4
novembre

DI PIETRO CONTRO CROZZA: “CONTRIBUISCI AL KILLERAGGIO MEDIATICO”. TONINO GRIDA AL COMPLOTTO TV

Antonio Di Pietro

Sapete che c’è? Che adesso Antonio Di Pietro non ride più. Da quando Report ha dedicato una puntata all’uso dei fondi pubblici da parte del suo partito, il leader dell’Idv si è fatto tutto serio. Pare quasi impietrito, e guai a chi osa ironizzare. Ne sa qualcosa Maurizio Crozza, che venerdì scorso aveva sparato due battutine sui suoi presunti affari immobiliari, traendo spunto da alcune notizie riportate da Milena Gabanelli e dal Corriere. “Doveva cambiare il Paese, invece ha cambiato un sacco di case” ha detto il comico nello show Crozza nel Paese delle Meraviglie, su La7. Oh, non l’avesse mai fatto: Tonino lo ha bacchettato sul suo blog.

“Se persino una persona come te, che a quelle logiche faziose non ha mai obbedito, contribuisce a divulgare, in perfetta buona fede, le bugie che sono state dette in questi giorni, è segno che la campagna di disinformazione e calunnia ha raggiunto davvero livelli molto allarmanti

ha accusato l’ex pm parlando di “grandissime e sfacciate bugie” raccontate agli italiani e amplificate da “giornali e televisioni compiacenti“. Ma Report non era la quintessenza del giornalismo d’inchiesta? E Crozza non era un simpaticone che faceva scompisciare tutti con la sua ironia? Toccato sul vivo, Di Pietro ha reagito d’impulso, rispolverando pure lo spettro della macchina del fango

Tonino, in particolare, ha sentenziato che oggi in Italia ci sono giornalisti, conduttori e uomini di spettacolo prestati a “operazioni di killeraggio per conto del padrino politico di turno“. E sulla presunta reiterazione delle bugie sul suo conto ha denunciato:

E’ la legge su cui si basano tutte le campagne di calunnia e killeraggio politico e nessuno ci andava a nozze quanto Berlusconi. Pare che abbia fatto scuola (…) Io non ho a disposizione televisioni e conduttori, anche perché l’Italia dei Valori è l’unico partito che abbia rinunciato a posti nel cda Rai, nelle reti Rai e nei Tg, mentre tutti gli altri lottizzavano a man bassa

Di Pietro, dunque, ha spiegato di poter usare solo la rete, sulla quale egli ha iniziato a pubblicare le documentazioni che smantellerebbero punto per punto le accuse mosse contro di lui “in quell’agguato travestito da inchiesta“. Il leader Idv ha infine parlato di “calunnie” per toglierlo di mezzo politicamente, di “campagne scandalistiche” mirate ad ottenere la sua resa. Un refrain che ci sembra di aver già sentito da qualche parte…

Di Pietro ha iniziato così una battaglia personale contro una nuova e insospettabile macchina del fango. Quella che – a suo parere – vedrebbe tra gli artefici anche Milena Gabanelli e Maurizio Crozza.



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14 Commenti dei lettori »

1. MisterGrr ha scritto:

4 novembre 2012 alle 11:23

Sbaglio o Di Pietro disse di Craxi che non poteva non sapere ciò che succedeva nel PSI ai tempi in cui era ancora magistrato?



2. Giuseppe ha scritto:

4 novembre 2012 alle 11:25

Se Di Pietro ha la coscienza a posto non gli mancano certo gli strumenti per dimostrarlo. Crozza e Report hanno fatto il loro dovere, fortunatamente. Se fossero loro ad aver torto ne risponderanno a termini di legge. Mi pare una cosa abbastanza normale.

Comunque certe voci su Di Pietro circolavano da tanti anni e non hanno mai avuto una smentita definitiva.

Personalmente non sosterrei mai un politico che ha favorito l’ascesa al Parlamento di personaggi come Scilipoti ed altri e che ha votato contro l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sui fatti del G8 di Genova. Tuttavia proverei amarezza nel sapere che le accuse televisive rivolte a Di Pietro, “eroe” di Mani Pulite, hanno un fondamento.



