La cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra non è riuscita ad eguagliare la maestosa inaugurazione orchestrata da Danny Boyle. Tra un improbabile Timothy Spall-Winston Churchill, l’acerba boy band One Direction, una mezza esibizione “live” di George Michael (rincuorante vederlo in forma strepitosa dopo il grave malessere di qualche mese fa), una sgangherata performance delle Spice Girls – ma era Baby Spice o Britney Spears? - ed una parata di rappers in occhiali scuri e cantanti stile burlesque, ci si chiede se il mondo abbia afferrato la grandezza della musica anglosassone e soprattutto: “Qual era il filo logico tra tutte le esibizioni?”.
Mentre nella cerimonia di apertura la musica aveva fatto da colonna sonora portante ad un racconto ben costruito, l’impressione generale è che la festa di chiusura sia stata un incoerente patchwork di pop leggero, interrotto da pochi momenti sublimi, quali “Imagine” di John Lennon, rimasterizzata per l’occasione da Yoko Ono, e la sempre leggendaria “Wish you were here” dei Pink Floyd.
Gli atleti, attori tristemente secondari, hanno salutato il mondo sventolando bandiere, mordendo ori e lanciando messaggi a casa con i telefonini, per sottofondo la sempre moderna “West End Girls” dei Pet Shop Boys, giunti allo stadio su biciclette-risciò, e “Wonderwall” eseguita da un malinconico Liam Gallagher.Ci eravamo finalmente liberati dei prezzemolini ossigenati Elton John e Paul McCartney, perche riproporci ancora Brian May con “We will rock you”? Ed il vestito nero di Victoria Beckham era un pre-loved di Crudelia de Mon?
Perchè far esibire le Spice Girls sui tetti dei taxi, per poi vederle impaurite e traballanti su tacco 12?
Kate Moss: massacrata per anni dalla stampa britannica per assunzione di droga e comportamenti ambigui, può davvero rappresentare il paese? Cos’avranno pensato a Trinidad and Tobago durante l’esibizione dell’indefinibile Russell Brand?
E perche c’erano One Direction e non David Bowie, Coldplay, Ultravox, Kate Bush, Blondie, Rolling Stones, Boy George, Phil Collins, Peter Gabriel, Mick Hucknall e Tom Jones?
Se di concertone doveva trattarsi, ne abbiamo visti di migliori, e di meno costosi; tuttavia, non lasciamo che due settimane di pura magia sportiva vengano rovinate da un finale non proprio all’altezza.
Un ultimo pensiero va a Gary Barlow che, reduce da un gravissimo lutto familiare, si è comunque esibito con i Take That. Forse l’ultimo vero eroe di queste Olimpiadi.
1. max_86 ha scritto:
16 agosto 2012 alle 20:17