19
settembre

MEDIASET FUORI DALL’ASTA PER L’ACQUISTO DI LA7. H3G ITALIA E SKY ITALIA TRA I POTENZIALE ACQUIRENTI

Telecom Italia Media

Telecom Italia Media

Telecom Italia Media “rifiuta” Mediaset e Mediaset si tira indietro dall’asta. E vissero tutti felici e contenti. Dopo il chiacchiericcio creatosi attorno alla manifestazione di interesse da parte dell’azienda di Cologno Monzese per La7 e i mux in mano alla società telefonica, tramite Ei Towers, è stata la stessa azienda guidata da Franco Bernabè ad intervenire placando gli animi di tutti, preoccupati dal ritorno del duopolio televisivo.

Telecom ha rifiutato l’interesse di Mediaset che quindi non ha potuto nè accedere alla prima fase dell’asta, nè tantomeno alla seconda: al Biscione infatti è stata negata la possibilità di leggere l’information memorandum con i dati sensibili di Telecom Italia Media. Anche il Presidente Bernabè è intervenuto a mezzo stampa dichiarando di non aver alcuna intenzione di vendere a qualunque prezzo, nonostante quello del prezzo rimanga un aspetto fondamentale.

Ma, ha aggiunto, “c’è anche un progetto industriale, La7 è una una società che ha un valore importante” perché è l’unica “che ha visto crescere i ricavi pubblicitari in un momento di crisi drammatica”. Il problema infatti non sono nè i ricavi pubblicitari nè tantomeno l’audience in lieve crescita rispetto ai segni negativi dei competitor, bensì riguardano lo stato di salute della società, in perenne rosso da anni. Anche Mediaset comunque ha voluto mettere un punto alla questione, chiarendo la sua posizione sul paventato interessamento.

Stando a quanto rivelato da Cologno, è stata la stessa Mediobanca ad invitare l’azienda guidata da Fedele Confalonieri, al fine di ottenere l’information memorandum. Ma già a luglio i piani alti, in base a dati in loro possesso, avrebbero optato per il ritiro, confermato nella giornata di oggi. Anche Piersilvio è “uscito allo scoperto” lanciando frecciate a mezzo stampa: Se La7 è un gioiellino, perché Telecom vuole vendere? ha dichiarato all’Ansa.

Intanto segnaliamo l’arrivo di un nuovo potenziale acquirente, un nome che a dire il vero già circolava in tempi non sospetti: quello di Rupert Murdoch. Il magnate australiano, capillarmente presente sul satellite dove opera con Sky Italia, sarebbe tornato alla carica per l’acquisto dei multiplex e di La7 anche se voci di corridoio continuano a parlare di semplice curiosità, per avere comprensione del mercato.

Rimangono confermati gli altri interessati già precedentemente segnalati: la tedesca RTL, che però potrebbe tirarsi indietro, il gruppo Discovery, che opera in Italia con due canali in chiaro e diversi canali sulla paytv di Murdoch, ma anche Urbano Cairo, che raccoglie la pubblicità per La7, il fondo Clessidra di Sposito e Bassetti e, a sorpresa, H3G Italia, che si è trincerata dietro un secco no comment.

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18 Commenti dei lettori »

1. Tripolina ha scritto:

19 settembre 2012 alle 11:38

Meglio cosi, per come vanno le cose a Mediaset ora sarebbe stati capaci di rovinare un canale che in questi ultimi anni si è distinto per la sua qualità e professionalità nel presentare programmi di un certo livello, spesso rischiano, sperimentano, a volte sbagliano ma è giusto cosi. Viva LA7!



2. Fire ha scritto:

19 settembre 2012 alle 11:42

Nel mio telecomando la7 non esiste proprio!



3. tania ha scritto:

19 settembre 2012 alle 11:49

Nella mia tv la7 e’ in prima linea



4. WHITE-difensore-di-vieniviaconme ha scritto:

19 settembre 2012 alle 12:13

anche io guardo continuamente la7



5. Rock ha scritto:

19 settembre 2012 alle 12:28

adoro la7, è il canale numero1 della mia tv



6. mugnezz ha scritto:

19 settembre 2012 alle 13:15

ecco abbiamo trovato i 2 spettatori che guardano la7 !!!



7. iki ha scritto:

19 settembre 2012 alle 13:27

Sembra strano anche a me ma sono d’accordo con Berlusconi jr che dice perchè la vogliono vendere la7 se la reputano un gioiellino…evidentemente perchè non gli conviene…tutto qua



8. MisterGrr ha scritto:

19 settembre 2012 alle 14:06

H3G?!?!?