3. ANGELO ha scritto:

4 novembre 2012 alle 11:29

AHAHAH e’ brutto passare dalla parte dell’imputato.
medita tonino….



4. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

4 novembre 2012 alle 11:58

Sono di parte.
ma dico la lo stesso la mia.
LE accuse lanciate da report a dipietro sono accuse vecchie 3 o 4 anni. Dipietro all’epoca vinse la battaglia legale contro queste diffamazioni, perchè dalla magistratura sono state considerate tali.
In piu di pietro da 6 giorni ha pubblicato sul suo blog tutte le carte…. vorrei fidarmi.
è vero che nell’idv ci sono mele marce..ma di pietro le ha sempre espulse con 4 calci nel sedere. e DiPietro è stato l’unico nel corso della secona Repubblica che , ogni volta indagato, si sia dimesso da cariche elettive o pubbliche.
Di qualcuno bisogna pur fidarsi ed io per ora, mi fido di lui.



5. Andrew ha scritto:

4 novembre 2012 alle 12:03

Tonino dice: “ci sono giornalisti, conduttori e uomini di spettacolo prestati a “operazioni di killeraggio per conto del padrino politico di turno”…
Ma va?? Però quando questi giornalisti attaccavano chi ti faceva comodo mica sentivo lamentele, anzi, era un continuo attaccarsi a queste pseudo inchieste.
Non sarà forse che nel campo della politica il più pulito c’ha la rogna (come direbbe una donna della tv)?
Che poi, lo dico da conterraneo di Di Pietro, non è che queste cose sono nuove alle orecchie di alcuni! Si sapevano già, in Molise ha sistemato parenti e figli e lo si sapeva anche senza Report….



6. alberto ha scritto:

4 novembre 2012 alle 12:46

non mi sarei mai immaginato che crozza facesse una cosa del genere



7. Marco Leardi ha scritto:

4 novembre 2012 alle 16:55

@alberto. Che facesse il comico?

@White. Posizione legittima, la tua. Però Di Pietro non mi sembrava così sereno a Report. E in questa circostanza si è comportato come tutti, gridando al complotto (orchestrato con la complicità di Gabanelli e Crozza?!?!).



8. Valerio ha scritto:

4 novembre 2012 alle 18:22

È oggettivo che si tratta di notizie (false o vere che siano non sta a noi lettori del blog stabilirlo e i giornalisti di Report si assumono le loro responsabilità) già diffuse dalla stampa per lo più di destra – Libero e Il Giornale – anni fa quando Di Pietro era all’opposizione del governo Berlusconi, ed erano già stati oggetto di una campagna stampa di suddetti quotidiani con tanto di querele che Di Pietro, tra l’altro, vinse in Tribunale contro i due giornali che notoriamente di cause ne hanno perse molte.
Che le proprietà a lui riconducubili siano 11 come dichiara lo stesso Di Pietro, o quante glie ne attribuisca Report (la cui giornalista era ieri a Tv Talk su Raitre e giurava di essersi documentata e che se le fosse richiesto, dimostrerà tutto nelle sedi opportune) sono comunque troppe agli occhi di un comune cittadino perfino per poter essere vissute. Come sia sia è un fatto che in politica si guadagna troppo e che si tengono stili di vita oggettivamente sopra ogni livello consentito nel resto dei paesi europei alle classi dirigenti e questa è una questione che può essere affrontata solo da nuove classi dirigenti che si rendano.conto che è giusto abbassarsi gli stipendi e tagliare i privilegi e i benefit che i parlamentari e i consiglieri ricevono.
Ps: A mio avviso Crozza non fa «killeraggio» e non «ha fatto il suo dovere» ma quello che sentiva di fare perché è un comico e in quanto tale ha toccato l’argomento nel suo show in cui si parla di politica. Se poi si fosse fatto un’opinione sbagliata sulla base di un servizio che avrebbe mandato in onda notizie distorte, la colpa è di quel servizio (sempre se fosse non veritiero ma ripeto non sta a noi stabilirlo) e non di Crozza o di chi commenta a latere.



