24
settembre

FABIO VOLO RISPONDE ALLE CRITICHE: ”FINO A CHE ANDAVO A INTERVISTARE NUDO LA MARCUZZI ERO IL SIMPATICO DELLA TV…”

Fabio Volo

Quello tra Fabio Volo e la critica radical chic ormai è un braccio di ferro, specie da quando il bresciano, nato panettiere e finito a fare lo scrittore e il conduttore su Rai 3, ha varcato le sacre soglie della rete più culturale della galleria catodica tradizionale e anche del Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. Ormai abituato a respingere gli attacchi che arrivano al suo cospetto il conduttore si concede ad un bilancio della sua vita in questo momento.

Lo fa sulle pagine de Il Venerdì di Repubblica, approfittando del rilancio del suo programma Volo in diretta, che ritornerà in palinsesto a partire dal 9 ottobre nella seconda serata dei giorni centrali della settimana: martedì, mercoledì, giovedì. L’ex Iena non nasconde l’amarezza per la necessità di doversi continuamente difendere. Televisivamente l’intervista è interessante per capire i prossimi obiettivi e la percezione che il conduttore ha acquisito di se stesso con il passare del tempo.

Quando prova a spiegare il perché di questo fuoco di fila verso la sua penna e la sua sintassi da barba incolta cool di mezza età azzarda un’ipotesi:

”Fino a che facevo lo scemo alle Iene e andavo nudo a intervistare la Marcuzzi, ero il simpatico della tv. Poi ho avuto questa idea blasfema di scrivere libri. Tutti lo fanno, conduttori, dj, ma il problema è aver venduto. Io che vengo da Brescia, ho fatto il panettiere perché sono figlio di panettiere e non penso di essere Ammaniti, è come se dovessi sempre scusarmi.”

Messa da parte l’insistenza ridondante sull’immagine dell’umile ragazzo di provincia che si sveglia presto e impasta il pane, c’è chi addirittura lo paragona al guru del terzo canale Fabio Fazio, alimentando in fondo il circuito di antipatia nei suoi confronti, come se Volo si ergesse a testimone ideale nella staffetta del futuro con il conduttore doriano. E’ proprio nel merito delle critiche al suo ultimo programma che Volo si preoccupa di fare qualche considerazione:

Mi prendono in giro per i post-it. Non mi offendo. Quando avrò 70 anni ripensare a tutto sarà divertente. Non sono rancoroso [...] Se non avessi toccato certi argomenti parlando la lingua del pubblico di Rai 3, quello mi avrebbe rifiutato. Allo stesso tempo devo trascinare anche il mio pubblico, che tendenzialmente non sa che esiste Rai 3.”

A rischio di far aumentare la schiera dei suoi detrattori e di apparire certo meno umile di quanto si sia professato negli anni,  Volo gioca un po’ a rilanciare la posta sul segreto del suo successo:

Mi viene bene tutto quello che faccio e ho la terza media. Ci sono fior di laureati che non trovano lavoro. I miei nonni avevano la terza elementare, i miei la quinta, io e mia sorella la terza media. Quando avrò un figlio e andrà all’università quella sarà la generazione del mio albero genealogico finalmente degna di potersi esprimere.”

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9 Commenti dei lettori »

1. Critico Tritatutto ha scritto:

24 settembre 2012 alle 17:56

Simaptico della TV????
Ma chi????
Ma quando?????
Insoppportabile da sempre.
Poi,dàgli con la lagna del “figlio di panettiere” che ce l’ha fatta ma non gli viene perdonato.
E mi spiace che tu abbia successo con i libri,perché è l’ennesimo indice di quanto [poco] e di come si legga [male] in Italia.
Se tornassi a fare il pane,non sarebbe un soldo di danno.



2. Giuseppe ha scritto:

24 settembre 2012 alle 17:57

“ha varcato le sacre soglie … del Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo”: siamo messi proprio bene.



3. Pippo76 ha scritto:

24 settembre 2012 alle 18:56

Se torna a fare il panettiere…lo voto!!!



