Quello tra Fabio Volo e la critica radical chic ormai è un braccio di ferro, specie da quando il bresciano, nato panettiere e finito a fare lo scrittore e il conduttore su Rai 3, ha varcato le sacre soglie della rete più culturale della galleria catodica tradizionale e anche del Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. Ormai abituato a respingere gli attacchi che arrivano al suo cospetto il conduttore si concede ad un bilancio della sua vita in questo momento.
Lo fa sulle pagine de Il Venerdì di Repubblica, approfittando del rilancio del suo programma Volo in diretta, che ritornerà in palinsesto a partire dal 9 ottobre nella seconda serata dei giorni centrali della settimana: martedì, mercoledì, giovedì. L’ex Iena non nasconde l’amarezza per la necessità di doversi continuamente difendere. Televisivamente l’intervista è interessante per capire i prossimi obiettivi e la percezione che il conduttore ha acquisito di se stesso con il passare del tempo.
Quando prova a spiegare il perché di questo fuoco di fila verso la sua penna e la sua sintassi da barba incolta cool di mezza età azzarda un’ipotesi:
”Fino a che facevo lo scemo alle Iene e andavo nudo a intervistare la Marcuzzi, ero il simpatico della tv. Poi ho avuto questa idea blasfema di scrivere libri. Tutti lo fanno, conduttori, dj, ma il problema è aver venduto. Io che vengo da Brescia, ho fatto il panettiere perché sono figlio di panettiere e non penso di essere Ammaniti, è come se dovessi sempre scusarmi.”
Messa da parte l’insistenza ridondante sull’immagine dell’umile ragazzo di provincia che si sveglia presto e impasta il pane, c’è chi addirittura lo paragona al guru del terzo canale Fabio Fazio, alimentando in fondo il circuito di antipatia nei suoi confronti, come se Volo si ergesse a testimone ideale nella staffetta del futuro con il conduttore doriano. E’ proprio nel merito delle critiche al suo ultimo programma che Volo si preoccupa di fare qualche considerazione:
”Mi prendono in giro per i post-it. Non mi offendo. Quando avrò 70 anni ripensare a tutto sarà divertente. Non sono rancoroso [...] Se non avessi toccato certi argomenti parlando la lingua del pubblico di Rai 3, quello mi avrebbe rifiutato. Allo stesso tempo devo trascinare anche il mio pubblico, che tendenzialmente non sa che esiste Rai 3.”
A rischio di far aumentare la schiera dei suoi detrattori e di apparire certo meno umile di quanto si sia professato negli anni, Volo gioca un po’ a rilanciare la posta sul segreto del suo successo:
”Mi viene bene tutto quello che faccio e ho la terza media. Ci sono fior di laureati che non trovano lavoro. I miei nonni avevano la terza elementare, i miei la quinta, io e mia sorella la terza media. Quando avrò un figlio e andrà all’università quella sarà la generazione del mio albero genealogico finalmente degna di potersi esprimere.”
1. Critico Tritatutto ha scritto:
24 settembre 2012 alle 17:56