9. tania ha scritto:

19 settembre 2012 alle 14:45

Meglio pochi spettatori ma di qualita’



10. Davide Maggio ha scritto:

19 settembre 2012 alle 14:51

tania: per una tv commerciale, non è proprio così :-)



11. Sanfrank ha scritto:

19 settembre 2012 alle 15:38

Lo so io perchè vogliono vendere.
Pensate un attimo al fatto che, incrementare i ricavi pubblicitari con cifre a due zeri non sia poi un granchè, considerando il fatto che è pur sempre un canale televisivo con uno share medio giornaliero di circa il 3% e che siamo ben distanti (numericamente parlando) dai ricavi dei gruppi più seguiti come Sky, Mediaset e Rai. Per cui il rialzo è solo un riposizionamento degli inserzionisti che, vedendo un decremento del pubblico di Rai e Mediaset ed una continua migrazione verso le altre reti (per Sky il discorso è un po’ diverso, essendo il suo pubblico più “ricco” rispetto alle reti free, non composto da “normali” telespettatori, ma da abbonati che, pagando un mensile per poter vedere quelle reti, hanno una preferenza per quei contenuti, avendoli scelti), decidono di scegliere pacchetti pubblicitari meno costosi, su canali televisivi emergenti e con un pubblico tendenzialmente in crescita.
E QUI CASCA L’ASINO, perchè Telecom Italia ha peccato di ingordigia, in quanto, sapendo di dover vendere, non si è per nulla preoccupata del fatto che tutti questi investimenti, dovuti ad una campagna acquisti aggressiva di personaggi televisivi molto noti che avrebbero dovuto aumentare il pubblico di La7 (ma sappiamo che non è così), avrebbero incrementato il rosso, in bilanci già appesantiti da debiti e perdite, in una società che rischia di diventare un vero e proprio “bidone”, un bel gioiellino, costosissimo, pieno di debiti e con perdite da paura.
Un’altra personale considerazione devo pur farla, se non altro per onestà intellettuale. Personalmente ritengo che se era un errore permettere a Mediaset l’acquisto di un’altra rete (avrebbe creato il monopolio nel digitale terrestre e soppresso una voce “fuori dal coro”, in una nazione che non può certo vantare di avere così tante voci diverse), ritengo non sia giusto permettere a Rupert Murdoch, che già detiene il monopolio dei canali satellitari, di mettere le mani su un’altra rete nel digitale terrestre, visto che già ritengo un errore concedere la proprietà di Cielo (sempre per i motivi esposti).
Nel mondo ci sono talmente tanti gruppi che mi domando se è mai possibile che nessuno voglia investire nel nostro paese.



12. tania ha scritto:

19 settembre 2012 alle 16:33

DM: lo so perfettamente,ma cio’ non toglie che un programma di pochi telespettatori debba fare schifo,giudicato male o essere tolto. ;)



13. Giuseppe ha scritto:

19 settembre 2012 alle 16:55

Temo che del “gioiellino”, in certe mani, rimarrà solo il ricordo.



14. Valerio ha scritto:

20 settembre 2012 alle 02:16

@ Sanfrank: il tuo intervento è articolato ed interessante. Finalmente qualcuno che motiva le sue opinioni. Io non penso che sia stata tanto la campagna acquisti ad incrementare il rosso de La7 (non pensi che se aumenta la pubblicità per La7 – e come se aumenta – crescano anche i volumi di guadagno per pagare gli stipendi di conduttori, autori, eccetera?) ma bensì questo indebitamento è pregresso all’ultima fase di gestione del gruppo Telecom Italia Media e certo non può essere sanato a breve termine neppure con ascolti ben più alti. Tuttavia gli ascolti sono cresciuti e i telespettatori potenziali sono molti in più degli attuali: è solo una questione di tempo, visibilità e frequenze che ancora oggi scarseggiano perché il presupposto per essere seguiti comparabilmente a Rai e Mediaset (lasciamo perdere Sky che è un’altra cosa ancora) è che il segnale raggiunga le case di tutti gli italiani, e sappiamo benissimo che non è così perché i mux della Telecom in digitale terrestre non coprono bene il territorio italiano come quelli dei due principali gruppi televisivi coi quali tutti voi si ostinano a fare paragoni coi numeri di ascolto (e questo intellettualmente non è molto onesto).
Telecom Italia Media ha precisato negli scorsi giorni ha precisato che – quale sia l’acquirente – molto probabilmente manterrà la maggioranza delle quote di La7-La7d-Mtv, implicitamente comunicando che starebbe allora cercando un socio di minoranza per rafforzare la proprietà e quindi gli investimenti; qualcuno disposto ad entrare nella partnership, sanare gli insoluti e partecipare così alla divisione degli utili che ne conseguiranno. Questo se fosse vero depotenzierebbe la velenosità di alcune dichiarazione semplicistiche e stizzite come quella di Piersilvio Berlusconi (verrebbe da chiedergli: “E se allora non è un gioiellino, perché vi eravate fatti avanti – Mediobanca o non Mediobanca – per acquistarla? Fate come la volpe con l’uva?”).
Ad esempio gli editori esteri tra cui quello di Discovery Channel sarebbero disposti ad investire nel gruppo televisivo, e Mediaset teme proprio che una volta rimessosi in sesto, il gruppo La7-Mtv potrebbe dare filo da torcere a Mediaset anche sotto il profilo degli ascolti una volta che senza Berlusconi al governo, la faccenda della distribuzione delle frequenze non andrebbe più a vantaggio di un unico operatore che ha beneficiato del conflitto d’interessi.



