Come da lunga tradizione autunnale il ritorno di Maria De Filippi dopo le vacanze passa per C’è Posta per te. Nel ventesimo anno della sua vita da conduttrice sull’ammiraglia di Cologno Monzese sono più le conferme che le novità. Soprattutto per la trasmissione delle riappacificazioni, degli scontri che nemmeno un’ottima intermediazione può sanare, nello spaccato forse più vero della cultura di tutta una parte d’Italia che rimane attaccata ad una rete di valori stabili, nel bene e nel male, nonostante la velocità frenetica del progresso.
E’ così che a Maria, sacerdotessa del rito della busta, nonché ottimo avvocato per la perorazione di cause di buon senso, tocca ripartire metaforicamente verso gli angoli più diversi della Penisola a scoprire abissi di incomprensioni e di odi, spesso nati da equivoci o da un orgoglio sceso profondamente a compromessi con l’occhio sociale.
Abbandoni, separazioni, storie d’amore, ringraziamenti: l’amore, declinato in tutte le sue manifestazioni, e in tutte le sue aberrazioni, ancora una volta di scena nella prima serata del sabato. Per compiere questo cammino attraverso le storie di padri padroni, madri pentite, fidanzati redenti la De Filippi chiede l’aiuto di alcuni personaggi dello spettacolo o dello sport. Per la prima puntata si tratta della vecchia conoscenza del programma, Gabriel Garko, e del comico napoletano Alessandro Siani.
Niente di troppo nuovo sotto al sole, ma la forza del programma rimane sempre nei conflitti e nelle possibilità di risoluzione. Difficile scardinare quell’equilibrio su cui vive da anni il format, quasi una sfida al manuale del ritmo nella televisione con i suoi lunghissimi silenzi e le prolungate pause sui singoli gesti dei protagonisti. Un’anomalia da sempre premiata dal pubblico, o per meglio dire dal target a cui punta e che vuole intrattenere.
C’è in filigrana nell’apertura della busta quel senso di immedesimazione collettiva, fino alla speranza dell’apertura che ha in fondo una valenza catartica, anche se a molti può sembrare un’iperbole. Come si potrebbero definire altrimenti quelle piccole vittorie sui pregiudizi più incalliti e più radicati che portano al perdono e al tentativo di riappacificazione?
La De Filippi sfida il passare del tempo e si mette ancora al centro del programma (è in assoluto il format in cui può giocare meno in sottrazione), indossa l’abito da sera, a cui tanto preferirebbe il suo comodo jeans e le sue abituali sedute casual e riparte alla ricerca di un’ennesima stagione di conferme.
1. Nina ha scritto:
8 settembre 2012 alle 14:39