzionerà. Ma, parafrasando il coro improvvisato che accompagna le esibizioni del guru di Beppe Grillo, bisognerà fare i conti anche con un problema molto concreto: “No, non ce la fai. In Italia, non c’è il wi-fi “.
1. Giuseppe ha scritto:
18 novembre 2012 alle 17:12