15. Giuseppe ha scritto:

20 settembre 2012 alle 03:11

Valerio, va bene articolare e motivare, ma non pensi che un po’ di sintesi giovi all’altrui lettura?



16. SanFrank ha scritto:

21 settembre 2012 alle 18:44

@Giuseppe. Capisco che sintetizzare sia importante, ma approfondire è sicuramente meglio.
Se hai altro da fare, basta soffermarti a leggere quelli che non superano un tot di righe.
Comunque, scusaci se ti abbiamo procurato un calo di diotrie. ;)



17. SanFrank ha scritto:

21 settembre 2012 alle 19:32

@Valerio. Ti ringrazio (visto ciò che dice certa gente) per avermi letto nonostante mi sia dilungato un po’. Ovviamente anch’io ho fatto lo stesso con il tuo intervento ;)
Hai sicuramente ragione per quel che riguarda l’investimento corposo finalizzato all’incremento del numero dei telespettatori, ma sai, di questi tempi, diventa difficile per ogni azienda sopportare queste cifre, in attesa che lo share aumenti.
Con il mio lavoro (mi occupo di contabilità per aziende) negli ultimi anni vedo che, dal grande al piccolo imprenditore, si tende a “tirare i remi in barca”, cercando di beneficiare degli investimenti già fatti negli anni passati.
Nel caso di La7, sono troppi anni che gli imprenditori apportano capitali, ma a causa del segnale pietoso come tu stesso dicevi, fino a prima dell’avvento del digitale terrestre, questa rete veniva saltata a piè pari perchè la qualità visiva era paragonabile a quella delle piccole emittenti locali. Da quando esiste il digitale terrestre, le cose sono un po’ cambiate e questo lo hanno capito bene a Mediaset, che, a mio parere, teme più La7 che Sky (visto che i telespettatori in questo caso sono abbonati, come ho detto nel precedente intervento). Quindi, approfittando del maggiore appeal che adesso le piccole reti (parlo ovviamente del numero dei telespettatori) possono avere, Telecom Italia, che da quando si è affacciata sul mercato televisivo non ha fatto altro che creare una voraggine di debiti, tanto da dover scorporare queste attività in una società a parte (Telecom Italia Media) che in borsa non ha fatto altro che veder scendere il suo valore di mercato al lumicino, sta cercando di liberarsi velocemente della “patata bollente” (altro che del “gioiellino”).
Per Mediaset il discorso è un po’ diverso in quanto teme fortemente (e non solo per motivi politici) che possano arrivare altri operatori (tra cui anche Sky, che ha dimostrato di saper fare bene la tv e che già possiede un canale free, che però essendo nato da troppo poco tempo, non può ancora impensierire seriamente gli altri operatori) in quello che è e rimane il suo core business, ovvero la televisione free e i ricavi pubblicitari.
Infatti con Sky la vera battaglia non è sulla pubblicità, ma sui ricavi dei contenuti pregiati, quindi con Premium ed in particolare con il calcio e il cinema. Inoltre da qualche mese, dopo due anni di battaglia, mi sembra che, da bravi “volponi” a Mediaset abbiano deciso di riallacciare i ponti con la tv del magnate australiano.
Staremo a vedere, anche se prevedo che sarà molto difficile che Telecom riesca a trovare un pollo a cui affidare i troppi debiti che hanno messo su in questi anni.



