Il clamoroso flop ottenuto al botteghino e in tv con il film Barbarossa non sembra essere di buon auspicio. La pellicola diretta da Renzo Martinelli, incentrata sulle gesta di Alberto da Giussano, con tanto di cameo di Umberto Bossi nei panni di un nobile lombardo, è stata un vero e proprio bagno di sangue. Un flop da circa 30 milioni di euro, finanziato da RaiCinema e RaiFiction con il sostegno del ministero dei Beni Culturali, peraltro ampiamente prevedibile. Nonostante ciò, a firma dello stesso regista e co-prodotto dalla Rai, è già in fase di lavorazione avanzata un altro epic movie dedicato questa volta alla figura del frate Marco D’Aviano.
La pellicola, intitolata September Eleven 1683, sarà un kolossal in cui si narrerà l’assedio turco a Vienna nel 1683 e la resistenza che il frate francescano riuscì ad organizzare, coalizzando un gruppo di principi cristiani che sconfissero gli invasori in un’epica battaglia. Una figura storica, quella di d’Aviano, che per i leghisti rappresenta una sorta di simbolo della difesa dei valori cristiani in chiave anti-Islam. Ed è qui che cominciano i primi problemi. Il film, prodotto anche in questo caso con doppia distribuzione al cinema e in tv, è stato, infatti, già tacciato di anti-islamismo.
Alle inevitabili polemiche di carattere religioso si sono ben presto aggiunti numerosi malumori sui finanziamenti statali ottenuti. Secondo il quotidiano Il Piccolo di Trieste, la pellicola usufruirà di un finanziamento regionale di ben 150 mila euro. La somma sarebbe stata inserita in un maxiemendamento riservato ai finanziamenti avanzati da Pdl, Lega, Udc.
Nella norma si precisa che:
“L’amministrazione è autorizzata a erogare alla Martinelli Film Company International un contributo straordinario per la realizzazione e distribuzione e che sono ammesse anche le spese sostenute prima della presentazione della domanda”.
L’opposizione dell’assemblea regionale ha fatto però da subito notare come il film non sia stato realizzato in Italia. L’opera è stata, infatti, girata per buona parte in Romania e non in Friuli Venezia Giulia. Il PD ha accusato in aula il Carroccio di aver stanziato i 150 mila euro a Martinelli “senza alcun criterio e senza un effettivo ritorno o indotto per il territorio”. A creare ulteriore scompiglio è la presenza tra le tante comparse del film, del Senatore della Lega Mario Pittoni, che di fronte alle accuse dell’opposizione dichiara:
“Ritengo che Padre d’Aviano abbia cambiato la storia d’Europa e che sia legittimo ricordarlo, visto che in Italia nessuno lo conosce. Il mio unico interesse personale per il finanziamento non riguarda me, bensì un mio antenato, Gianbattista Pittoni, che partecipò alla difesa di Vienna. Dunque, per una motivazione storico-culturale, me ne sono occupato dall’inizio, dato che tocca le radici della storia della nostra comunità”.
Polemiche e battibecchi che si vanno ad aggiungere a quelli dell’autunno del 2010, quando il film di Martinelli incassò l’approvazione del Cda Rai, creando scompiglio e forti divisioni tra i consiglieri. Come scritto all’epoca da Laura Rio sulle pagine de Il Giornale:
“Il contratto per la produzione del nuovo film è stato approvato con il voto contrario dei due consiglieri vicini al centrosinistra, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten e del presidente Paolo Garimberti, che hanno sollevato dubbi sia di natura editoriale che economica. Al film la Rai parteciperà con una quota di 4,1 milioni di euro più un altro milione e tre di Rai Cinema (…).”
Difficile al momento capire se la nuova opera di Martinelli potrà smentire i nefasti pronostici della vigilia e mettere a tacere le polemiche vecchie e nuove sorte intorno alla pellicola. Per scoprirlo non ci resterà che attendere l’autunno, quando il film verrà presentato al pubblico, per poi approdare nel 2013 sugli schermi Rai.
1. Nina ha scritto:
11 luglio 2012 alle 15:12