4. pietrgaf ha scritto:

24 settembre 2012 alle 19:28

quando si dice “due braccia rubate…al fornaio”



5. Valerio ha scritto:

24 settembre 2012 alle 21:38

Una cosa che da sempre mi dà fastidio è quando si rilasciano dichiarazioni senza specificare a chi siano rivolte. Resta da capire chi sarebbero questi «radical chic» a cui l’articolo fa vago riferimento. È forse «radical chic» il direttore di Raitre, che con forza l’ha voluto a riempire lo spazio lasciato vuoto – non per colpa della conduttrice – da Serena Dandini? O sono forse «radical chic» i telespettatori di Raitre, che seguono la sua trasmissione perché sanno che non è responsabilità di Fabio Volo se Parla con me non è più in onda? Io non ho mai letto nessuno dichiarare che l’ex Iena non avrebbe «diritto di parola» perché ha la terza media. Questo linguaggio classista non è che nella bocca dello stesso conduttore, che forse mal tollera le critiche ai suoi libri. Ma se sono stati successi editoriali, di cosa si lamenta? Deve anche saper accettare però coloro che non amano i suoi romanzi, purché ne abbiano letto almeno uno. Il resto è solo invidia. Se vuole rimanere la persona della porta accanto, deve ricordarsi il valore dell’umiltà che non è tanto nel lavoro che ha fatto per anni o nel suo titolo di studio, quanto nel saper comprendere che non si può piacere a tutti. Sennò comincio a pensare che l’unico che non ha voglia che lui stia su Raitre è egli stesso.



6. Cristian Tracà ha scritto:

24 settembre 2012 alle 21:47

Valerio condivido il passaggio sulla poca umiltà di alcune dichiarazioni. Ammetti però che è eccessivo lo segno di alcuni che lo additano come colpevole di qualsivoglia male della cultura italiana, alla pari di Moccia.

Io ho letto qualche suo libro così come ho letto i più grandi classici della letteratura monidale. Non pretende chissà che cosa poveretto. Sono sue riflessioni, alla gente piacciono, Amen.



7. Critico Tritatutto ha scritto:

24 settembre 2012 alle 22:10

Cristian: per : per favore specifica a chi ti rivolgi,onde evitare equivoci.
Io non son sdegnato [nel caso ti riferissi anche a me] perché scrive o perché vende a prescindere.

C’è di peggio,come appunto Moccia e i suoi epigoni.

Nessuno sdegno,sul serio.

A me non piace,non mi è mai piaciuto,e il fatto che scriva anche libri è una iattura in più,secondo il mio punto di vista.

Vende e ad altri piace [pazienza,nessuno è perfetto]?

Buon per lui.

Però non pretendere che piaccia anche agli altri.Se qualcuno si sdegna,ne ha tutti i diritti.

E non è eccessivo.



8. marcko ha scritto:

25 settembre 2012 alle 09:41

questo articolo è stato scritto in modo molto “radical chic” (pesante!)..



9. RobiK ha scritto:

26 settembre 2012 alle 15:57

Devo dire che la storia del papà panettiere ha veramente rotto le scatole, come il fatto della terza media. Magari la tiene in piedi per via del personaggio umile che si è costruito.
Però devo dire che nel cinema non avrà fatto film grandiosi, ma hanno tenuto compagnia, idem per quanto riguarda la tv (niente di memorabile) ma da gustare in certi momenti. Ricordiamo che l’ultimo successo della Ventura in Mediaset fu Le Iene dove aveva proprio lui come co-conduttore, e stiamo parlando di uno dei programmi di punta di intrattenimento di Italia 1 (insieme a Studio Aperto, per fare il sarcastico, oserei dire).
I libri li ha scritti come fanno in molti, li scrivono tutti, se trovi l’editore te li fanno pure stampare e li mettono in vendita. I suoi hanno venduto, sarà indice di bassa cultura italiana? Non credo, in Italia si legge di tutto, i best seller sono sempre letture mediocri, proprio perché comprensibili da tutti quelli che possono acquistarli.
Allora c’è un male nella musica perché quelli dei talent vendono più dischi di un qualsiasi musicista classico. Idem vale per il cinema perché i cartoni animati sono più visti di altri film.
Non è così, certo sarebbe meglio se si potesse fare più cultura e meno intrattenimento vano, ma non sarebbe più semplice intrattenimento.



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