Alcuni raccomandati perchè “figli” di un preciso pensiero politico; altri, invece, ostacolati perchè “militanti” di idee e “colori di partito” opposti. E’ un quadro piuttosto triste quello che viene fuori dall’opinione comune sulla politica in tv (e in particolare in Rai), un mondo che ha da sempre influenzato il piccolo schermo, oggi forse in maniera ancor più netta e negativa. Soprattutto quando a lanciare l’allarme sono sempre più i diretti interessati:
“(…) io sono prima di tutto un cittadino, che è sempre stato schierato, e che ha pagato personalmente per le sue scelte - ha dichiarato l’attore romano Massimo Ghini a l’Unità - Sono tre anni che non ho un contratto con Rai 1, vorrà dire qualcosa. Ma io ho sempre voluto assumermi delle responsabilità. Una cosa che mi deve aver trasmesso mio padre, partigiano”.
Volto di numerose ficton Rai, nonchè protagonista al cinema nei film di Natale, Massimo Ghini ha recentemente assunto l’incarico di Responsabile Cultura del PD nella regione Lazio. E l’ironia non si è fatta attendere nei confronti dell’ennesimo attore che tenta la carriera politica:
“(…) come a dire siamo ridotti veramente male se a far politica sono gli attori. Ma probabilmente siamo noi attori i primi a pensarlo, ci piacerebbe vivere semplicemente facendo il nostro mestiere, che invece spesso cercano di fare altri”.
Gli altri a cui si riferisce sono, per l’appunto, i politici. E dunque, secondo Ghini, l’unico rimedio a questo connubio è ripagare la politica con la stessa moneta:
“Ma perché, non è forse vero che il confine del brutto avanspettacolo è stato superato molto più spesso da una certa classe politica italiana che non da chi fa il giullare? Io posso interpretare un ruolo drammatico o un film di Natale ma l’intento è dichiarato fin dall’inizio, per quanto poi il risultato possa piacere o risultare deludente. In politica non sempre è così“.
1. marcko ha scritto:
30 agosto 2012 alle 12:17