3
novembre

RIUSCIRA’ GRILLO A TENERE I SUOI GRILLINI LONTANI DAL PUNTO G?

Beppe Grillo

Federica Salsi va a Ballarò e apriti cielo nel mondo grillino. Nonostante le recenti faville provenienti da una regione così difficile polticamente come la Sicilia, Beppe Grillo non abbassa la guardia nemmeno un minuto e tiene d’occhio ogni singolo movimento degli eletti in quota Cinque Stelle, in vista del Grande Balzo a Roma, come suggello di questi anni di rivoluzione vincente nello scacchiere democratico del Belpaese.

La strigliata alla donna che in questo momento rappresenta i grillini a Palazzo D’Accursio è veemente, avvisaglia decisamente forte per chiunque altro decidesse di non turare i propri lobi dinanzi alle sirene del medium più potente, affascinante e pericoloso. Fuor di metafora Grillo non ha usato giri di parole per dire il suo no ai talk show per i suoi ragazzi semplici ma arrembanti.

”E’ il punto G, quello che ti dà l’orgasmo nei salotti dei talk show. L’atteso quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol. A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l’emozione di un’effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità.”

“Lì, in una gabbia di un circo, come su un trespolo, muto per ore, povera presenza rituale di cui si vuole solo lo scalpo, macellato come un agnello masochista, rispondi per i quattro minuti che ti sono concessi a domande preconfezionate poste da manichini al servizio dei partiti. Pretoriani dell’informazione il cui unico compito è perpetuare l’esistenza del sistema attraverso l‘ultimo strumento di mesmerismo mediatico rimastogli: la televisione”.

Non è la prima volta del resto che il comico – politico dice la sua su tutti i conduttori degli approfondimenti delle varie reti. Già in passato aveva demonizzato tutti, senza distinzione, nonostante ci sia stato anche qualcuno come Santoro che è stato sempre prodigo di ’spazi pubblicitari’ soprattutto nella prima fase dell’ascesa grillina.

Difficile però che gli eletti di questo movimento si sottraggano al confronto pubblico tramite il tubo catodico. Fino a prova contraria la televisione rimane il mezzo più immediato di dialogo con i cittadini con cui si ha l’obbligo morale di interloquire, rappresentandone la voce. Il web non può essere sempre la via esclusiva. Il diktat cozza in qualche modo con la ‘dittatura della trasparenza’ tanto sventolata.



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6 Commenti dei lettori »

1. Luna ha scritto:

3 novembre 2012 alle 12:08

Io li seguo i dibattiti televisivi (quando posso) e purtroppo anche se la televisione rimane il mezzo più immediato di dialogo con i cittadini purtroppo nella maggior parte dei casi il “dialogo” é falsato. Ormai non credo più nemmeno ad una parola che viene detta nei talk show da chicchessia.



2. Nina ha scritto:

3 novembre 2012 alle 12:10

Non apprezzo le idee di Grillo e nemmeno il suo modo di gestire il movimento, ma quando si tratta di stigmatizzare il comportamento delle persone è il numero uno.



3. tania ha scritto:

3 novembre 2012 alle 12:47

Cristian:alla tua domanda rispondo “no”!



4. Giuseppe ha scritto:

3 novembre 2012 alle 14:19

L’ascesa politica di Beppe Grillo e del suo movimento è uno dei tanti frutti della pluridecennale crisi della democrazia partecipativa in Italia. Purtroppo gli arroganti dell’ultim’ora ricascano negli errori che la storia dovrebbe aver insegnato ad evitare da troppo tempo.

Chi pone veti alla libera espressione del pensiero altrui, magari in nome della salvaguardia del proprio movimento oppure per demonizzare i mezzi di comunicazione che non si riescono ancora a controllare, è un pessimo politico che nel settarismo spera di trovare riparo per la propria pochezza.



5. matteo quaglia ha scritto:

3 novembre 2012 alle 14:31

grillo esagera pero’ , non puo’ pensare che tutti gli appartenenti possanno evitare di andare in tv qualche volta



6. Andrea G. ha scritto:

3 novembre 2012 alle 15:50

Grillo fa benissimo a dire ai suoi di non andare nei talk, se tu fai il consigliere comunale in un paesino di 1000 anime che ci vai a fare in un talk nazionale a parlare di cose che non interessano ai tuoi concittadini che ti hanno votato? Se stai sempre in tv come la stragrande maggioranza dei politici, ma poi quando lavori? E poi vai da Floris a fare e dire che? Non vedete che è solo un teatrino dove i politici se la suonano e se la cantano da soli ma da quei dibattiti non viene fuori mezza notizia utile al telespettatore, non c’è inchiesta, non ci sono conduttori con vere domande che inchiodano il politico, infatti il talk esiste solo da noi, mentre in Francia e Inghilterra al singolo politico gli fanno interviste spietate su tutto e senza riguardi.
Quindi Grillo per me ha ragione e il tentativo dei giornali di screditarlo per questo è ridicolo.



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