9. Valerio ha scritto:

4 novembre 2012 alle 18:55

Io comunque vorrei aggiungere un elemento di riflessione sul tempismo di quell’inchiesta giornalistica che a me sembra un po’ sospetta. Come mai se queste cose erano state trattate già anni fa da quotidiani di destra, Report se ne è occupata solo ora? La giornalista di Report ieri a Tv Talk ha dichiarato che se ne stava occupando dal mese di giugno e allora mi sono chiesto: non è forse da qualche mese che Di Pietro, avendo criticato aspramente il presidente della Repubblica Napolitano in merito al conflitto d’attribuzione sollevato contro la Procura di Palermo, è entrato in rotta di collisione con l’alleato Partito Democratico? A quando risale lo strappo tra Pd e Idv?
Lo sapete che poche sere fa da Lilli Gruber hanno diffuso gli ultimi dati sui tempi di antenna dei partiti politici? E che su Rai, Mediaset e La7 il primo partito per minuti di messa in onda conteggiati nei tg è il Pdl, segue il Pd e poi viene Grillo che tanto si lamenta della tv ma che ottiene da questa il 14% del tempo dedicato alla politica? Ad esempio alla Federazione della Sinistra il tempo di antenna è sotto l’1 %. Questo ragionamento, oltre che porre sul tavolo i noti temi mai risolti, pone una questione di fondo che è anche politica e che riguarda anche il Pd: non è forse che Ferrero per esempio in tv non ci va quasi mai perché può togliere voti al Partito Democratico e non sarà alleato di questo? Se un 80% dei media è controllato strettamente da uomini di riferimento del Pdl, il restante è occupato da una parte da Lega e Udc, e dal Pd, per cui non c’è spazio mediatico né gloria per le altre formazioni politiche che sono sempre esposte alle eventuali campagne mediatiche dei partiti che comandano in tv. Fino a quando Di Pietro era alleato del Pd, a torto o a ragione per Raitre era un personaggio ok. Ora che non sono più alleati, arrivano le inchieste televisive… È il metodo che ha usato anche Berlusconi contro Fini. Finché gli portava voti era un santino, poi è arrivata la frattura politica e Fini improvvisamente è diventato uno che sa il fatto suo, tra case di Montecarlo e altri scandali veri o presunti. Insomma, a me quello che non convince mai nel giornalismo televisivo è che è troppo conformista: ci sono tabù su cui non pongono mai neppure domande o fanno discussioni (l’attuale funzionamento dell’Unione Europea, le missioni militari, e altre conformità), poi però quando oramai tutti non possono che prendere atto che «le guerre non risolvono i problemi» o che ad esempio «il Parlamento europeo non ha potere di sovranità sulle decisioni dei commissari e dei delegati» allora anche loro, i giornalisti della tv si svegliano e si accodano. C’è un problema di libertà di espressione in Italia soprattutto nel giornalismo e i primi a dover far qualcosa per cambiare dovrebbero essere proprio loro, i giornalisti. Da anni in molti lo chiedono, ma le logiche di contiguità coi poteri sono più forti.



10. Giuseppe ha scritto:

4 novembre 2012 alle 19:22

Valerio, Crozza ha fatto il suo dovere come satirista e mi guardo bene dall’auspicare querele anche nei suoi confronti. Ma se Di Pietro si riterrà leso anche dalla performance di Crozza, in teoria potrebbe adire le vie legali. Spero di no.

Relativamente al quesito sulle presenze politiche in tv condivido la tua analisi. Le cose funzionano così da sempre, e non solo in Italia: certi movimenti politici sono evitati come la peste da tutti ed in ogni dove.



11. Valerio ha scritto:

4 novembre 2012 alle 19:25

2. Giuseppe ha scritto:

4 novembre 2012 alle 11:25

«Personalmente non sosterrei mai un politico che ha favorito l’ascesa al Parlamento di personaggi come Scilipoti ed altri e che ha votato contro l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sui fatti del G8 di Genova. Tuttavia proverei amarezza nel sapere che le accuse televisive rivolte a Di Pietro, “eroe” di Mani Pulite, hanno un fondamento».

