Dopo la condanna a 14 mesi di reclusione per un articolo non scritto da lui, l’ex direttore del Giornale Alessandro Sallusti si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Così, giusto per dare un nome e un volto alle circostanze. In un’intervista concessa al settimanale Vanity Fair in edicola domani, il giornalista è tornato a parlare del caso giudiziario che lo ha portato sulle prime pagine dei quotidiani, assestando qualche stoccata di rovescio.
Dai vertici del Pdl al premier Monti, passando per Fini e Sarkozy, Sallusti fa i nomi di chi avrebbe “per certo” chiesto la sua testa. Nell’elenco sono compresi anche i ‘nemici’ Ezio Mauro, Marco Travaglio ed Enrico Mentana, i quali tuttavia espressero parole di solidarietà nei suoi confronti.
“Anche loro sono corresponsabili di questa sentenza. Hanno creato nei miei confronti un clima di odio e di denigrazione, il presupposto mediatico su cui si è inserita una magistratura in malafede. In questo Mentana è il più bravo e il più pericoloso, il suo fingere di essere super partes è uno dei grandi bluff del giornalismo italiano. Vorrei andare in carcere solo per sputtanare questi finti paladini della libertà“
ha commentato Sallusti. Parole non certo tenere, soprattutto nei confronti del Mitraglietta di La7.
E pensare che il direttore del Tg La7 arrivò addirittura a definire “infame” l’ex giornalista Renato Farina, cioè colui scrisse l’articolo diffamante sotto lo pseudonimo di Dreyfus. “Se fosse stato un uomo avrebbe dovuto confessare, che l’abbia fatto ora fa cadere le braccia” commentò al riguardo in diretta, nel corso del suo notiziario.
Ma Sallusti, che ora non le manda a dire, fa una riflessione più ampia che colpisce proprio quella tanto esibita (e presunta) imparzialità che ha trasformato Mentana in una sorta di modello del buon giornalismo televisivo. Un modello che, senza giri di parole, l’ex direttore del Giornale non ha esitato a definire un “grande bluff”.
Condannato, dimissionato, e forse già sostituito (Mario Sechi – si vocifera – potrebbe prendere il suo posto) Sallusti non ha deposto le armi. I detrattori lo chiamavano “mortimer”… Alla faccia: è vivo e lotta insieme a noi.
1. MisterGrr ha scritto:
2 ottobre 2012 alle 18:08