18. Valerio ha scritto:

23 settembre 2012 alle 19:35

@ Sanfrank: è ineccepibile quello che scrivi se non nel punto in cui chiami La7 (o meglio la controllata da Telecom Telecom Italia Media) una “patata bollente”; sai benissimo che la concorrenza di La7 utilizza questo fatto del rosso che ha accumulato negli anni strumentalmente per giustificare l’emarginazione di alcuni voci scomode del telegiornalismo e della conduzione con ragioni che risiedono nella commistione tra il ruolo del Berlusconi editore e quello del Berlusconi uomo di politica e di governo. Noi non stiamo nella società, non sappiamo cose nel dettaglio ma anche tu confermi da ciò che avrai letto su molti quotidiani che i debiti di Telecom Italia Media sono precedenti allo scorporo per cui non c’entra nulla la programmazione che fa La7 o come sia orientata politicamente, quei debiti c’erano già dall’atto dello scorporo e ce li hanno messi per gli errori fatti con il ramo telefonico. Con le classiche possibilità che sono permesse in questo capitalismo malato, è stato evidentemente possibile affossare i conti del gruppo televisivo per salvare la loro attività proncipale, la telefonia della holding Telecom Italia. Questa ricostruzione è avallata da uno che La7 l’ha fondata e che ci lavora da sempre, Gad Lerner. In un suo editoriale su Vanity Fair mette in monito la Telecom sul vendere La7 a chiunque o a qualunque prezzo, ricordando che sarebbe per loro una speranza vana pensare di sanare così le secche che starebbe attraversando la holding. Questo perché evidentemente c’è una questione Telecom, altrimenti Lerner non avrebbe scritto “mi spiace per gli azionisti Telecom che avranno le loro ottime ragioni per pretendere la vendita di La7, anche se non rimedieranno così ai loro investimenti sbagliati NELLA HOLDING di cui la tv rappresenta una provincia minore”, proprio perché appunto come tu ben sottolineavi la Telecom ha scorporato gli affari televisivi da quelli della telefonia, ma solo chi decide delle sorti della holding può sapere se quei debiti in realtà partano da Telecom e non dalla gestione La7-Mtv.
Ad ogni modo era difficile poter crescere e tenere i conti in ordine quando al governo c’è qualcuno che minaccia di toglierti la rete con cui devi lavorare se fai arrivare un campione di ascolti come Michele Santoro sulla tv da te controllata. Un anno fa saltò la trattativa col conduttore di Annozero proprio perché Berlusconi era ancora al governo e il suo fedelissimo ministro Paolo Romani (ex “Colpo grosso” con Umberto Smaila) gestiva il dicastero delle comunicazioni. Ecco perché Santoro arriva a La7 ora che ci sono i tecnici al governo. Il retroscena fu raccontato dal Fatto Quotidiano e spiegava ancora una volta perché in Italia fosse difficile (e lo è ancora adesso) nei settori in cui operano personaggi in conflitto d’interessi che dall’interno delle istituzioni politiche decidono le sorti della concorrenza e del mercato. È un po’ come pretendere ora che la Fiat vuole fuggire all’estero (già ora hanno il 56 % dei dipendenti fuori dal continente europeo, sono gli stessi dati Fiat del 31 dicembre 2011 a comunicarlo) nascano dappertutto nulla nuove imprese italiane nel settore automobilistico quando la Fiat è stata monopolista della produzione in Italia proprio per volontà della politica e delle leggi tagliate su misura. Persino l’Alfa Romeo fu ceduta alla Fiat benché Ford presentò un’offerta migliore. Ora vedere che a chiudere sono proprio le fabbriche nella nazione da cui la Fiat è nata e si è sviluppata, non ci rende più tranquilli perché a questo punto non è detto che l’italianità garantisca il mentenimento dei livelli occupazionali.
Berlusconi come scrivi tu teme di doversi vedere minato nelle quote pubblicitarie in chiaro, ma su questo fronte i dati di La7 sono più che confortanti (è l’emittente che è cresciuta di più nell’ultimo anno sulla raccolta pubblicitaria) e questo conferma che se La7 non fosse partita azzoppata non avrebbe certo dovuto affrontare una cessione. Per questo è un gioiellino, appannata dal cinismo altrui ma pur sempre un gioiellino. Non so se troveranno un acquirente ma certo se ci sarà un vasto ricambio della classe dirigente politica alle prossime elezioni sarà più facile per la nuova proprietà fare impresa sanando i debiti senza che qualche politico interessato impedisca a qualsiasi altro editore – non solo La7 – di svilupparsi e crescere.



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