Cosa c’è dietro a tutta questa improvvisa apertura della Rai al tema dell’omosessualità? Calcoli di target, voglia fisiologica di assecondare la faglia che si sta aprendo nell’opinione pubblica intorno al desiderio espresso da Nichi Vendola di poter adottare un bambino insieme al suo compagno, riequilibrio pluralistico dopo un lungo periodo di oblio, manifestatosi con il taglio di scene a tematica omosex e un certo filtro nei talk?
Che qualcosa si stia muovendo è evidente, oltre al consenso pieno all’allargamento dei diritti lgbt espresso in questi giorni da Rutelli, Pisapia e De Magistris, se persino all’interno di un salotto piuttosto tradizionalista come quello moderato da Lorena Bianchetti nel pomeriggio di Rai2 si affronta direttamente la questione, con un ‘verdetto finale’ al televoto che vede la maggior parte degli italiani favorevoli ad un ripensamento sociale e giuridico della famiglia.
Ulteriore indizio (ed evitiamo di buttare un occhio su Cristina Parodi che parla di genitori gay con Tata Lucia, o piuttosto i cartoons sempre più rainbow style) che ci permette di sentirci quasi in una botte di ferro, in omaggio al famoso aforisma giallistico di Agata Christie, è il menu della puntata di domani- in onda sempre alle 14,00- di Verdetto Finale, anch’esso programma non così eccessivamente d’avanguardia riguardo alle tematiche affrontate. Nel tribunale di Veronica Maya arriva infatti il caso di una moglie che scopre l’omosessualità del marito.
Simona, questo il nome della donna, deve decidere come gestire la ‘delicata’ situazione. Innanzitutto nella ’sceneggiatura’ della puntata è prevista la richiesta dell’affido esclusivo del figlio Luca, poi una discussione sul modo più giusto per parlarne al ragazzo. In questa puntata così particolare – se vogliamo- la Maya chiederà l’aiuto di una donna emancipata come Patrizia De Blanck, nonché dell’arguto Aldo Cazzullo e della scrittrice e autrice Antonella Boralevi.
Dallo spunto della storia del giorno nascerà così un piccolo talk per far capire ai telespettatori l’orientamento attuale della legge e per aiutare a comprendere gli snodi più problematici nella gestione di casi, come questo, sempre più frequenti ma ancora, troppo spesso, tabù per la maggior parte delle famiglie italiane. Magari discussioni più o meno simili hanno già trovato spazio a Verdetto ma le coincidenze di questi giorni sembrano a dir poco strane.
Anche per il pubblico più anziano dell’ammiraglia Rai che nello slot del dopo pranzo rimane sintonizzato sul primo canale sarà il momento di confrontarsi con questa realtà e sarà sociologicamente curioso misurare la reazione dell’audience over più ostile alle aperture dell’immaginario, elemento che purtroppo l’Auditel consente di valutare solo in parte.
Forse Cecchi Paone, che subito dopo lo ’scandalo’ Cassano aveva lamentato un atteggiamento non positivo del servizio pubblico sulla trattazione della vera natura dell’omosessualità, potrà cambiare idea…
1. matteo quaglia ha scritto:
24 settembre 2012 alle 15:05