Il menu della terza puntata di Piazza Pulita, dopo gli sfraceli dello scoop ’stagionato’, lo lasciamo presentare direttamente ad un ringalluzzito Corrado Formigli, sempre abbastanza presente sul suo social account:
”Torneremo sul caso Favia con un nuovo approfondimento sul M5S, mettendo a confronto opinioni diverse e mostrandovicome funziona il movimento tedesco dei Pirati, per molti versi analogo al Cinque Stelle. Sarà un’occasione di dare voce al movimento di Beppe Grillo - militanti, simpatizzanti e critici – e mettere a confronto i suoi meccanismi di democrazia con quelli (assai fragili) degli altri partiti. Molti ospiti, tante sorprese.”
Con i sondaggi che danno i grillini ben al di sopra della doppia cifra, con la possibilità non remota che diventino addirittura la terza forza italiana dopo Pd e Pdl, sembra normale, non fosse anche per ragioni di eco mediatica, che un programma di approfondimento cerchi di spiegare al meglio ai telespettatori come potrebbe cambiare il Parlamento e quale volto abbiano i giovani a Cinque Stelle.
In settimana c’è anche stata tutta una diatriba sull’intercettazione di fuori onda e sulle tempistiche di trasmissione, con una polemica, creata più dai giornali che dai protagonisti, su una frase del direttore Mentana, che in seguito, durante il Cristina Parodi Live, ha voluto smorzare l’effervescenza di chi lo dava già schierato con Santoro, ma soprattutto contro Formigli, il quale, in seguito alle critiche, ha ulteriormente precisato:
”A chi solleva l’obiezione dello scoop “tenuto nel cassetto” si può rispondere che un’intervista può risultare attuale anche anni dopo essere stata realizzata o scadere dieci minuti dopo. Dipende. Se ogni intervista dovesse essere trasmessa o pubblicata solo immediatamente dopo la sua realizzazione, non esisterebbe il giornalismo di inchiesta e Report, che impiega mesi per chiudere un’inchiesta, avrebbe chiuso i battenti da secoli. Intanto però, su twitter si discute più della tempistica che del contenuto dell’intervista. Strano, no?”
Scopriremo nuovi particolari su Casaleggio, configurato la settimana scorsa come la mente assoluta del marketing grillino, e adesso così in voga nel dibattito da meritare già una reinterpretazione ad opera di Maurizio Crozza? In generale in questo momento tra rottamatori e followers di Beppe Grillo il quadro sembra destabilizzato e le forze tradizionali fanno bene ad avere ancora meno certezze su quello che avverrà nel dopo Monti.
Renziani e grillini spaccano l’opinione pubblica: populisti furbi, cavalcatori dell’irrazionale della crisi con un ottimo marketing alle spalle, o diversamente proposte semplici e innovative per dare un nuovo volto alla politica e all’economia, gestita in maniera troppo approssimativa da troppi anni a questa parte? Buona visione e ben venga ogni nuovo dibattito su questioni eminentemente politiche.
1. eldegge ha scritto:
13 settembre 2012 alle 12:37