Con il non particolarmente esaltante 4,05% di share, è iniziata ieri la nuova e “familiare” avventura pomeridiana di Rai 2 con Parliamone in famiglia, il nuovo contenitore d’approfondimento e informazione condotto da Lorena Bianchetti. L’idea di partenza è buona anche se un po’ stantia: raccontare gli accadimenti che costellano la cronaca in maniera comune, veridica e familiare. Il risultato? Discutibile per la levità e la matassa da sgrovigliare con tatto e pazienza.
Uno studio similissimo a quello de L’Italia sul 2, un dibattito pantagruelico di psicologi e giornalisti pronti a fornire il proprio personale punto di vista cadendo inesorabilmente nei cliché più banali e una conduttrice che, per quanto ci provi, non riesce a trasmettere la tranquillità e la sobrietà che un “focolare domestico” suggerirebbe. La Bianchetti è preparata, cerca il dibattito, risponde ai suoi ospiti anche contraddicendoli, ma conserva quell’agitazione e quell’eccessiva serietà. La divisione in tre blocchi è vista e stravista, gli interventi sono monotoni e vacui e, cosa più importante, la formula è fin troppo “familiare” a un gruppo di telespettatori che, di rete in rete, finisce con incorrere, allo stesso orario, in programmi troppo simili fra loro.
Dalla professionalità di Cristina Parodi alla sanguigna Mara Venier; dall’eccessiva immedesimazione della D’Urso alla compostezza della Bianchetti. Le signore del pomeriggio tv cercano di narrare, ognuna a modo loro, la difficile e intricata realtà dell’omicidio, della violenza e della crisi economica, puntando su alcune costanti stabili e ricorrenti. E quei timidi tentativi di innovazione, vedisi il segmento “Si e no” di Parliamone in famiglia, ha quel non so che di già visto, vicino al “Da che parte stai” in quel di Canale5 e al “Bianco e Nero” della “Parodite” di La7.
Dal duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro alla generazionale complicità di parenti o amanti coinvolti nell’efferatezza di turno; dall’analisi accurata della figura della suocera petulante con testimonianze e videoclip di ricostruzione alla “domanda del giorno” su una probabile facilità degli stranieri nell’ottenere la cittadinanza italiana: quando avremo l’onore e il piacere di assistere ad un programma d’informazione meno “familiare”, e condito da quella compattezza ed eloquenza che riesca a farci evadere dalle solite soluzioni autoriali fac-simili e ampiamente ammortizzate?
1. Mattia ha scritto:
18 settembre 2012 alle 15:28