6
agosto

BUON COMPLEANNO ANDY WARHOL, LO SPECIALE DI RES PER IL GENIO DELLA POP ART

Andy Warhol

Se fosse ancora vivo Andy Warhol oggi compirebbe 84 anni. L’artista, scomparso nel 1987, con il suo stile rivoluzionario è stato colui che probabilmente ha maggiormente impressionato l’immaginario collettivo nell’ultima parte del Novecento; per i telespettatori e gli appassionati di arte rivive nella programmazione odierna con una rubrica di Rai Storia, proprio in occasione dell’anniversario della sua nascita.

A partire dalle 18,00 sul canale del servizio pubblico dedicato agli eventi storici che hanno segnato le nostre vite e il nostro sviluppo, all’interno di Res, andrà in onda Buon compleanno Andy Warhol, un collage di tre interviste rilasciate dal poliedrico padre della pop art ai microfoni della nostra televisione, seguite da un’analisi più ampia sul genere in cui si iscrive.

La prima è quella del lontano 1977 a Vanni Ronsisvalle, giornalista del tg del primo canale; la seconda, a Sergio Giordani, per Variety nel 1980 durante una mostra a Napoli e la terza, a Romano Battaglia per il TG L`una, nel 1983. Spazio anche per una panoramica più specifica sulle opere e sullo stile in collaborazione con il gallerista Leo Castelli, colui che ha fatto conoscere il fenomeno della pop art nel mondo, con estratti dal documentario Invito – Art U.S.A. nel 1979.

La storia forse dell’autore più paradossale, con le sue mirabolanti prese di posizione sulla pittura, ma anche sulla regia cinematografica, il realizzatore dello schiaffo più forte all’idea classica di arte insieme all’altro paradigma dell’avanguardia chiamato Marcel Duchamp: artisti entrambi sulle barricate della nuova idea di creazione, agli antipodi dell’idealismo.

Una ricostruzione che vale la pena riassaporare grazie all’ottima scelta di Res di giustapporre il manifesto di poetica di Warhol, pur nella frammentarietà delle dichiarazioni da intervista, ad una galleria più risoluta e analitica di immagini e temi che possono aiutare a capire meglio l’artista all’interno dei suoi anni e vicino all’opera e allo stile che ha stimolato e da cui si è fatto stimolare.

Cosa c’è dietro le moltiplicazioni all’infinito delle icone di Mao o di Marylin come se fossero francobolli o stickers pubblicitari? Perché la Coca Cola diventa una sorta di archetipo immaginifico con il quale ogni demiurgo postmoderno deve confrontarsi? Res prova a spiegare i segreti di questa cifra stilistica nuova.

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