Un’ammiraglia, qual è Raiuno, ha bisogno anche di numeri uno. O, per lo meno, che eventi speciali siano affidati a personaggi eccezionali. Non meri mestieranti, ma grandi lavoratori a progetto: sia esso un Festival della Canzone Italiana oppure un sabato sera o, ancora, uno show paillettes, lustrini e budget senza limiti. Anche Fabrizio Del Noce, neo-ex direttore di rete, quindi, ha preferito cercare fuori dalle risorse interne l’uomo giusto per il programma giusto o il contrario: il programma adatto alle corde di un fuoriclasse.
Come nel caso dello showman più ricercato dell’etere: Fiorello. Uomo simbolo di Sky e per un soffio mancato conduttore di Striscia la Notizia, Rosario Fiorello, in realtà, non deve propriamente la sua rinascita al caro noisette, ma Stasera Pago Io, con le sue varie incarnazioni, ha avuto un colpo di coda durante La Rai nell’Era Graziale e, come tale, qui deve essere menzionato. E rimpianto. Sì, perché la corte al bravo Fiorello è durata oltre un lustro e ha prodotto solo un divertissement come è stato Viva Radiodue … e un po’ anche Raiuno; anche nella versione short (almeno nelle presto abbandonate intenzioni iniziali) Viva Radiodueminuti.
Percorso simile a quello di Fiorello, ma in tono minore e con tonfo finale, è quello che ha affrontato Giorgio Panariello. Uno show fortunato come Torno Sabato in era pre-Del Noce, tanti derivati sempre meno brillanti e meno riusciti in piena Era Graziale, e l’approdo al Festival di Sanremo. Questo, l’anno dopo Bonolis, in un’edizione che vede i suoi momenti migliori in Ilary Blasi che saluta il marito seduto in prima fila ed in John Travolta profumatamente pagato per massaggiare i piedi a Victoria Cabello. Oltre a bassi ascolti e critiche a go-go, per la conduzione in generale e per i monologhi d’apertura in particolare; entrambe le cose non all’altezza dell’evento.
Più lineare, invece, la presenza di Gianni Morandi, che appare nelle vesti di conduttore sol quando deve promuovere un nuovo album: in sostanza, invece che chiedere ospitalità ad ogni convento del piccolo schermo, preferisce far tutto da sè. Due i programmi da annoverare, Uno di Noi e Non Facciamoci Prendere dal Panico: il secondo per aver girato le piazze del nostro Paese, il primo per aver fatto girare le scatole alla povera Lorella Cuccarini (qui la dis-grazia che l’ha colpita), relegata al ruolo di show-girl di lusso da un ingombrante e smutandato Gianni, in pieno delirio di onnipotenza. Maschilista, non mediatico, perché C’è Posta per Te era pressocché imbattibile (come ancora oggi, d’altronde). Col beneplacito dell’ex direttore Fabrizio, Gianni ha segnato in calendario giorno 21 ottobre per il suo ritorno: quattro puntate in diretta, dal Teatro delle Vittorie, sul costume italiano e come spartacque lo sbarco sulla luna. Il titolo dello show, La Nostra Storia, potrebbe non essere quello definitivo. Quello dell’ennesima fatica musicale in cofanetto, invece, c’è già (per gli interessati all’acquisto: “Grazie a tutti, il concerto”).
Ben più significativa la presenza di Paolo Bonolis durante il mandato di Del Noce, il quale non ha mai nascosto di considerarlo la sua punta di diamante. E, d’altronde, almeno in termini di risultati, senza dover menzionare un’interessante edizione di Domenica In, Bonolis in Rai, al suo secondo passaggio, ha segnato due goal importanti come il Festival di Sanremo e una brillantissima edizione di Affari Tuoi.
Il Festival di Sanremo porta la sua firma negli anni 2005 e 2009. La prima volta viene ricordata per la sua formula rivoluzionaria in puro stile talent (con una divisione in uomini, donne, complessi, classic e giovani), la tanto criticata intervista all’ex pugile Mike Tyson e la co-conduzione di Antonella Clerici, autoironica e vestita d’abiti-bomboniera. La seconda, di pochi mesi or sono, per i bei duetti di tanti big della nostra canzone con le proposte, le polemiche, montate (ad arte?) già pre-gara, per il brano di Povia e la partecipazione, nell’ultima serata, di “un’eccellenza nel campo della televisione” come Maria De Filippi, con tanto di Marco Carta, ancora al seguito, ancora vincitore. Di Affari Tuoi, invece, c’è poco e, allo stesso tempo, tanto di rilevante da dire: lui ha dato i battesimi allo show e l’access prime time di Raiuno è rinato con Bonolis, che ha saputo regalare alla sua rete (di allora) una supremazia sulla concorrenza di Striscia la Notizia tutta giocata su numeri (quelli dell’auditel) e proclami (nel duello a distanza con l’ex amico Antonio Ricci).
Infine, lui, l’uomo evento per eccellenza: Adriano Celentano, che del suo apparire e scomparire ha costruito una carriera lunga mezzo secolo. E ha realizzato nell’ultima parte di essa un programma che ha fatto storia: Rockpolitik. Ascolti alle stelle, carta bianca sui contenuti ed auto-sospensione dello stesso Del Noce, anche lui come noi, all’oscuro dei contenuti del programma; un tormentone sulla bocca di tutti quale “sei rock o lento?”; pagine e pagine e copertine di giornali: questo, in breve, quanto semintato e quanto raccolto da un successo televisivo senza precedenti.
Su un suo ritorno in tv, ancora nebbia, nonostante le voci di questi ultimi mesi. Per ora, accontentiamoci di seguire la consorte, Nostra Signora del Mistero, la quale da oggi sarà nel daytime di X-Factor. E magari aspettiamoci pure un’incursione del molleggiato presto in prime time: tanto, dove batte la musica e dove si accendono le lucine rosse delle telecamere, il clan Celentanto tentenna, ma, alla fine, appare sempre.
1. Alessandro ha scritto:
31 agosto 2009 alle 11:56