Concordo pienamente con te Giuseppe. Ci sono già motivazioni politiche che vanno ben oltre questa inchiesta giornalistica per non votarlo. A Scilipoti devi aggiungere Maruccio, De Gregorio, Razzi…
È chiaro da anni che il principale limite di Idv sia lo stesso Di Pietro «presidente» del partito. La gestione egemone di Di Pietro si è rivelata fallimentare. I partiti personalistici sono pieni di limiti, hai visto come nel Pdl hanno dovuto aspettare un cenno di Berlusconi – tentennante e silente da mesi – per decidersi a fare le Primarie? E Vendola, che perse il Congresso di Rifondazione e invece di fare l’opposizione interna rappresentando la minoranza del partito, è uscito per farsi un partito dove a comandare fosse lui? E di Renzi, che vuole inoculare nel Pd la cultura della Tatcher (a cui Blair ha tratto aspirazione) riproponendo quell’idea di partito «liquido» tipicamente berlusconiano? E Maroni, nuovo leader indiscusso dopo la gestione totalitaria di Umberto Bossi nella Lega? La politica italiana è malata di personalismi, di autoritarismo (pensiamo a Grillo che pretende dai rappresentanti dei suoi elettori di rifiutare il confronto con gli altri nei talk), di autoreferenzialismo. Come meravigliarsi dei grandi dati di astensione? Mettendo una soglia di sbarramento alta nella legge elettorale i partiti che hanno malgestito l’Italia inducono a rivotare per loro, e così tutto rimarrà immutato. E chi non sale sul carro delle alleanze e non si conforma, rimane fuori senza rappresentanza e voce. Insomma, ognuno dovrebbe fare un bel po’ di autocritica e non rimandare sempre il check-up di democraticità e di vicinanza coi problemi veri delle persone.



12. Valerio ha scritto:

4 novembre 2012 alle 19:35

@ Giuseppe: ma la satira non può essere sottoposta agli stessi criteri dell’inchiesta giornalistica. Ora Di Pietro non può querelare tutti quelli che lo criticano, è un personaggio pubblico e se non vuole essere associato a Berlusconi per la facilità con la quale chiede i danni per ogni cosa venga detta sul suo conto (specie se detta dai satiri che in un paese libertario devono avere un margine di libertà molto ampio) non deve citare Crozza ma al massimo la giornalista che ha firmato il pezzo di Report, se davvero è convinto di essere stato diffamato.
Io Report l’ho seguita domenica scorsa ed era abbastanza asciutta nei suoi rilievi, se anche avesse interpretato male dei documenti comunque si è basata su della documentazione e quindi, al di fuori dell’infelice tempismo dovuto alla rottura tra Pd e Idv ha comunque – spero per loro – fatto un servizio in buonafede. Se si parlasse di diffamazione mettendo l’inchiesta di Report alla pari di certe patacche (tipo il caso Boffo de Il Giornale) si porrebbe tutto sullo stesso piano: un’eventuale differenza di interpretazione delle carte (semmai fosse possibile interpretarle in modi differenti) e la menzogna costruita a prescindere per farcire un’altra notizia.



13. Giuseppe ha scritto:

4 novembre 2012 alle 19:42

Valerio, su queste cose la pensiamo più o meno allo stesso modo. Mi preoccupa, nello specifico, il modo in cui la televisione riflette questo clima e queste tendenze, continuando imperterrita a influenzare negativamente soprattutto chi fruisce di questo medium come fonte di informazione primaria. Un vero e inossidabile instrumentum regni.



14. Valerio ha scritto:

4 novembre 2012 alle 20:05

È esattamente uno «strumento per regnare», dimostrazione ne è proprio il fatto che i sondaggi sul gradimento dei partiti sono spesso direttamente proporzionali allo spazio che i partiti e i loro leader hanno in tv. Il Pdl in questo periodo funge da eccezione che conferma la regola, tante sono le problematiche che scuotono il partito di Berlusconi. Ma prevedo che presto la situazione tornerà alla «normalità». L’assetto televisivo è sempre quello e quando a governare sono gli altri ha sempre il gioco molto facile.



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